Dal Ponte all’Aeroporto del Mela, il derby dello Stretto tra Lega e Forza Italia

Il Sud non più visto come un problema ma come un’occasione di sviluppo per tutta la nazione. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni illustrando le linee programmatiche di mandato dicendosi convinta che questa sia anche l’occasione migliore per tornare a porre al centro dell’agenda Italia la questione meridionale, con l’impegno di lavorare sodo per colmare un divario infrastrutturale inaccettabile.

Parole che suonano come una dolce melodia per gli affezionati al Ponte sullo Stretto che, messo nero su bianco, nel programma di governo del centrodestra che ha vinto le elezioni, diventa nuovamente priorità. Almeno nelle intenzioni del neo ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini che proprio sul ponte ha puntato forte in campagna elettorale.

Gli ingredienti del resto sembrano esserci tutti: Due presidenti di regione, Renato Schifani e Roberto Occhiuto, totalmente d’accordo, un governo nazionale possibilista e un ministro apertamente disposto ad andare fino in fondo, come ha spiegato a Porta a Porta non più di qualche giorno fa lo stesso Salvini.

Dal Ponte all’Aeroporto, è derby Lega-FI

Salvini ha però spiegato che fare il Ponte non significa solo mettere sù un cantiere per coprire la distanza di 3,3 km di mare che separa le due regioni. Occorre lavorare sull’alta velocità. Ma occorre lavorare anche per migliorare la situazione volativa delle due regioni, e nel caso specifico della sponda calabrese che, dotata già del “Tito Minniti”, può e deve attirare l’utenza peloritana, anche per assicurarsi un futuro.  

Ma qui il fronte si fa duplice. Quasi a delinearsi come una sorta di derby dello Stretto tra Lega e Forza Italia. Perché se l’Aeroporto dello Stretto può contare sulla coppia azzurra formata dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e dal deputato Francesco Cannizzaro, il Ponte sullo Stretto – che ha registrato la fondamentale convergenza tra Occhiuto e il neo presidente siciliano Renato Schifani – ha nel ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini e nel deputato messinese leghista Nino Germanà, i suoi più strenui difensori.

Ma la partita, se vogliamo, si complica proprio sull’attività volativa. A sentire Nino Germanà, infatti, le manovre per risollevare l’Aeroporto dello Stretto non servono a niente. «Reggio Calabria, senza il Messinese – ha dichiarato – ha solamente 400mila passeggeri annui non giustificando così, se non con grosse perdite per le casse pubbliche, la propria esistenza».

Un nuovo Aeroporto per l’area metropolitana

Per Germanà, nei fatti, esisterebbero due semplici “scelte di buon senso”: «la realizzazione del Ponte sullo Stretto e la costruzione di un aeroporto al servizio della nuova Area metropolitana messinese e reggina che da studi approfonditi, sia dal punto di vista tecnico che economico, potrebbe ricadere nella Valle del Mela».

Alla base della considerazione c’è tutta una serie di questioni come il fatto che «Milazzo è baricentrica tra Cefalù e Gioia Tauro per una popolazione di oltre un milione e mezzo di residenti e anche per le zone con più presenze turistiche della Sicilia (Cefalù, Capo d’Orlando, Isole Eolie, Taorminae Scilla)». Gli investimenti sono fattibili – assicura ancora il deputato messinese – con l’ampia dotazione di fondi strutturali e la progettazione è già esistente.

Insomma per lui esiste una sola via da seguire: «Messina e Reggio Calabria dovrebbero essere un’unica realtà urbana con un aeroporto, quello del Mela, in grado di crescere fino a 3 milioni di passeggeri l’anno in pochi anni». Come si chiamerà? Germanà propone come nome per l’aerostruttura del Mela quella di “Aeroporto del Ponte”.

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