domenica,Maggio 26 2024

Nomine Hermes, scoppia una nuova guerra tra Falcomatà e il Pd

Il sindaco sospeso spinge per Alex Tripodi, segretario metropolitano di articolo Uno, ma non trova l’ok dei consiglieri di Area democratica

Nomine Hermes, scoppia una nuova guerra tra Falcomatà e il Pd

Dopo la batosta del congresso provinciale del Pd, nuove grane in vista per il sindaco sospeso di Reggio, Giuseppe Falcomatà. Avrebbe dovuto essere nominato il 7 marzo scorso il consiglio d’amministrazione di Hermes, società di servizi metropolitani. Un condizionale obbligatorio considerato che un nome in particolare tra quelli proposti è diventato motivo di scontro all’interno dello stesso Pd.

Il nome è quello di Alex Tripodi, segretario metropolitano di Articolo Uno, proposto dal sindaco sospeso, ma non visto di buon occhio dagli attori del suo stesso partito. Sulla designazione del componente del cda, Falcomatà avrebbe contro anche una parte dei consiglieri dell’Area del centrosinistra, da Filippo Quartuccio a Giuseppe Giordano. Un nome non gradito nemmeno ai Democratici progressisti. E non solo.

La proposta di Tripodi sarebbe peraltro incompatibile col regolamento per la “Definizione degli indirizzi per la nomina e la designazione dei rappresentanti del Comune del consiglio comunale presso enti, aziende e istituzioni”.

Tra le cause di incompatibilità ed esclusione dalle designazioni, la lettera f dell’articolo 4 specifica infatti “segretari e i presidenti di partiti politici a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale”. E Tripodi, come specificato, è segretario di partito.


Inoltre, il punto 2 dell’articolo 3 dello stesso regolamento, nel disporre dei requisiti soggettivi stabilisce che “i rappresentanti del comune presso enti, aziende e istituzioni debbono avere una comprovata competenza per attività di studio e/o di formazione professionali e/o per specifiche esperienze lavorative, adeguate alla specifica carica da ricoprire ed agli obiettivi che il comune si propone». Tripodi lavora in un’agenzia di assicurazioni.

Anche questa vicenda, dopo i dissidi per il congresso provinciale, testimonia dunque i disaccordi profondi tra il sindaco sospeso e il suo partito, il Pd.

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