venerdì,Marzo 29 2024

Notte degli archivi a Reggio: cartoline, foto e documenti per raccontare il viaggio come scoperta e come speranza – VIDEO

L’Archivio di Stato, la soprintendenza regionale Archivistica e Bibliografica e l’Unione donne in Italia hanno aderito alla manifestazione culturale ispirata al carnet de voyage

Notte degli archivi a Reggio: cartoline, foto e documenti per raccontare il viaggio come scoperta e come speranza – VIDEO

Il viaggio tra i luoghi della Calabria di una volta attraverso le cartoline d’epoca e quello alla scoperta del mondo visto attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica. Il viaggio come occasione di salvezza di un’infanzia minacciata dalla povertà. Ecco come Reggio Calabria, con l’Archivio di Stato (unico in regione ad avere aderito), la Soprintendenza regionale Archivistica e Bibliografica e l’Udi, ha declinato il tema scelto quest’anno per la notte degli Archivi, ossia i carnet de voyage, i taccuini di viaggio.

Fino a domenica in corso la manifestazione Archivissima. In queste ore il culmine con la cosiddetta notte degli archivi e la maratona di iniziative di tutta Italia.

Archivissima e il carnet de voyage

Oltre 400 enti, 150 nuove adesioni, 25 reti territoriali o tematiche, 150 eventi in presenza sul territorio, un palinsesto interamente dal vivo a Torino e centinaia di contenuti digitali inediti per raccontare il viaggio in tutte le sue sfaccettature attraverso documenti cartacei e immagini.

Le cartoline, affresco di un’epoca

«Le storiche immagini delle cartoline della collezione privata di Agazio Trombetta donata all’Archivio ci ha consentito di allestire la mostra “Saluti dalla Calabria”. Essa – ha spiegato Maria Mallemace, direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria – resterà visitabile per tutto il mese di giugno, dal lunedì al venerdì dalle ore dalle 8:30 alle ore 18:30. Un itinerario visivo attraverso il quale esplorare l’evoluzione culturale dell’approccio al viaggio e la sua percezione nell’immaginario collettivo nel corso del secolo scorso.

Le cartoline aprono un mondo e ci consentono di compiere un viaggio inedito alla scoperta e alla riscoperta del nostro territorio. Protagonisti i luoghi rappresentativi della nostra Reggio, come il Duomo, il Lido comunale e il Museo, ma anche di altre località della Calabria come Roccelletta di Borgia e Soverato.

Un tuffo dentro i costumi dell’epoca. Anche le farmacie erano solite consegnare delle cartoline ai clienti come accaduto a Bova negli anni Quaranta. L’esposizione sarà arricchita dalla proiezione di un video con immagini storiche della città di Reggio Calabria, realizzato in collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Calabria». Così ha concluso Maria Mallemace, direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria.

Un viaggio nel tempo e tra i luoghi

«Abbiamo immaginato un viaggio nel tempo oltre che tra luoghi. Un itinerario che potesse raccontare le epoche e i sentimenti che le hanno attraversate. Un tempo – ha sottolineato l’archivista Carmela Minarda – le cartoline erano strettamente legate al viaggio. Si spedivano per condividere con chi non era partito, i luoghi visitati e le emozioni vissute. Ci sono cartoline antiche che ritraggono paesaggi, luoghi sacri e grandi opere in costruzione, specie dopo il terremoto del 1908. Cartoline illustrate, anche colorate, come quella particolarmente rappresentativa degli anni Sessanta che ritrae il lido Comunale. Un’immagine emblema del boom economico e del turismo per tutti.

Ma le cartoline erano anche celebrative di eventi come quella dell‘inaugurazione del teatro Cilea il 26 marzo 1946 con la rappresentazione dell’opera Andrea Chenier oppure erano veicolo di sensibilizzazione per raccolte fondi a favore degli orfani e dei terremotati, come quelle ritrai i superstiti del sisma del 1908 a Sinopoli. Proponiamo, dunque, un viaggio suggestivo e pregnante che abbraccia un secolo», ha spiegato Carmela Minarda, archivista libero-professionista e curatrice dell’esposizione “Saluti dalla Calabria”.

Le foto come finestra sul mondo

Un viaggio fotografico nel mondo è invece la proposta della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Calabria. Una preziosa selezione di fotografie appartenenti all’archivio fotografico privato dell’aristocratico reggino Francesco Saverio Nesci (1882 – 1951). Esso è stato recentemente dichiarato di interesse storico particolarmente importante.

