domenica,Maggio 5 2024

Gioia Tauro, il Comune attiva lo sportello Sai

Grazie alla convenzione stipulata con l’associazione Anffas Reggio Calabria si occuperà di disabilità e inclusione

Gioia Tauro, il Comune attiva lo sportello Sai

Il comune di Gioia Tauro si dota dello Sportello accoglienza e informazione (Sai). Grazie alla convenzione stipulata con l’associazione Anffas (Associazione nazionale di famiglie e persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo) Reggio Calabria, lo sportello Sai sarà attivo ogni lunedì, dalle 15 alle 18, all’interno del municipio.

A cura della specialista Giulia D’Agostino, è un servizio svolto a titolo gratuito, a disposizione di tutti i cittadini, con e senza disabilità, indipendentemente che siano o meno associati Anffas. È un luogo di ascolto, accoglienza, assistenza, supporto e informazione per le persone con disabilità ma soprattutto per i loro genitori, familiari, operatori e organizzazioni di riferimento, nonché Enti pubblici locali. I Sai svolgono un ruolo fondamentale nell’orientare, supportare e informare tutti i cittadini con disabilità e i loro familiari, a districarsi nella complessa burocrazia che spesso impedisce di conoscere e ottenere quanto spetta di diritto.

«Gioia Tauro è stato il primo dei comuni nel territorio a interessarsi a un argomento così importante quale la disabilità e l’inclusione – ha fatto sapere l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Aldo Alessio -. Attraverso tale sportello è anche possibile richiedere il rilascio della “Disability Card” e richiedere la redazione del “Progetto individuale di vita”».

Progetto individuale di vita

Il “Progetto individuale di vita” è molto importante per le persone con disabilità. Nel progetto infatti, vengono scritti tutti i desideri e i bisogni delle persone con disabilità e in questo modo si possono creare dei supporti per aiutarle a fare ciò che desiderano. In Italia c’è la legge n. 328/00 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) che dice che il Progetto individuale è un diritto delle persone con disabilità e Anffas lavora per far rispettare questa legge.

La legge prevede che, affinché si ottenga in pieno l’integrazione scolastica, lavorativa, sociale e familiare della persona con disabilità, si predisponga un progetto individuale per ogni singola «persona con disabilità fisica, psichica e/o sensoriale, stabilizzata o progressiva (art. 3 legge 104/92)”, attraverso il quale creare percorsi personalizzati in cui i vari interventi siano coordinati in maniera mirata, massimizzando così i benefici effetti degli stessi e riuscendo, diversamente da interventi settoriali e tra loro disgiunti, a rispondere in maniera complessiva ai bisogni e alle aspirazioni del beneficiario.
Nello specifico, il Comune deve predisporre, d’intesa con la Asl, un progetto individuale, indicando i vari interventi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali di cui necessita la persona con disabilità, nonché le modalità di una loro interazione. Attraverso questo innovativo approccio si guarda alla persona con disabilità non più come a un semplice utente di singoli servizi, ma come a una persona con le sue esigenze, i suoi interessi e le sue potenzialità da alimentare e promuovere. Il progetto individuale infatti, è un atto di pianificazione che si articola nel tempo e sulla cui base le Istituzioni, la persona, la famiglia e la stessa comunità territoriale possono/devono cercare di creare le condizioni affinché quegli interventi, quei servizi e quelle azioni positive si possano effettivamente compiere.

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