Ato Unica: Brunetti «Liquidati anni di lavoro senza alcun coinvolgimento dei territori»

«In poco più di un’ora, il Consiglio regionale della Calabria ha liquidato anni ed anni di lavoro in cui i territori sono stati i reali protagonisti di una forte opera di riordino dei settori idrico e dei rifiuti. Con un colpo di spugna, senza alcuna concertazione e mandando al macero ogni riserva, sollecitazione e proposta degli enti locali rispetto ad un’abnorme riforma dei servizi, il Consiglio regionale si è assunto la responsabilità di far ripiombare i cittadini calabresi in un triste passato che rievoca gli anni bui del commissariamento che ci hanno consegnato lo sfascio attuale». È quanto afferma in una nota il sindaco ff di Reggio Calabria Paolo Brunetti secondo cui questa legge «offende oltremodo i Comuni». Ma ciò che fa più male, a parere di Brunetti è la «leggerezza con la quale si è scelto di umiliare, con inaudita supponenza, comunità intere che pagheranno, a carissimo prezzo, l’arroganza di una politica miope, sorda ed autoreferenziale».

Il sindaco facente funzioni ricorda come in questi anni, a Reggio come in tutta la Calabria, si sia pesantemente subita l’assenza di programmazione della Regione che aveva deliberatamente e repentinamente scelto di liberarsi della gestione del ciclo dei rifiuti. «In assoluta autonomia, mentre le nostre strade si trasformavano in discariche a cielo aperto, abbiamo faticato e non poco per renderci autonomi, provando a riparare un sistema obsoleto e sgangherato. Ora si decide di ricentralizzare tutto, concentrando pieni poteri sul presidente della giunta regionale che, da plenipotenziario, avrà libertà di scelta sul direttore generale di un’unica Ato. Sindaci ed amministratori locali, di fatto, vengono esautorati e, ancora una volta, posti ai margini delle scelte».

Per Brunetti, insomma, viene mortificata e svilita l’opera della Città Metropolitana avviata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, proseguita dal facente funzioni Carmelo Versace e diretta dal consigliere delegato all’Ambiente, Salvatore Fuda, che ha definito il piano d’ambito, individuando le aree di smaltimento, rivitalizzando la raccolta differenziata e presentando «un programma virtuoso che, attraverso i fondi del Pnrr, avrebbe dotato il territorio di strutture di smaltimento moderne, altamente tecnologiche ed ecologicamente all’avanguardia».

«Oltraggiosi», secondo Brunetti, sono stati alcuni interventi in aula sul raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro: «È folle pensare all’aumento esponenziale di rifiuti da bruciare quando l’attuale impianto fa fatica a garantire il corretto ed ordinario funzionamento delle linee attuali. Questo dato fornisce l’assoluta mancanza di conoscenza della realtà e del pesante sacrificio, fino ad oggi, richiesto ai cittadini della Piana. Non si può pensare, quindi, di trasformare Gioia Tauro nell’immondizzaio calabrese».

Da qui l’invito alla Regione perché rifletta su quello che è «un errore madornale – conclude Brunetti – che peserà sul futuro di intere generazioni. Chi ci guadagna, invece, sono i soliti privati che continueranno a gestire gli impianti ed un tipo di politica dall’ego smisurato che rischia di portare la Calabria, in settori strategici come quello dei rifiuti e dell’acqua, nuovamente sul baratro».

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