lunedì,Maggio 6 2024

Scavi di piazza Garibaldi a Reggio, lo storico Michaelis Lefantzis sui reperti: «Si tratta del podio di un mausoleo»

Lo studioso greco, che nella scorsa primavera aveva visitato i resti romani e greci, ha analizzato il sito dalle fotografie

Scavi di piazza Garibaldi a Reggio, lo storico Michaelis Lefantzis sui reperti: «Si tratta del podio di un mausoleo»

Riceviamo e pubblichiamo: In occasione dell’apertura straordinaria degli scavi di Piazza Garibaldi nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio 2023 l’Associazione Culturale Anassilaos, mediante l’invio di una serie di immagini fotografiche, ha richiesto un parere all’archeologo Michaelis Lefantzis, che è stato tra i protagonisti della scoperta archeologica del “Tumulo di Kasta Anfipoli” in Grecia. Lo studioso, in occasione della sua presenza a Reggio Calabria nel mese di aprile 2023 per ritirare il Premio Anassilaos, aveva già avuto modo, nel corso di una “visita” agli spazi archeologici della Città, di analizzare de visu la presenza delle più significative vestigia greche e romane della città (spazio Griso-Laboccetta) e, sul Lungomare, le tombe, le mura e le terme e in quella circostanza aveva anche formulato una serie di ipotesi sulla struttura della polis reggina.

“Anche se è difficile esaminare il manufatto dalle fotografie – ha egli scritto – direi che questo monumento importante è il podio di un “naiskos” (tempietto) che probabilmente veniva utilizzato come Mausoleo in un periodo di tempo dal 1° sec. a. C. al 2° sec. d.C. Questo podio è formato al suo interno come un litodema sopra una fondazione di blocchi di calcare. La copertura mancante
poteva essere costituita da sottili lastre marmoree basati sul “kymation”(cornice, modanatura ondulata a doppia curva) che circondava la pianta. La superficie superiore costituiva la base dei muri e del pavimento del tempietto. Se l’apertura circolare emersa dallo scavo è quella originale potremmo trovarci di fronte a un “hieròs bothros” per il culto del morto, (dove il termine bothros -in greco βόϑρος- indica cavità, buca, fossa scavata nella pietra o nella terra in cui  era versata la libagione per i defunti (latte e miele,
vino ed acqua) e sopra di esso venivano sgozzate le vittime onde il sangue di queste vi scendesse ed Hades e Persefone fossero propiziati e hieros, in greco  ἱερὸς, l’aggettivo sacro). La presenza della rampa dall’ altro lato della costruzione indica il punto d’ ingresso del mausoleo. La soprastruttura pare essere stata “rasata”. Un fatto questo da cui si potrebbe trarre l’ipotesi di una damnatio memoriae avvenuta prima del età Cristiana.

Questo tipo di monumento – a parere dello studioso – è rappresentativo della condizione sociale e del ruolo della persona morta: un aristocratico vicino alla famiglia imperiale, primo sacerdote e/o prima sacerdotessa il cui il culto era l’elemento più importante, forse il nucleo di una necropoli circondata da tombe. Si tratta ovviamente – ci tiene a precisare Lefantzis – di ipotesi che soltanto la conclusione dello scavo intorno al monumento potrà confermare o meno.

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