Ponte sullo Stretto, il fronte del No rilancia: «Non ci sono i fondi per loro è un gioco scellerato»
Non solo un impedimento tecnico, per il movimento No Ponte è ora di tornare alle grandi manifestazioni
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«Abbiamo sempre dichiarato quello che ha detto il professore Remo Calzona, che era il coordinatore tecnico scientifico della Stretto di Messina. Lo stesso ritiene che attualmente le tecnologie e i materiali esistenti non consentono di realizzare un ponte lungo 3300 metri. Una struttura a campata unica e capace di supportare quattro corsie stradali più due di emergenza e due ferroviarie».
Il fronte del No al ponte sullo Stretto torna a farsi sentire e non intende indietreggiare come ha chiarito Maurizio Mazzolla. E lo fa partendo da Villa San Giovanni dove le riunioni si stanno intensificando per programmare l’azione di contrasto.
Finanziamenti ombra
«Non c’è nessun soldo destinato come finanziamento – ha confermato l’attivista ricordando le parole del presidente Occhiuto – per la realizzazione della struttura però che se ne parlerà in sede di bilancio. Questa mi sembra più una provocazione. È un gioco quello che stanno facendo».
L’impatto ambientale
La questione oltre che tecnica e finanziaria per i no Ponte è anche ambientale. «Noi non vogliamo il nostro territorio devastato da un’opera impressionante. Considerando l’enorme quantità di cemento e di acciaio. Siamo dentro una sorta di scelleratezza totale, complessiva che solamente il popolo calabrese e siciliano, maturando consapevolezza e coscienza, non fermandosi e limitandosi a tutte le valutazioni estremamente superficiali, può essere in grado di invertire. Può essere in grado perché l’abbiamo già fatto».
Continuano a valutare altre come priorità. E sono pronti a tornare a manifestare chiedendo il sostegno dei cittadini a livello nazionale. «Calabresi e meridionali sono sempre stati capaci, in tanti momenti, di alzare la testa. Ecco questo probabilmente è l’ennesima volta per mettere una parola definitiva, un punto».