Reggio, intitolare il parco Lineare Sud alla memoria di Adele Cambria: la proposta dell’Udi

C’è già un certo fermento attorno alla proposta lanciata oggi dall’Udi, Unione Donne in Italia, di intitolare il Parco Lineare Sud alla memoria di Adele Cambria. «Femminista, giornalista, scrittrice, intellettuale a tutto tondo e protagonista della cultura italiana, Adele Cambria ha sempre mantenuto vivo con Reggio Calabria, sua terra d’origine, un viscerale rapporto di amore. Ne conosceva le bellezze e ne denunciava mali». Così la ricorda l’Udi, motivando la sua istanza.

L’Udi è nata anche a Reggio Calabria nel 1945, stesso anno in cui si costituiva formalmente anche a Roma all’indomani della Seconda Mondiale, per ricostruire una società libera e giusta in cui le donne avessero diritti e spazi fino ad allora completamente negati. È da sempre impegnata nella progressiva eliminazione del divario di genere.

Recuperare anche gli spazi della memoria

«Un percorso da compiere nella consapevolezza di dover occupare spazi finora riservati a un unico genere. Spazi che devono essere anche quelli della memoria e, quindi, anche le intitolazioni di strade e parchi. Per questo chiediamo che uno dei luoghi più emblematici e simbolici della nostra città, il Parco lineare Sud venga intitolato ad Adele Cambria», scrive l’Udi Reggio Calabria.

Proprio oggi ha lanciato questa proposta invitando «tutte le forze politiche, sociali, intellettuali nonché le cittadine ed i cittadini della nostra città ad aderire». Si attenderanno i riscontri per poi organizzare banchetti e iniziative per la raccolta delle firme.

«Ci sono sparizioni misteriose dai luoghi dove si decide la cultura, l’istruzione, la politica: Michela Murgia dà i numeri delle assenze delle donne in tutti i luoghi delle scelte e dei saperi. E sottolinea: “La parità di genere dovrebbe essere garantita dall’articolo 3 della Costituzione, ma nella pratica questo si scontra con una cultura maschilista patriarcale. Le donne hanno meno diritti degli uomini, è un problema di giustizia non è una battaglia delle donne”». Lo ha sottolineato nuovamente l’Udi Reggio Calabria, proprio in occasione di questa proposta.

Il mare dei miti che Adele Cambria aveva narrato

Sarebbe contenta Adele Cambria, scomparsa il 5 novembre del 2015 all’età di 84 anni, di essere ricordata costeggiando quel mare pieno di miti. Miti che aveva raccontato nella sua ultima pubblicazione “In viaggio con la zia. Con due bambine alla scoperta del mito in Magna Grecia”. Nel giorno dell’ottavo anniversario della sua scomparsa sarà ricordata dal circolo culturale Guglielmo Calarco in occasione di un incontro.

La sua memoria sarebbe saldata ancora di più con il mare. Nel 2010 cullata dalle onde dello Stretto, a bordo di una nave, la pioniera del femminismo e del giornalismo fatto dalle donne oltre che scrittrice di teatro e televisione, aveva presentato la sua autobiografia “Nove dimissioni e mezzo. Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle”(Donzelli). Lo aveva fatto con gli amici, Nuccio Barillà, del direttivo di Legambiente nazionale, Tonino Perna, economista e sociologo, il compianto Renato Nicolini, docente universitario e AnnaRosa Macrì, amica, giornalista e scrittrice, A bordo dell’imponente Westfold che ogni giorno attraversava lo Stretto, la giornalista che emigrata nella capitale negli anni ’50, sfidando le convenzioni e i pregiudizi, si era raccontata con generosità come aveva fatto nella pagine della sua autobiografia.

“Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle”

Aveva condiviso la sua lunga ed intensa esperienza, il suo cammino accidentato ma mai arrestatosi, interrotto ma mai deviato. Nuove partenze nonostante le difficoltà, un pellegrinaggio da una testata all’altra, lei donna, sposata con figli, precaria ma caparbiamente e appassionatamente giornalista. E di quelle croniste che testimoniano un tempo, un’epoca perché vanno sul posto, vedono, respirano e poi scrivono. È l’atto di vedere ad assumere un senso privilegiato nel volume perché gli occhi blu di Adele rimangono indimenticabili.

Un manifesto di indipendenza e tenacia firmato da una donna determinata e appassionata. Una donna che ha tanto da raccontare alle nuove generazioni.

Una naufraga, insomma, a bordo di una nave che solca le acque del mito dello Stretto tra Reggio e Messina, in cui lasciare ondeggiare ricordi e aneddoti carichi di emozioni, in un moto costante  e leggero che è quello dell’attraversamento.

La seconda vita di Adele Cambria

«Adesso spero di potermi riposare e di potere leggere tutto quello che non sono risuscita a leggere. La vita di una giornalista si riempie di frammenti di cultura che vanno rimessi insieme e, quasi mai, una vita, anche se lunga come la mia, basta. Ce ne vorrebbe una seconda». Una seconda vita che certamente Adele ha nella memoria che la sua prima vita ancora alimenta.

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