lunedì,Aprile 29 2024

Al Museo di Reggio in mostra l’euforia e l’estasi della musica e della danza – VIDEO E FOTOGALLERY

Un'esposizione che porta alla luce il mondo sonoro perduto dell'antichità, che attraverso gli oggetti riprende vita

Al Museo di Reggio in mostra l’euforia e l’estasi della musica e della danza – VIDEO E FOTOGALLERY

Compagna fedele, dalle danze ai riti che accompagnano i defunti oltre. La musica c’è sempre stata, propiziatoria, per invocare, per ballare e allietare. È un racconto che supera le soglie del tempo e porta l’incanto, direttamente dall’antichità allo spettatore moderno, quello della mostra “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità” al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.

L’esposizione è curata dal direttore Carmelo Malacrino insieme all’archeologa Patrizia Marra e ad Angela Bellia, ricercatrice dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr e studiosa di musica antica tra le più accreditate a livello internazionale.

All’inaugurazione, ieri pomeriggio, oltre alle istituzioni cittadine, anche il Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, diretto da Francesco Romano, con un ensemble di musica d’insieme per strumenti ad arco della cattedra del prof. Giovanni Caridi, con brani di F.J. Haydn, J.S. Bach e K. Jenkins.

La musica che unisce

«Partiamo finalmente con le attività estive – afferma Malacrino – attraverso le oltre 170 opere straordinarie, provenienti non solo dalle collezioni del museo archeologico di Reggio, ma anche attraverso prestiti incredibili. È il caso del meraviglioso trapezoforo che arriva dal museo archeologico di Napoli, e ancora pezzi dal museo Paolo Orsi di Siracusa. Una mostra che dà il via alla stagione che arriva, fatta di eventi, ma anche altre mostre ed esposizioni temporanee»

«La mostra – aggiunge Bellia- il cui percorso avevamo iniziato dal 2019, raccoglie testimonianze materiali della cultura musicale e coreutica nel mondo antico. Ci sono opere che evidenziano la presenza della musica in ogni occasione della vita quotidiana. A partire dalle attività religiose, ma anche dei culti e rituali legati all’oltretomba. È importante sottolineare che questi oggetti ci mostrano anche dei contesti nei quali c’era la pratica musicale. Così, il mondo sonoro perduto dell’antichità, attraverso questi oggetti riprende vita, a dimostrazione del fatto che quello antico non era assolutamente un mondo muto».

Lo sguardo da vicino

«La mostra – chiarisce Marra – vuole sensibilizzare il pubblico più ampio al fascino dei suoni del mondo antico, conducendo i visitatori alla scoperta delle tante differenze nelle sonorità greche e romane, ma anche delle tante analogie che le accomunano al presente. Ma cosa raccontano le opere? A partire dal bassorilievo che parla di un corteo dionisiaco con un satiro che suona l’aulos e una menade che suona il tympanon. Tra i reparti esposti questo bassorilievo arriva da Napoli e riassume l’anima della mostra, l’euforia e l’estasi suscitata dalla musica e dalla danza. Nel dettaglio il satiro che suona lo strumento con imboccatura ad ancia doppia che lo avvicina alla classe odierna degli oboe. E la fanciulla danza suona il tamburello col capo all’indietro e si fa trasportare dal suono dello strumento».

Le istituzioni

La nuova esposizione per il sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace «rappresenta un ulteriore momento di crescita sociale, civile e culturale per la comunità e che costituisce un elemento in più da offrire ai turisti». E da questo angolo visuale «il museo di Reggio si mostra catalizzatore di eventi di altissima fattura, capace di coinvolgere e riunire alcune fra le più prestigiose istituzioni culturali del Paese. Un viaggio intenso fra sculture antiche, manufatti che trasudano di storia e strumenti musicali che richiamano i suoni greci e romani. Un’altra fantastica e pregevole offerta culturale messa a disposizione di chi vuole conoscere quanto di buono ha da offrire la città di Reggio Calabria».

Dello stesso avviso il sindaco facente funzioni del Comune, Paolo Brunetti, «È importante, per il popolo reggino, riappropriarsi della propria identità con la consapevolezza di quello che si è e di quello che si può essere. Serve la voglia e l’impegno di ognuno di noi per riuscire a mostrare al mondo il volto vero della nostra amata Reggio Calabria».

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