martedì,Maggio 7 2024

A Cittanova la giornata solidale di riflessione #Women: tributo a Carmelo Pinto

Appuntamento per il 22 dicembre, al teatro Gentile, dalle 9 alle 13

A Cittanova la giornata solidale di riflessione #Women: tributo a Carmelo Pinto

Donna, vita, libertà” è lo slogan che accompagna il movimento di sostegno alle lotte per i diritti civili femminili in Iran e in reazione all’efferato femminicidio di Stato di Mahsa Amini, giovane iraniana di origine curda, arrestata dalla polizia morale perché aveva il velo fuori posto. Era l’ultima causa che Carmelo Pinto aveva abbracciato con tutto il cuore. Era un uomo che amava profondamente le donne nel senso più intellettivo del termine e si batteva sinceramente contro la società dello stereotipo patriarcale. Soffriva visceralmente per l’ingiustizia della discriminazione di genere ad ogni livello nel mondo. Per questo aveva espressamente richiesto agli amici più intimi che i suoi funerali venissero celebrati con un flash mob partecipato dai giovani studenti e che richiamasse l’attenzione su questo tema.

Una giornata solidale di riflessione su Diritti civili, Donne, Pace, Creatività intitolata #Women “Donna, Vita, Libertà”, che si terrà venerdì 22 dicembre, al Cinema Teatro “R. Gentile” di Cittanova, dalle ore 9 fino alle ore 13.  Nel corso della manifestazione si susseguiranno i ricordi e le testimonianze di familiari, ex-allievi, colleghi, amici, artisti, attivisti, donne mediorientali, intervallandosi a momenti di musica dal vivo, proiezioni video e materiali fotografici, performances. Il tutto con l’obiettivo di alzare il livello del dialogo e del confronto per sensibilizzare al tema dell’uguaglianza di genere e dei diritti civili e contro ogni forma di violenza sulle donne, ma anche di ricostruire la figura di Carmelo Pinto uomo, artista, insegnante, maestro d’arte e di vita che per tanti si è speso e in cui ha lasciato una traccia profonda. Ci sarà anche l’occasione di conoscere un Carmelo Pinto ancora inedito, in veste di poeta, le cui impressioni ed emozioni hanno finalmente trovato una casa concreta in “Macchie d’Inchiostro – raccolta di poesie 1964/2020” con le grafiche di Maurizio Carnevali e un testo critico letterario di Francesca Neri, edita da Lyriks e che sarà presentata al pubblico in forma di reading partecipato durante la manifestazione. 

Il ritratto che campeggia sulla locandina dell’evento è un pastello di Carmelo realizzato dall’amico artista Giovambattista Fonti, anche lui recentemente scomparso. «Agiamo nella convinzione che questa sia la cosa giusta da fare – affermano gli organizzatori – non solo per Carmelo Pinto, ma anche per la società che ha estremo bisogno di conoscere figure di uomo come la sua e che i suoi valori e i suoi ideali, tramandati con pazienza e gentilezza, meritano di continuare ad essere diffusi. Riteniamo sia quanto di più necessario ed urgente, anche in virtù del momento storico che stiamo vivendo. “Partecipate liberi, partecipate tutti!” Vi aspettiamo!». 

Chi era Carmelo Pinto

Nasce a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, il 9 dicembre del 1948. La madre Amalia è sicilana di Noto, il padre Gaetano è campano di Amalfi. Trascorre un’infanzia non particolarmente felice in cui ricorda ancora l’ebbrezza del cominciare a camminare solo a 7 anni, dopo diversi interventi chirurgici ai piedi. Nel 1957, dopo l’ultimo intervento chirurgico, è ospite degli zii in Basilicata, dove vive per due anni a Lauria, in provincia di Potenza, e dove indossa per la prima volta i pantaloncini corti e inizia a vivere la sua infanzia. Qui frequenta la IV e la V elementare fino alla prima media e si appassiona alla lettura grazie ai tanti libri che riceve in dono. A scuola approfondisce la lettura con il maestro Vincenzo Del Duca, appassionato di scienza, che fa leggere agli alunni i testi di letteratura per ragazzi di quegli anni.

Il rapporto con alcuni dei suoi compagni di scuola si prolunga in fedele amicizia fino ad oggi. Rientrato a Palmi incontra Marcello Zoccali (giovane esponete politico della sinistra) che in quel periodo è il catalizzatore delle attività culturali e politiche di quella generazione a Palmi e nella Piana di Gioia Tauro. Insieme ad altri coetanei frequenta il filosofo Domenico Antonio Cardona con il quale discute di filosofia ed in particolare dell’Esistenzialismo. Frequenta anche lo scrittore Leonida Repaci durante le sue permanenze estive a “Villa Pietrosa” di Palmi con il quale dialogano di letteratura, degli scrittori, degli artisti e degli intellettuali che animano la vita culturale ed artistica italiana di quegli anni. Rapporti che hanno alimentato le passioni politiche e l’interesse artistico per la fotografia. Agli inizi degli anni ’60 frequenta fino al quarto anno il liceo scientifico di Palmi “N. Pizi” per poi passare al liceo artistico di Reggio Calabria “A. Frangipane”. Sono questi gli anni in cui comincia a scrivere i primi versi su quaderni e fogli volanti.

