lunedì,Aprile 29 2024

Museo di Reggio, apertura straordinaria a Pasqua e a Pasquetta per ammirare i Bronzi e gli altri antichi tesori – FOTO

Visitabile anche la mostra temporanea “Castelli e Chiese di Calabria e Basilicata” con le preziose miniature di monumenti più rappresentativi della regione. Domenica aperte anche le Tombe ellenistiche

Museo di Reggio, apertura straordinaria a Pasqua e a Pasquetta per ammirare i Bronzi e gli altri antichi tesori – FOTO

Per chi scegliesse di trascorrere le giornate di festa nel segno della storia, dell’architettura e dell’archeologia, il ministero della Cultura ha disposto anche nella nostra regione delle aperture straordinarie a Pasqua e a Pasquetta di musei, aree archeologiche, gallerie e chiese. In particolare, nel reggino aperte le porte per visitare la chiesa di San Francesco d’Assisi a Gerace e la Cattolica di Stilo, il museo e il parco archeologico Archeo Deri di Bova Marina, il museo e il parco archeologico di Locri e dell’Antica Kaulon a Monasterace.

A Pasqua e a Pasquetta aperto anche il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, con i Bronzi di Riace, capolavori indiscussi risalenti al V secolo A.C., e con gli altri antichi e preziosi reperti e la mostra temporanea “Castelli e Chiese di Calabria e Basilicata” allestita in piazza Paolo Orsi. Il museo, con ingresso regolarmente a pagamento, sarà aperto dalle ore 9 alle ore 20 (ultimo ingresso alle ore 19.30). Sempre al museo di Reggio, nella sola giornata di Pasqua (dalle ore 9:30 alle ore 13:30 e dalle ore 15 alle 19) saranno anche visitabili le Tombe ellenistiche.


Dopo le tappe Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Lamezia Terme, nella città dello Stretto sta facendo, adesso, tappa l’esposizione delle preziose miniature della Fondazione Carical. Capolavori realizzati dal Maestro Domenico Chiarella per la Calabria e dal Maestro Franco Artese per la Basilicata.

Si tratta di venti preziosi manufatti che riproducono fedelmente alcuni tra i più importanti e rappresentativi Castelli e Chiese del territorio calabrese e lucano. Tra questi il Castello aragonese di Reggio Calabria e quello Ruffo di Scilla, la Cattolica e il Castello di Normanno di Stilo e la Cattedrale di Gerace.


Il castello Ruffo di Scilla

La prima fortificazione di Scilla (promontorio scilleo) risale agli inizi del V secolo a.C.. Sorta per difendersi dalle ripetute scorrerie di pirati, contrastate dal tiranno reggino Anassila, essa era la postazione ideale per avvistare e proteggere le terre di Calabria da chi arrivava dal mare.

Il Castello Ruffo di Scilla ha infatti origini antiche che dagli Etruschi, attraversando il periodo magnogreco e romano, arrivano all’epoca bizantina. Essa è testimoniata dai resti di alcune strutture murarie del monastero basiliano di San Pancrazio, risalente all’IX secolo. Da presidio di difesa dalle incursioni saracene, la rocca divenne nei secoli fortificazione sempre più grande, solida e suggestiva. Nel 1546 il Castello fu acquistato da Paolo Ruffo che commissionò il restauro del palazzo Baronale. I terremoti del 1783 e del 1908 lo danneggiarono seriamente. Dal 1913 ospita il Faro militare noto come faro di Scilla. Dopo un recente restauro, il castello ospita mostre ed eventi culturali e offre uno straordinario punto di osservazione panoramico dello Stretto.

Il complesso ha una pianta irregolare, con corpi di fabbrica di epoche differenti. Si accede superando un portale in pietra con arco a sesto acuto, sormontato dallo stemma nobiliare dei Ruffo, e attraversando un androne con volta ribassata fino a un cortile, con scalone esterno, che porta all’ingresso della residenza vera e propria. A Sud un corpo di fabbrica, costituito da sei vani coperti con volta a botte, costituisce il piano terra dell’antico castello. Nella zona Nord-Est sono stati ritrovati una galleria di difesa, le cisterne, le fondazioni dell’antica residenza baronale e della cappella. Oggi il castello è centro culturale, sede di incontri e mostre.


Il Castello normanno di Stilo


Il castello, costruito da Ruggero Il sul Monte Consolino nel secolo XI, si presentava originariamente come un edificio elevato di tre piani. L’impianto irregolare della fortificazione è stato realizzato seguendo l’orografia del terreno, con lo scopo di dare rifugio alla popolazione e alle greggi in caso di attacco nemico.

