domenica,Maggio 19 2024

Villa San Giovanni, dibattito del circolo del Pd sulla nonviolenza

In sintesi: «È il bilanciamento tra i rapporti di forza che può riportare in equilibrio lo squilibrio della violenza»

Villa San Giovanni, dibattito del circolo del Pd sulla nonviolenza

Riceviamo e pubblichiamo:

Tanti interventi complessi, ricchi di prospettive e di distinguo hanno caratterizzato, nel Circolo Pd di Villa San Giovanni, l’incontro su guerra e pace e ciò non può che comportare l’estrema serietà di ogni parola espressa, di ogni differenza emersa. Un incontro che è stato utile per i partecipanti e che costituisce un contributo che si offre al pubblico dibattito, alle ragioni della Nonviolenza.
È stato Antonio Morabito, il segretario del Pd Metropolitano, a giungere alle conclusioni “possibili”, seguendo gli spunti di tutti gli interventi, la traccia iniziale fornita da Totò Calabrò e gli elementi aggiuntivi di Patrizia Liberto.

Bisogna sviscerare i rischi esistenziali ed economici sempre sottesi ad una guerra e alle sue tragedie, è necessario conoscere gli interessi e le ideologie che sembrano muovere gli eserciti contro gli indifesi. Chi si occupa di Politica, infatti, deve sempre preoccuparsi dell’azione, del da farsi, della risposta alla domanda epocale “che fare?”. Ed anche dalla periferia d’Italia, anche da Villa SG e dalla CM reggina, può giungere un contributo significativo all’analisi fattiva.

È il bilanciamento tra i rapporti di forza che può riportare in equilibrio lo squilibrio della violenza. E la nostra “forza” è solo l’Europa unità, sono i nostri valori da difendere con una nuova assunzione di responsabilità, con un Esercito davvero Comunitario ma anche con una ritrovata autonomia energetica che ci consenta di non dipendere da Stati autocratici, lontani dalla nostra Storia democratica. Allo stesso tempo, inoltre, l’Europa – che è il nostro destino comune – non può abbandonare la propria visione maturata attraverso la costruzione “pacifica e pacificante” della UE: mai più guerre, mai più fame nel territorio europeo!

E ciò significa anche operare per il disarmo globale, per la diplomazia , per estendere gli ideali nonviolenti di inclusione e di relativizzazione delle identità escludenti.

Quelle identità perniciose che generano nazionalismo e divisione e che giungono ad “inventare” i nemici – i diversi – e non a costruire alleanze, amicizia nel comune sentire, nella Pace.

Il coraggio di Papa Francesco, l’eccezione dell’umile che affronta il Potere per schiudere la via del dialogo, deve diventare la buona regola per disarticolare la dinamica automatica della violenza.
Come Papa Francesco, infatti, occorre fare il primo passo. Occorre che le migliori personalità politiche  europee e occidentali sappiano attivare il Soft Power proprio della credibilità morale, della saggezza, di quel Compromesso Alto che possa giungere, presto, a far tacere le armi.Lo sforzo è enorme ma è l’unica strada percorribile per evitare l’escalation.

L’ethos dell’Europa è propriamente questo: Libertà e Giustizia sono i mattoni spirituali e concretissimi di una Casa comune che è anche la Casa degli Ucraini, di chi vuole “scegliere” il proprio destino, di chi vuole costruire il proprio futuro senza rimanere vincolato ad un passato di minorità, di subordinazione ad un Impero, ad una “matrice sacra” interpretata come insuperabile, come una vera e propria schiavitù eterna.

Oggi tocca all’Ucraina e domani a chi? Fare da argine a questo improprio ritorno al premoderno significa sostanziare i valori della Modernità Occidentale, significa offrirsi come Speranza per tutti i Popoli offesi dall’arbitrio del potente paranoico di turno.

Non si tratta più di “esportare la democrazia” ma di viverla innanzitutto Noi fino alle estreme conseguenze, con la fatica enorme ma indispensabile del dialogo sempre aperto. Le sanzioni economiche, l’isolamento dei violenti e di chi aggredisce, servono, eccome! Ed essere pronti ad accettare sacrifici importanti per la realizzazione dei nostri valori, per l’affermazione della via pacifica al benessere e al futuro, significa scommettere sul domani, sui nostri figli  liberi di non patire sotto le bombe.

Enzo Musolino, portavoce del PD villese

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