Dopo il diploma si iscrive alla facoltà di Architettura di Reggio Calabria. Non completa il corso di laurea perché nel frattempo la rivolta per Reggio capoluogo ha trasformato la città in un laboratorio delle destre eversive e l’ha resa impraticabile ai giovani di sinistra e soprattutto agli studenti che frequentano la facoltà di Architettura. Ed è proprio in quegli anni che nasce in lui la passione per la fotografia, grazie al rapporto con la natura e il paesaggio naturalistico della Calabria, che scopre durante le camminate per i sentieri di montagna dai quali lo sguardo spazia sul Mediterraneo, dalla Costa viola alle isole Eolie, dalla Sicilia fino a Capo Vaticano. La prima macchina fotografica, una Olimpus, comprata a rate da un amico che aveva un negozio di attrezzature fotografiche, è poi arricchita con nuovi obiettivi, grandangolare e teleobiettivo per i ritratti. A Roma compra al mercatino dell’usato la prima Hasselblad 6×6.

Nella primavera del 1968 aderisce ad una formazione extra parlamentare di sinistra della quale diventa dirigente regionale. Nel 1969 viene inviato a Torino per svolgere lavoro politico con gli immigrati meridionali. A Torino vive la stagione dell’autunno caldo con le lotte operaie che portano all’approvazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Nel 1972 lavora come direttore notturno al campeggio Sant’Elia di Palmi. Qui conosce due giornalisti di Roma che scrivevano per L’Espresso e Paese Sera (Sergio Maggioli e la moglie Renata) con i quali mantiene rapporti per anni. Con quanto guadagnato al campeggio compra una Olivetti 22 con la quale finalmente batte a macchina e riordina i versi scritti a mano fino ad allora.

Decide dopo l’estate di andare a vivere da solo in un appartamento-studio preso in affitto da uno zio che vive a Voghera, amante dell’arte e abile disegnatore che gli regala una valigetta con colori ad olio e pennelli. Con questi incomincia a dipingere su tela, prima su piccole dimensioni e successivamente su tele più grandi. Lo studio è nel centro storico di Palmi ed è immerso negli odori di gelsomino e di glicine. Nel 1974 comincia a lavorare nel sindacato (alla CGIL per circa 15 anni) e nel 1976 viene inviato, all’apertura dei cantieri del porto industriale di Gioia Tauro, come dirigente dei lavoratori impegnati nelle grandi opere per lo sviluppo dell’area, come la costruzione del Porto di Gioia Tauro, la Diga sul Metramo, la Superstrada Ionio-Tirreno. Sono anni molto duri che paga con la prima ischemia che lo porta a lasciare il sindacato. Alla fine degli anni ’80, sfruttando la passione per la fotografia, inizia l’attività come docente di Arte della fotografia e della cinematografia presso l’Istituto Statale d’Arte “M. Guerrisi” (oggi liceo artistico) di Cittanova (RC).

Coltiva con i ragazzi numerosi laboratori creativi, campagne fotografiche e video sul territorio. Con un reportage sui carbonai di Serra San Bruno e dell’Aspromonte realizza una mostra che sarà esposta anche a Berlino. Nel 2001, insieme a tre colleghi del Liceo Artistico e dell’Istituto Agrario di Reggio Calabria, oltre che dell’Istituto Alberghiero di Villa San Giovanni, dà vita a un progetto di educazione ambientale denominato “Aspromonte liberamente”* e rivolto alle scuole del territorio, che riscuote uno straordinario successo attirando giovani anche dal resto d’Italia e dall’estero. In pensione dal giugno 2015, Carmelo Pinto continua a coltivare con gli amici e con i suoi numerosissimi ex allievi la passione per l’arte, la solidarietà e la giustizia sociale. Dopo una lunga malattia, ci lascia il 30 ottobre 2023, poco prima della pubblicazione di questo volume.

* “Aspromonte liberamente” è stato un progetto di educazione ambientale rivolto agli alunni delle scuole superiori con l’obiettivo di portarli sul campo, a frequentare un territorio che in quegli anni è solo appannaggio degli addetti ai lavori o di quelli che hanno interessi economici con la montagna. Il progetto ha raccolto le adesioni di 12 scuole della provincia di Reggio Calabria, di una scuola della provincia di Modena e di una della Val di Susa. Nei mesi successivi hanno aderito altre scuole della provincia organizzate in rete. Tra gli obiettivi, il recupero dell’Ostello della gioventù, da anni abbandonato in cima a monte Nardello, nei pressi di Montalto e della ex base Nato, e un piano di riconversione della dismessa base USAF in laboratorio ambientale aperto. Il progetto si è articolato in diverse fasi: a quella di studio e ricerca, svoltasi all’interno di ogni scuola sulla base delle proprie specificità, è seguita, in estate, l’organizzazione di campi di lavoro in partenariato con il Servizio Civile Internazionale.

Ai campi di lavoro hanno aderito negli anni giovani provenienti da 37 paesi europei ed extra europei che hanno concorso al recupero di aree degradate del territorio del Parco Nazionale dell’Aspromonte per restituirle rigenerate all’uso collettivo, e questo ha consentito ai ragazzi della provincia di Reggio Calabria di incontrare centinaia di loro coetanei europei ed extra europei. Il progetto si è concluso nel 2010 con l’ultimo campo dedicato alla pace nel mondo. Negli anni, all’interno del progetto, hanno trovato posto iniziative realizzate con gli studenti in occasione della “Giornata internazionale dei diritti dell’uomo” e della “Giornata della Memoria”. L’esperienza vissuta dai ragazzi è stata molto forte e ha influenzato le loro scelte nel campo degli studi e del lavoro, ancora oggi funziona come incredibile attrattore di riflessione esistenziale.

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