Oggi si intravedono solo alcune porzioni dell’antico muro di cinta, che correva nella parte orientale della rupe, con sei torri circolari di epoca angioina e l’antica soglia del portale d’ingresso.
Sud. Sul lato Nord invece rimane l’antico donjon di epoca normanna, mentre addossate a essa, sono superstiti le due torri semicircolari di epoca aragonese. Queste occupano la parte frontale del fortilizio quadrangolare che nella parte centrale ospitava una cappella di cui rimangono visibili tracce.
Dell’imponente struttura difensiva rimangono soltanto le due possenti torri, con triplice ordine di feritoie, a pianta circolare, che incorniciano l’ingresso. Oggi il castello dopo diversi interventi di restauro è fruibile.



La Cattolica di Stilo


La cattolica di Stilo, costruita nel secolo IX, è collocata ai piedi del Monte Consolino e si presenta esternamente come un cubo di piccolissime dimensioni. I muri perimetrali, così come le cupolette, sono costruiti in laterizi rossi di grandezza considerevole.

L’edificio, a pianta centrale quadrata, ha tre absidi rivolte sul lato orientale, possiede un’unica porta d’accesso, ed è sormontata da cinque cupolette finestrate. La più alta, posta al centro, presenta una doppia finestra.
L’interno, che conserva brani di affreschi, è suddiviso da quattro colonne (una in marmo lunense, due in cipollino e l’ultima in granito) che reggono le arcate su cui poggiano le cinque cupolette.
Dal 2006 inserita nella lista dei luoghi candidati a diventare Patrimonio Unesco, è oggi sito della Direzione Regionale Musei Calabria del Ministero della Cultura.

La Cattedrale di Gerace


Costruita sotto il dominio dei Normanni tra il 1085 ed il 1120 su avanzi di una preesistente struttura sacra dedicata all’Aghia Kyriaki (Santa Ciriaca) risalente all’VIII secolo, la Cattedrale di Gerace è la più grande chiesa romanica dell’Italia Meridionale.
Dedicata all’Assunta, è il monumento più rappresentativo dell’architettura bizantino-romanico-normanna calabrese, contempera elementi greci e latini ed è stata dichiarata “bene architettonico” di interesse nazionale.

Sulla sua sommità vi è una caratteristica meridiana tuttora funzionante e numerose e pregiate sono le opere presenti, come il bassorilievo della prima metà del ‘500 raffigurante l’Incredulità di San Tommaso. La cripta ospita la Cappella della Madonna dell’Itria, piccolo ambiente ricavato nel 1261 da una chiesa rupestre; l’altare con la trecentesca statua della Vergine col Bambino che gioca con una colonna, opera dell’artista senese Tino da Camaino.

Nella cappella di San Giuseppe è ubicato il museo Diocesano nel quale sono custoditi vari tesori. Tra questi una stauroteca (custodia del sacro legno) in argento dorato, pietre dure e perline, fabbricata probabilmente nei laboratori normanni siciliani del XII secolo; un grande ostensorio ottocentesco in argento dorato e ornato da pietre dure; un calice in filigrana e pietre dure, datato 1726, opera di argentieri siciliani; una statua dell’Assunta in argento realizzata nel 1722.


Il Castello aragonese di Reggio Calabria


Al nucleo originario, già parte del sistema difensivo della città arcaica, si aggiunse un vero e proprio kastron sul finire della prima metà del vi secolo d.C.. All’arrivo delle truppe bizantine, Belisario, trovando la città priva di difese, promosse opere finalizzate alla protezione del porto. Divenuta sede dei duchi bizantini, in quanto capitale del thema di Calabria, il complesso si doto di un recinto fortificato che resistette alle incursioni di matrice normanna.
L’originario impianto del castello di Reggio ha subito numerose trasformazioni, frutto del succedersi dei vari adeguamenti e sismi che distrussero gran parte degli elementi più antichi.

Della struttura sono pervenute due torri aragonesi a pianta circolare. A seguito della frammentazione delle masse murarie crollate nel 1986 si intrapresero lavori di restauro statico che si conclusero quattro anni dopo. Il castello con la sua presenza sul territorio è testimonianza del succedersi non solo di dominazioni ma anche di adeguamenti delle varie epoche. Da dimora rappresentativa del potere, in particolare aragonese, a centro strategico di scopi militari, che si sono spinti fino all’ultima guerra mondiale. L’edificio ospita oggi mostre temporanee ed eventi.



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