lunedì,Aprile 29 2024

Per il Recovery Fund non la Calabria che avanza, ma quella che è avanzata

Invece di usare questa occasione storica per uscire dallo stato di subordinazione e minorità imposto al Mezzogiorno dalla struttura “duale” dell'Italia, il Sud rischia di esserne travolto peggio che da una guerra

Per il Recovery Fund non la Calabria che avanza, ma quella che è avanzata

di Pino Aprile

Con le risorse del Recovery Fundla più grande sfida di sempre sta per abbattersi (temo sia il termine giusto) sul Sud e soprattutto sull’anello più debole: la Calabria. Ma invece di usare questa occasione storica per uscire, dopo un secolo e mezzo, dallo stato di subordinazione e minorità imposto al Mezzogiorno dalla struttura “duale” dell’Italia (il Paese più disuguale dell’Occidente, con investimenti pubblici e infrastrutture che arricchiscono solo alcune regioni), il Sud rischia di esserne travolto peggio che da una guerra.

Nonostante le ripetute raccomandazioni dell’Unione Europea, la squilibrata distribuzione della più grande quantità di risorse mai piovuta sul Paese (tanto a chi ha già il superfluo, quasi niente a chi non ha nemmeno il necessario: questa è l’equità del Piano-Draghi) metterà l’economia del Nord in grado di comprarsi, con i soldi sottratti al Sud, tutto quello che vale qualcosa, a Sud. E questo avverrebbe, come ormai da sempre, con la complicità di buona parte della classe dirigente meridionale, ricompensata con “il posto a tavola” (o sotto il tavolo, per le briciole). Esagero? Valutate voi:

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