mercoledì,Maggio 1 2024

Reggio e l’alta velocità, tecnici e istituzioni a confronto sul futuro progetto

A palazzo Alvaro la tavola rotonda promossa dalla sezione reggina del Touring Club Italiano e da altre 15 associazioni

Reggio e l’alta velocità, tecnici e istituzioni a confronto sul futuro progetto

L’alta velocità potrebbe costituire una svolta, non solo per la Calabria, ma per tutto il Sud. Se n’è discusso a Palazzo Alvaro ieri pomeriggio, nel corso della tavola rotonda “Linea ad Alta Velocità Salerno – Reggio Calabria: quali prospettive?”, moderata dal giornalista Claudio Labate, direttore del Reggino.

Ponte e linea ferrata

«Abbiamo proposto e abbiamo avuto immediata risposta da parte di ben 15 associazioni perché riteniamo che il problema dell’alta velocità sia basilare per il futuro della nostra terra soprattutto in termini economici e turistici- afferma Domenico Cappellano, presidente del Touring club di Reggio che ha promosso l’evento – Vorremmo comprendere perché questi ritardi, perché questo progetto è nebuloso. Vogliamo chiarezza perché non si possono mischiare ponte e linea ferrata, sono due opere pubbliche che camminano con vita propria. Intanto facciamo la linea ferrata ad alta velocità che deve collegare Reggio Roma in 3 ore e mezza massimo. Le altre opere si possono fare se c’è disponibilità. La nostra paura è che se si rinvia troppo la creazione del ponte poi con la crisi economica queste somme possano essere dirottate per altri fini».

In apertura dei lavori le considerazioni del sindaco ff della Citta metropolitana Carmelo Versace: «Ci troviamo di fronte a chi litiga se l’alta velocità debba passare da un Comune piuttosto che da un altro, arrivando addirittura a peggiorare le condizioni di un tracciato che, personalmente, non trova differenze fra le proposte del Governo Draghi o dell’esecutivo Meloni. Serve una strategia comune. Bisognerebbe, infatti, evitare quello a cui stiamo assistendo nelle ultime settimane, leggendo sulla stampa la corsa di chi si affanna a rinfacciare agli avversari politici quel che si è fatto o non si è fatto. Si dovrebbe stare tutti un po’ più tranquilli e concentrarsi sul lavoro da fare nelle aule delle commissioni dove si possono ottenere dei risultati concreti». 

Poi le rassicurazioni: «La Città Metropolitana – aggiunge – per quanto concerne il Ponte sullo Stretto e le opere di compensazione, sarà seduta ai tavoli decisionali per dire la sua. Nessuno, infatti, potrà scegliere per conto nostro. Piaccia o non piaccia, questo Ente deciderà, insieme ai cittadini ed alle comunità del territorio, le opere che serviranno e quelle di cui si potrà fare a meno».

Il progetto che non c’è

Francesco Russo, docente di sistemi di trasporto all’università Mediterranea: «Le prospettive del progetto presentato da Rfi sono preoccupanti poiché rispetto allo stesso vecchio progetto che correva lungo la costa, il nuovo fa arrivare in tutti i capoluoghi di provincia della Calabria da Roma in un tempo maggiore, quindi si perde più tempo per arrivare a Reggio e nelle altre città. Dal punto di vista economico i 50 km in più costeranno almeno 3 miliardi in più. Dal punto di vista ambientale andiamo a colpire il parco del Pollino e tutto il parco delle Serre».

