lunedì,Maggio 6 2024

Legge sul gioco d’azzardo, i capigruppo gettano la spugna: «Ritiriamo le firme»

Dopo settimane intense di polemiche la svolta da Palazzo Campanella. Il centrodestra si rimette alle decisioni della riunione di lunedì prossimo

Legge sul gioco d’azzardo, i capigruppo gettano la spugna: «Ritiriamo le firme»

Tanto tuonò che piovve. La polemica nata attorno alle modifiche alla legge che disciplina le sale da gioco in Calabria ha sortito l’effetto sperato da tanti cittadini, associazioni e non ultima la Conferenza episcopale calabrese, che si erano fermamente opposti ad un avvertito allentamento delle misure che pure fino ad oggi erano state male applicate.

Alla fine di una settimana intensa e con il Consiglio regionale alle porte – è convocato per lunedì prossimo – i capigruppo di maggioranza gettano la spugna e rinunciano a forzare la mano sulla proposta che aveva subito già uno stop nell’ultima seduta di Consiglio quando per assenza del numero legale fu dichiarata chiusa la seduta.

I capigruppo: «Condividiamo paure e perplessità»

«La modifica alla proposta di Legge regionale sulla Ludopatia – scrivono i capigruppo in una nota – nasce dalla necessità di fornire alla Calabria e ai calabresi un nuovo quadro normativo che aggiornasse, di fatto, la Legge del 2018 che in questi anni si era concretamente deregolamentata».

Tutto questo – spiegano – puntando, ovviamente, ad un imprescindibile obiettivo: creare una misura normativa massimamente condivisa. Obiettivo che ovviamente non è stato raggiunto.

«Abbiamo verificato con grande spirito di collaborazione che le modifiche proposte dalla maggioranza alla Legge regionale 9/2018 non hanno attecchito nell’humus sociale e politico calabrese e di molte motivazioni espresse, come quella della Conferenza episcopale calabra, ne condividiamo anche timori e perplessità. Pertanto abbiamo deciso di ritirare le nostre firme alla proposta di modifica del quadro normativo».

Quindi, i capigruppo Giuseppe Graziano (Udc), Francesco De Nisi (Coraggio Italia), Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia), Giacomo Pietro Crinò (Forza Azzurri), Giovanni Arruzzolo (Forza Italia) precisano che il testo della proposta di modifica alla legge regionale 9/2018 «è un atto dell’intera Maggioranza consiliare» sottoscritto e presentato per prassi da tutti i capigruppo della stessa, lasciando in vigore gli articoli 16 e 54 della Legge Regionale n. 9 del 26 aprile 2018 (“Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”) così come approvata dal consiglio regionale, senza modificarne il contenuto o emendarne il testo.

Rimangono intatte nella maggioranza le motivazioni contenute nella relazione del consigliere Crinò che indicava le proposte di modifica come «un compromesso tra esigenze delle aziende e tutela dei cittadini».

«Riteniamo opportuno – precisano – lasciare in vigore il testo originario delle due norme in modo da intraprendere un serio e particolareggiato approfondimento sull’argomento, magari coinvolgendo in maniera più incisiva tutti gli attori coinvolti». Ad ogni modo, confermando il metodo del dialogo costruttivo nell’interesse dei calabresi, i cinque capigruppo annunciano di «rimettersi alle decisioni che scaturiranno dalla riunione di maggioranza convocata dal presidente Filippo Mancuso per lunedì prossimo prima dell’inizio dei lavori del consiglio regionale».

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