sabato,Aprile 27 2024

Reggio, nell’antica Giudecca la stampa del primo libro ebraico con data certa

L’Università per Stranieri Dante Alighieri ha ospitato il convegno dedicato all'antica e sapiente presenza ebraica nel nostro territorio

Reggio, nell’antica Giudecca la stampa del primo libro ebraico con data certa

«È un documento importante non solo per il mondo ebraico ma per la civiltà. Stampato oltre cinquecento anni fa, prima della cacciata degli ebrei da Reggio, il commentario al Pentateuco di Rashi è indicativo di una presenza particolare degli ebrei a Reggio. Una presenza che molto ha dato alla Calabria. Il proposito di farlo tornare qui dove è stato stampato costituisce un tributo doveroso, trattandosi del segno di una storia importante. In questa giudecca, la presenza fu tale che si studiavano e si stampavano libri del calibro del Commentario di Rashi».

Così Giulio Disegni, vicepresidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha sottolineato il calibro del primato dell’antica Giudecca di Reggio nella storia, in occasione del convegno “Reggio Calabria, culla della stampa ebraica”.

L’iniziativa, promossa dalla Regione, patrocinata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dalla Comunità Ebraica di Napoli, è stata ospitata nell’aula Italo Falcomatà dell’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria. È stata moderata dal massmediologo Klaus Davi.

Considerazioni, quella del vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che rafforzano l’intento annunciato dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di proporre al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di ospitare a Reggio l’originale del commentario di Rashi stampato a Reggio. Oggi in Italia vi sono 21 comunità, tra le quali spiccano quelle di Roma e di Milano, con una presenza di 25 mila ebrei.

Tanti i pregevoli interventi che si sono susseguiti al cospetto di una platea della quale ha fatto parte anche una delegazione di studentesse e studenti del convitto nazionale Campanella di Reggio Calabria.

Un libro che rivela l’importanza della Giudecca di Reggio

«Oggi abbiamo esplorato un testo importante per l’ebraismo italiano e per il mondo intero.

Il primo libro stampato in lingua ebraica che riporta anche i riferimenti bibliografici. L’autore Rashi, lo stampatore Avraham Ben Garton Ben Yishaq, il luogo della Giudecca di Reggio e l’anno 1475. Elementi che non si rinvengono in altre stampe e che dunque rivelano uno sviluppo dell’attività bibliografica degno di una giudecca florida.  

Un testo di pregio, tenendo conto che gli ebrei cominciarono a stampare solo nella Penisola Iberica e in Italia. Un libro che porta con sé una storia importante che non è soltanto quella della Giudecca reggina evidentemente in relazione con la popolazione reggina. Esso testimonia anche quella la notevole influenza che tale giudecca esercitava sulle realtà ebraiche del bacino Mediterraneo.

Di lì a 25 anni avrebbe avuto inizio l’esodo prima dalla Spagna, dal Portogallo e dalla Sicilia e poi anche dalla Calabria e dalla Puglia verso le direzioni più diverse», ha sottolineato Amedeo Spagnoletto, direttore Museo nazionale Ebraismo italiano e della Shoah, con sede a Ferrara.

Un orgoglio per tutta la comunità ebraica

«Qui in Calabria siamo particolarmente orgogliosi di questo Commentario, stampato meccanicamente in un’epoca in cui tale attività era particolarmente faticosa. Trattasi poi di un testo di altissimo valore. Rashi è considerato uno dei più grandi commentatori medievali di Torah e Talmud. Qui si è cristallizzato il pensiero. Dunque qui a Reggio palpitava la grande spiritualità che ha influenzato tutta l’Europa», ha posto in luce Roque Pugliese, referente per la Calabria della Comunità Ebraica di Napoli.

«Un testo di pregio che manifesta grandezza e unicità anche nella tecnica di stampa utilizzata. In esso ritroviamo il doppio carattere, in modo da differenziare il testo sacro dal commento.

Una testimonianza preziosa della floridezza della Giudecca di Reggio già nel periodo romano e prima della terribile cacciata degli ebrei che da Reggio furono esiliati nel 1511», ha ricordato Cesare Moscati, rabbino Capo Comunità Ebraica di Napoli.

Segni di una presenza sapiente e operosa

Poi anche il punto di vista dei greci di Calabria affidato a Daniele Castrizio, docente di Numismatica presso l’università di Messina.

«Ci sono tracce molto significative presenza ebraica a Reggio. Non è un caso se il primo vescovado in Italia sorge a Reggio con San Paolo. Ciò non avrebbe potuto essere senza una comunità ebraica. La presenza di una sinagoga qui a Reggio fa il paio con quella di San Pasquale a Bova Marina. Questa, con la nuova datazione, sarebbe la più antica d’Italia e dunque d’Europa. Questi sono segni di una comunità che progetta, non certo di passaggio.

Reggio aveva un importante porto. La strada ionica era la strada del commercio dove gli ebrei facevano viaggiare le loro e le nostre merci. Loro si occuparono della commercializzazione dei nostri prodotti, assumendo un ruolo che grande rilievo che mantennero fino al 1511. Ci sono tanti altri piccoli segni come le tante monete coniate in Palestina arrivate sullo Stretto e in nessun’altra parte d’Italia.

Il commentario di Rashi è l’ennesima testimonianza di un rapporto lungo e consolidato tra Reggio e la sua Giudecca. Qui regnavano pace e prosperità. Una comunità florida amata dai reggini che hanno accettato anche che Aschenez potesse essere il fondatore della città. Sfido a trovare un’altra città italiana a vantare un’origine ebraica.

Agli ebrei si deve anche la tradizione orientale, impiantata a Reggio, dei palmenti in pietra per la produzione di vino kosher, poi divenuto il vino passito, il vino greco di Bianco che da Pellaro a Lazzaro veniva esportato in tutto il Mediterraneo», ha concluso Daniele Castrizio, docente di Numismatica presso l’università di Messina.

Le sinagoghe

Una presenza sapiente e operosa che nella Calabria meridionale è documentata dall’esistenza passata di tre sinagoghe molto vicine a Vibo, Reggio (di cui rimasta soltanto la targa oggi custodita al Museo archeologico reggino) e a Bova Marina nella zona di San Pasquale. Quest’ultima, ritenuta la seconda sinagoga più antica d’Europa, dopo quella di Ostia, a seguito della recente nuova datazione dello studioso Enrico Tromba al IV secolo, potrebbe essere addirittura la più antica nel nostro continente.

L’esposizione al Castello

Per l’occasione è stata nuovamente aperta la sala Garcilaso De La Vega del Castello Aragonese di Reggio Calabria dove, come nel febbraio 2020, sono stati riproposti i panelli illustrativi sulla storia di Rashi e del commentario e la copia custodita presso la biblioteca De Nava. L’esposizione è stata illustrata da Daniela Neri, funzionaria del settore Cultura del comune Reggio Calabria.

Articoli correlati

top