Per il senatore del Pd Nicola Irto: «Ha fatto bene il Touring club ad aprire questa discussione con diversi attori anche tecnici sul tema dell’alta velocità che purtroppo non c’è. Resta la grande incompiuta di questa terra e del Mezzogiorno. Il ministro Salvini pensa a fare spot e a raccontare sogni immaginifici con il ponte sullo Stretto. Di fatto però esistono due Italie: una connessa che è al nord del Paese e un’Italia completamente disconnessa, in cui spostarsi verso sud è impossibile o con treni che ci mettono molto di più rispetto agli stessi chilometri in altre regioni del nord. Un Paese a due velocità, in cui il governo nazionale non ha messo l’alta velocità tra le priorità. Oggi più che mai per essere connessi bisogna avere una mobilità forte, coerente e centrale che non c’è. A Salvini chiediamo di svestire i panni del comunicatore spinto e di mettersi quelli che gli consentano di fare per una proposta progettuale sull’alta velocità calabrese che deve essere legata anche al governo regionale. Il presidente Occhiuto un giorno fa l’opposizione al governo nazionale e il giorno dopo si è interamente piegato alle richieste nazionali solo perché sono quelle del suo stesso partito».

Un toccasana per il mondo imprenditoriale

Sugli aspetti e sulle prospettive economiche si sono invece concentrati Antonino Tramontana, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, e Daniele Diano, presidente di Piccola industria di Unindustria Reggio.

In particolare Tramontana ha sottolineato come l’abbattimento dei tempi di percorrenza sulla linea ferrata aiuterebbe le imprese locali che lottano quotidianamente con difficoltà logistiche dettate anche da una dotazione infrastrutturale non al passo coi tempi e che necessita di essere aggiornata se all’orizzonte si intravede il Ponte sullo Stretto e quindi l’alta velocità. Sottolineando, poi, anche la strategicità delle opere in questione, in proiezione di un rilancio definitivo del Porto di Gioia Tauro.

Da parte sua Diano ha lanciato una provocazione che serve a sottolineare l’ineludibilità del mettere mano alla linea ferrata: «Che ce ne facciamo del Ponte – ha detto – senza l’alta velocità?». Per lui le opere vanno comunque fatte, perché rimangono sul territorio e al territorio garantiscono anche dei vantaggi non solo rispetto al sistema generale dei trasporti calabrese e metropolitano, ma anche sul versante occupazionale. Diano al pari di Tramontana mette in evidenza anche i vantaggi rispetto alla risorsa che più di tutte può trainare l’economia reggina: il turismo. E in questo senso l’abbattimento dei tempi di percorrenza servirebbe anche ad introdurre in qualche modo l’economicità dei trasporti.

Verso il progetto più sostenibile

Ma è un affondo al quale risponde la senatrice della Lega, Tilde Minasi: «Fare il ponte senza avere un’alta velocità non avrebbe senso. C’è in atto un discorso su quale progetto attuare perché ovviamente uno dei primi passi del ministro Salvini era stato valutare lo stato dell’arte sull’alta velocità e suo malgrado si trovato senza progetti e senza finanziamenti, se non per il primo tratto per il quale esiste un progetto di fattibilità approvato. Questo, oltre all’amarezza del fatto che i precedenti governi non hanno avuto la giusta attenzione per il territorio, può tornare utile perché ancora siamo in un momento in cui i progetti possano essere rivisti e quindi attuare il miglior percorso che consenta di poter portare a tre ore il tempi per raggiungere Reggio. Il ministero è in fase di studio. Salvini si è dimostrato particolarmente aperto al miglior progetto sostenibile e che faccia risparmiare più tempo anche in vista della costruzione del ponte, non solo per la Calabria ma anche per la Sicilia».

L’iniziativa è stata organizzata da Club di Territorio di Reggio Calabria del Touring Club Italiano, dalla Sezione di Reggio Calabria di Italia Nostra, dalla delegazione di Reggio Calabria del Fondo Ambiente Italiano, dalla Associazione culturale Anassilaos, dall’associazione amici del Museo di Reggio Calabria, dall’associazione Guide Ufficiali del Parco Nazionale dell’Aspromonte, dall’Associazione Ventotene, dal Circolo Culturale Rhegium Julii, dal Circolo culturale Apodiafazzi, dall’Associazione Incontriamoci sempre, dall’associazione treni storici e turistici, dal Rotary Club di Reggio Calabria, dall’Archeoclub dello Stretto, WWF Reggio Calabria.

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