domenica,Aprile 28 2024

STORIE DI ARTI E MESTIERI | Le conocchie di Palmi

Usate come pegno d’amore dai contadini che le offrivano come dono alle future spose sono delle vere e proprie opere d’arte. Una grande collezione si trova al museo di Palmi

STORIE DI ARTI E MESTIERI | Le conocchie di Palmi

Un tempo venivano usate come pegno d’amore dai giovani pastori palmesi che le offrivano come dono di fidanzamento alle promesse spose, facendole trovare sul davanzale di casa. Ogni innamorato creava la propria conocchia per l’amata, intagliando il legno con la punta di un coltello, sfaccettandone il manico e scolpendo figure femminili o di animali sulla cima, poi, al suo interno racchiudeva un sassolino che, quando la rocca girava, emetteva un ticchettio continuo tenendo sveglia la fanciulla mentre lavorava al telaio.

Un’immagine di altri tempi

Così, al ritmo allegro della spola sull’ordito, le conocchie scandivano il tempo e l’avanzare del lavoro, che procedeva più spedito grazie alla promessa d’amore del fidanzato.

E possiamo immaginare la donna che filava guardando lo strumento donatole dall’amato e sognando di rivederlo al più presto e l’uomo che, al lavoro nei campi, si sedeva all’ombra di un albero intento ad intagliare il legno per realizzare la conocchia da regalare alla propria donna, incidendovi simboli e iniziali come sigillo d’amore.

Entrambi lontani ma uniti da quell’oggetto che acquisiva così un valore simbolico.

Conocchie in dote delle spose

Questo rappresentavano le conocchie a Palmi che andavano, quindi, oltre il loro pratico uso.

Prodotte ed utilizzate fino alla metà del secolo scorso quali utensili per la filatura della lana, della canapa, del lino e della ginestra, essenziali per tenere ferme le matasse e lasciare libere le mani delle tessitrici, erano in sostanza un bastone di legno, con una sorta di gabbietta intorno, al quale si legava la massa del filato.

Queste antiche rocche, in coppia col fuso, erano comprese nella dote di ogni giovane sposa.

Vere e proprie opere d’arte

Grazie alla loro particolare simbologia e alle decorazioni scolpite sulla sommità, che ricordano da vicino i totem esotici e l’arte dell’antica civiltà mediterranea, da attrezzi utili per la tessitura, le conocchie di Palmi diventano vere e proprie opere d’arte, oggetti belli e raffinati, caratteristici dell’artigianato pastorale della ridente località, incastonata ai piedi del monte Sant’Elia, tra il verde della Piana e l’azzurro Tirreno.

Oltre alla presenza di un artigianato poliedrico che spazia dalla lavorazione del marmo, della ceramica, del ferro battuto, del vimini e dei tessuti, la cittadina della provincia reggina vanta, infatti, un’arcaica arte pastorale, tramandatasi con le medesime tecniche attraverso i millenni, e testimoniata dai numerosi utensili di uso quotidiano e dalle suppellettili casalinghe, ma anche da oggetti di pregio artistico come le conocchie, appunto.

La collezione del museo di Etnografia e Folklore calabrese

Ormai diventate un’autentica rarità artigianale, le stesse si possono ancora ammirare nel “Museo di Etnografia e Folklore Calabrese Raffaele Corso” ospitato all’interno della “Casa della Cultura Leonida Repaci” di Palmi: una pregevole e unica collezione per valore e varietà di esemplari, di oltre 750 conocchie, dagli intagli e dalle decorazioni tutte diverse, ma aventi il medesimo, importante, valore simbolico.

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