Appassionato di fotografia e tecnologia, nei primi anni del Novecento compì una serie di viaggi in Italia e oltre, compresa la crociera sullo yacht “Ile de France”, da Dunkerque a Capo Nord, attraverso la Svezia, la Norvegia e la Russia Settentrionale. La sua documentazione è accurata e scandita da stereoscopie. Un carnet ricco che è anche una vivace testimonianza dei luoghi visitati.

I viaggi come salvezza

Voce anche alla Storia. Lo Spazio Open di Reggio Calabria ha ospitato l’iniziativa dell’Unione donne in Italia della città dello Stretto. Il suo archivio rientra nell’associazione nazionale degli Archivi Udi. L’associazione ha partecipato alla manifestazione con il cortometraggio “Taccuini di viaggio e di speranza: salviamo i bambini”. Le immagini dei documenti raccontano il contributo reso anche dalle donne dell’Udi di Reggio Calabria per salvare l’infanzia dalla miseria all’indomani dell’alluvione del 1951.

Grazie alla documentazione raccolta e ordinata dall’Udi di Reggio Calabria, alla ricerca di una sede anche per rendere fruibile questo prezioso patrimonio storico della Città, il video racconta anche dei treni partiti da Reggio. Tantissimi i bambini offrire ai bambini la possibilità di un’infanzia lontani dai luoghi natii devastati e da ricostruire.

Sui binari della speranza

«Il nostro archivio ancora in allestimento – ha spiegato Titti Federico dell’Udi di Reggio Calabri – decorre dalla fine del periodo bellico quindi dal 1946. Nel cortometraggio “Taccuini di viaggio e di speranza: salviamo i bambini”, con il quale stiamo partecipando ad Archivissima, anche i viaggi in treno dei bambini reggini dal Dopoguerra fino al 1970. Partivano dalle zone disastrate dalla guerra o alluvionate verso l’Emilia-Romagna e altre regioni del nord.

La documentazione attesta l’intensa attività di relazione delle donne di tutta Italia. L’idea dei treni dei bambini è nata dall’associazionismo delle donne dell’Udi, del Cif e della Crocerossa. È nata dalla loro capacità di fare rete e di costruire solidarietà, alimentando una straordinaria sorellanza.

Noi custodiamo gli elenchi dei bambini che partivano, i permessi dei genitori, l’attestazione del “ritorno a casa in buone condizioni di salute”, la documentazione del loro soggiorno. Preziose testimonianze di una organizzazione straordinaria e non solo per l’efficienza. Come si dice nel cortometraggio “Ogni donna era un nodo di una rete solidale estesa in tutto il paese”», ha sottolineato Titti Federico dell’Udi di Reggio Calabria.

La notte più lunga

Nel cortometraggio rievocato il frangente drammatico dell’intervento della polizia per ostacolare le partenze. Questo il racconto che emerge dai documenti, affidato alla voce di Rosangela Pesenti.

«Anche in Calabria dove le alluvioni dell’autunno 1951 avevano distrutto i mezzi più elementari di vita per migliaia di famiglie, ebbe luogo l’iniziativa delle donne dell’Udi per salvare i bambini. Il 19 dicembre arrivarono nella Camera del lavoro di Reggio Calabria circa 400 bambini pronti a partire. A un tratto la polizia giunse sul posto in forze e le autorità governative, dichiarando che avrebbero trattenuto i bambini fino a quando non fossero stati fatti accertamenti.

Per la notte i bambini, sottratti ogni controllo e decisione degli accompagnatori a cui erano stati affidati dalle famiglie, furono dispersi in locali di fortuna. La maggior parte venne portata nell’orfanotrofio provinciale. Mentre le trattative erano ancora in corso, quattro camion carichi di agenti armati di mitra prelevarono i bambini terrorizzati e, per ordine del prefetto, li traghettarono in Sicilia, rinchiudendoli in alcuni istituti religiosi che solo più tardi poterono essere identificati.

Per tutta la notte tra il 20 e il 21 dicembre Reggio Calabria fu tenuta in stato di assedio, circondata da ogni parte da blocchi stradali della polizia armata. Solo il 23 dicembre, grazie alle proteste e alla denuncia da parte del comitato organizzativo, le forze di polizia furono costrette a liberare i bambini per ordine del procuratore della Repubblica. I bambini riuscirono finalmente a partire».

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