sabato,Maggio 4 2024

Minicuci show in consiglio comunale: «Non ho detto che è Falcomatà è un carrialande»

Il consigliere d'opposizione poco prima aveva apostrofato Falcomatà come «incompetente trasportatore di materiali ferrosi di alcuna utilità»

Minicuci show in consiglio comunale: «Non ho detto che è Falcomatà è un carrialande»

Numeri da cabaret, con sketch abilmente preparati. Uno show? No, il consiglio comunale di Reggio Calabria dove a farla da unico e inimitabile mattatore è il principe dell’opposizione Antonino Minicuci.

Anche ieri, la parte più divertente è stata quella relativa agli interventi dell’ex candidato a sindaco per la Lega, sconfitto proprio dal sindaco Falcomatà. Una seduta del civico consesso caratterizzata per tre quarti da lavori preliminari che, oramai come prassi, più che una mera fase introduttiva, diventano il cuore del consiglio. La parte cioè dove maggioranza e opposizione non le mandano a dire, in un batti e ribatti reciproco.

Dice Pinocchio al sindaco Minicuci e poi incalza «Lei aveva detto in campagna elettorale che il primo novembre avrebbe risolto il problema dei rifiuti, forse ha sbagliato data, era il 2 novembre perchè tra i morti che votano e quelli che stanno negli scranni senza far nulla per la città di esempi ne abbiamo a iosa».

Ma non finisce qui. L’ilarità raggiunge l’apice quando Minicuci, sempre rivolto al primo cittadino spiega: «È un incompetente trasportatore di materiali ferrosi di alcuna utilità». Ed al primo rimbrotto del presidente del consiglio, Enzo Marra, per ripristinare l’ordine Minicuci riprende «Non ho detto “carrialande”». Battuta da comico consumato. Ridono tutti, a destra e a sinistra. Un’ilarità che ricordiamo era nata proprio nel corso del confronto finale, nell’autunno dello scorso anno, tra i due candidati a sindaco di Reggio, su Lacnews24, quando Minicuci caduto in una provocazione aveva sbottato: «Falcomatà ragazzino, io la politica te la insegno. Non capisci un c (…) ». E il sindaco, con sguardo scandalizzato, aveva risposto: «Dottore Minicuci, il turpiloquio no…».

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