sabato,Maggio 4 2024

Spettacoli, applausi per Ester Botta al teatro Metropolitano

Il recital su Napoli inserito nel cartellone dell'Officina dell'Arte sotto la direzione artistica di Peppe Piromalli

Spettacoli, applausi per Ester Botta al teatro Metropolitano

Affascinante, passionale, travolgente, commovente. Dell’attrice campana Ester Botta si potrebbe dire tanto ma sarebbe comunque troppo poco perchè lei quando sale sul palco, riesce a scacciare via tutto e a catapultare il pubblico in atmosfere cariche di sentimenti, storia, tradizione. E’ la Napoli di Eduardo De Filippo, il maestro che ha lasciato al mondo l’immagine di una città che non ha tempo, immortale, bella, che non vuole pietismi e che sforna preziosi talenti come la carismatica Ester, volto noto della televisione e del teatro.

In un emozionante recital “Rispetto – anema e core” andato in scena ieri sera al cine-teatro “Il Metropolitano”, appuntamento inserito nella kermesse dell’Officina dell’Arte diretta da Peppe Piromalli, la protagonista in un monologo scritto a quattro mani insieme al direttore artistico del teatro “Nuovo Sala Gassman” di Civitavecchia Enrico Maria Falconi, porta la luce, il calore di un sole così forte che sorge, riscalda tutto intorno. E un po’ di quel calore resta anche quando è tramontato. Prendendo in prestito testi e musiche di autori, poeti, cantanti e scrittori napoletani, la giovane attrice e regista sfoderando un rigore morale, professionale e culturale, sviscera il rapporto con la sua città e quello che crea, è la testimonianza di chi, nonostante passi il tempo, continua ad amare un luogo bello e contraddittorio. Ester si lascia andare insieme al suo pubblico, in un’analisi rigorosa e rispettosa che coinvolge anche chi, invanamente, vuole sottrarsi a quel rumore intorno la città. Sulle note di “Te voglio bene assaje”, “Napule è”, “Anema e core”, “Malafemmena”, la sensuale Botta, bravissima anche a cantare a cappella, si muove tra gli umori popolari e fantastici, tra i colori, le vite, le piccole e grandi tragedie di un popolo venato di ironia, cuore e rispetto.

In quel ricordo vivido e personale, la protagonista tende la mano agli spettatori e con ognuno di loro, ripercorre quella strada sino a quella “Scalinatella longa longa longa, strettulella strettulella” per poi, rituffarsi nei vicoli e nei quartieri di Napoli, storditi ma felici. In quel teatro dove regna un silenzio religioso, gli occhi sono fissi su quel palco dominato da una giovane attrice che ha lasciato il segno ma, soprattutto, ha ripristinato quella magia che non si può mai spiegare solo a parole. Bisogna viverla.

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