sabato,Aprile 27 2024

“Machines for Peace a Bethlehem”, Patrizia Nardi: «Un pezzo di Italia in Palestina» – FOTOGALLERY

Un progetto di diplomazia culturale realizzato su idea, progetto e coordinamento internazionale della calabrese per la Rete delle grandi Macchine a spalla italiane

“Machines for Peace a Bethlehem”, Patrizia Nardi: «Un pezzo di Italia in Palestina» – FOTOGALLERY

È stata inaugurata ieri a Bethlehem, in Terra Santa, la mostra “Machines for Peace” , realizzata su idea, progetto e coordinamento internazionale di Patrizia Nardi per la Rete delle grandi Macchine a spalla italiane, Patrimonio dell’Umanità dal 2013 e “modello, esempio e fonte d’ispirazione” per l’Unesco come unica best practice italiana, per questo inserita in uno speciale elenco dall’agenzia dell’Onu di trenta riconoscimenti su quasi settecento al mondo.

La mostra è curata da Nardi con Taisir Masrieh Asbun, esperto palestinese di Bethlehem che vive e opera anche in Italia e ha curato la mostra internazionale dedicata al restauro della Basilica della Natività.

Un progetto di diplomazia culturale e cooperazione internazionale rilevante, che ha registrato la soddisfazione della Farnesina e del Consolato Generale di Gerusalemme, della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, del Ministero della Cultura e Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale , che hanno patrocinato e sostenuto l’evento. Tra le macchine di pace la Varia di Palmi.

L’ideatrice

«Da oggi al 30 aprile – evidenzia Patrizia Nardi- la mostra “Machines for Peace” porta un pezzo d’Italia importante in Palestina e lo fa in uno dei momenti più significativi per questi territori provati profondamente da un conflitto permanente, durante la Pasqua cristiana, ebraica e ortodossa.

Abbiamo inaugurato stamane questo bellissimo evento, alla presenza del Sindaco di Bethlehem, Hanna Hanania e del Console Generale d’Italia a Gerusalemme Giuseppe Fedele, dell’Ambasciatore palestinese presso l’Unesco Mounir Anastas, dell’Ambasciatore del Giappone in Palestina Yoichi Nakashima, del titolare della sede estera dell’agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo in Palestina Guglielmo Giordano, di Padre Issa Snow della Basilica della Natività, dell’amministrazione comunale di Bethlehem, della delegazione italiana per la promozione del progetto “Macchine di Pace”, le comunità della Rete in Gramas con Luca De Risi Presidente, Massimo Mecarini e Sandro Rossi per il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, Maria Luisa ʚϊɞ Lovecchio per il Sodalizio della Varia di Palmi, Daniele Laface Presidente del Comitato Varia di Palmi e Francesco De Falco Presidente della Fondazione Festa dei Gigli di Nola; Luca Ruzza di Open Lab Company e Francesco De Melis, regista del film e dell’affresco digitale “Il nostro tempo infinito e sospeso”, girato nelle città della Rete durante il lockdown.


Con noi Giorgio Andrian – prosegue – che ha condiviso come facilitare dei rapporti con il Comune di Bethlehem, questo significativo progetto, che aveva preso avvio a Viterbo lo scorso settembre, dove avevamo organizzato insieme ai Facchini di Santa Rosa e alla sindaca Chiara Frontini , che ha fatto parte della delegazione italiana a Bethlehem, un importante e partecipato concerto con i musicisti e cantanti dei Teatri dell’Opera di Kiev, Leopoli e Odessa per esprimere e sottolineare l’impegno concreto della Rete sui temi della Pace e della cooperazione internazione, che un Patrimonio Unesco deve sostenere e praticare».

Il progetto

Il progetto espostivo, sostenuto dalla Federazione Nazionale dei Club per l’Unesco, dalle Diocesi e Arcidiocesi di Sassari, Nola, Viterbo e Palmi, da Meraviglia Italiana e dal Rotary International e FRACH coordinato per i club territoriali delle città della Rete dall’EClub Italia 2102 di Reggio Calabria Presidente Luigi De Maio, presenta un’installazione di arte visiva contemporanea che include l’affresco digitale del regista Francesco De Melis in multiproiezione che, su una parete di sedici metri, restitusce in immagini e musica le feste ne “Il nostro tempo infinito e sospeso”, film girato nelle quattro città deserte durante il lockdown su idea di Patrizia Nardi, che include in presenza scenica le comunità festive con i loro splendidi costumi, parti integranti dell’allestimento insieme alla splendida testa-scultura che Giuseppe Fata, artista internazionale, ha dedicato a “Machines for Peace”. Tra i costumi anche quelli dell’Animella e il Padeterno della Varia, Maria Pia Caminiti e Cosimo Ciappina.

«Una grande operazione circolare, che ha coinvolto comunità, istituzioni nazionali e internazionali, decisori politici, tra cui il senatore Giulio Marini già sindaco di Viterbo, esperti che continuerà la sua missione a giugno a Praga, in altre città europee e, ovviamente, nelle città della Rete, che celebreranno cosi ii dieci anni del riconoscimento Unesco che cadono nel ventennale della Convenzione Unesco 2003 per la Salvaguardia del Patrimonio culturale immateriale.

Oggi – chiude Nardi – si è aperto un capitolo nuovo per la Rete. E nuove strade».

top