sabato,Aprile 27 2024

Italia viva, prove di dialogo con De Luca: «L’autonomia differenziata è un disegno criminale»

Incontro col movimento Sud chiama Nord a Reggio per affilare le armi per le prossime europee e costruire nel Paese un'alternativa ai due poli

Italia viva, prove di dialogo con De Luca: «L’autonomia differenziata è un disegno criminale»

Italia Viva e Sud chiama Nord insieme per discutere di autonomia differenziata dal punto di vista del mercato del lavoro, dell’economia e dell’impresa. L’hotel Excelsior di Reggio ha ospitato il dibattito con gli interventi e le relazioni di esponenti del mondo politico reggino, del sindacato. Una sala affollatissima che richiama politica dei poli opposti da Nino De Gaetano a Diego Scopelliti presidente di centrodestra della terza circoscrizione negli anni duemila.

Dal consiglio comunale reggino, oltre che il sindaco metropolitano Carmelo Versace e del partito il sindaco Paolo Brunetti, Deborah Novarro, Gianni Latella (Califano assente giustificato) c’erano Antonio Ruvolo, già passato al Pd, Filippo Burrone attualmente ai Democratici progressisti, e Antonino Castorina che già da tempo non firma le note come consigliere del Pd e che dimostra oggi di ritornare al vecchio feeling con Matteo Renzi. Si scaldano i motori per nuove alleanze e si preparano i riposizionamenti non solo in vista delle europee, ma a Reggio anche per le prossime elezioni comunali.

«Italia Viva, partito inclusivo»

Tutti chiamati a raccolta da Antonino Nocera, coordinatore Italia Viva Reggio che chiarisce: «Cerchiamo di sensibilizzare su questo tema, cerchiamo di rendere la partecipazione attiva. Come Italia Viva siamo un partito inclusivo per cui il dialogo soprattutto con le realtà vicine, in questo caso il movimento di Cateno De Luca è un costruire un ponte virtuale con l’altra realtà siciliana affinchè si faccia un fronte comune contro l’applicazione dell’autonomia differenziata che va contro il principio e ai comuni il compito di favorire gli individui nelle forme collettive o individuali, nelle attività che sono finalizzati alla realizzazione del benessere collettivo.

Lo Stato deve attivare dei percorsi per l’interesse comune. Penso che l’autonomia differenziata, così com’è attuata, come da attuare non faccio cristallizzare quelle che sono le divergenze tra realtà territoriali. Vogliamo far conoscere questo tema ai cittadini e farli riflettere nel momento in cui possono esprimere un’opinione, cercando di farli partecipare, un momento di confronto civico. Con De Luca cerchiamo di raccogliere note positive».

«Intanto oggi è un momento di discussione – afferma Brunetti – insieme a uno dei massimo esponenti della regione Sicilia come De Luca. È un motivo di discussione e uno spunto. Ovviamente il mio parere personale sull’autonomia differenziata l’ho espresso più volte: è un fallimento in partenza. Può funzionare a patto che si facciano alcune cose che adesso non sono state fatte. Per prima cosa bisogna definire i livelli essenziali delle prestazioni e il governo dovrà dirci dove troverà le risorse per equiparare i servizi delle prestazioni nel sud Italia rispetto al nord. Va fatta una discussione più ampia per dire come si intende fare».

Cateno De Luca, imperatore del Regno delle Due Sicilie

Sulla inadeguatezza della proposta Calderoli parla Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord: «L’ho definita un disegno criminale perché non prende in considerazione il ruolo dei comuni anzi a un centralismo statale si aggiungerà un altro centralismo regionale; la seconda questione è che non ha un principio di gradualità perché tutto possiamo fare nella vita ma all’improvviso non si può passare da un sistema all’altro senza immaginare una gradualità; infine sembra si parta dal presupposto che tutti quanti giochiamo nello stesso campo che non è perché nel Meridione siamo in un campo di calcio magari pieno di buche in altri territori siamo in un campo di erba sintetica, non ci posso vendere le stesse prestazioni. Non partiamo tutti dallo stesso punto, pretendere le medesime prestazioni, pretendere competitività non avendo ovviamente gli spunti di partenza significa che si sta immaginando un obbrobrio».

Guarda avanti De Luca: «Abbiamo avuto incontri con Matteo Renzi, ci siamo seduti a discutere soltanto con coloro che non hanno votato questo disegno ovvio che abbiamo lanciato una sfida come Sudchiama nord e il progetto sarà presentato definitivamente il 28 e 29 luglio, la nostra festa che sarà a Fiumedinisi metropoli di mille abitanti dove ho iniziato il mio percorso e si chiuderà a Taormina, dove sono sindaco. Il progetto è Cateno De Luca imperatore della nuovo regno delle Due Sicilie. Noi non rinunciamo comunque al nostro brand e soprattutto al progetto di un movimento nazionale a trazione meridionalista. Questo significa che con chi ci sposeremo, e ovviamente l’abbiamo detto anche chiaramente per ora parliamo di un matrimonio di interessi, lo potremo fare soltanto se sarà valorizzato il nostro brand e se si dà questo riconoscimento a Cateno De Luca di fare il capolista nei due collegi del meridione e delle isole».

Davide Faraone, deputato Italia Viva: «L’autonomia differenziata è uno strumento che il governo sta proponendo agli italiani che è sbagliato, mira frammentare ancora di più il paese. Durante il covid eravamo tutti contro il federalismo sanitario con l’autonomia differenziata amplifichiamo i problemi che erano soltanto nell’ambito sanitario a tutte le materie lo stato».

Costruire l’alternativa

Ernesto Magorno, coordinatore regionale Italia Viva parla dell’alleanza che si prepara col movimento di De Luca: «L’idea di costruire un polo alternativo ai due poli in Italia senza avere una forte presenza del sud diventa molto debole. Cateno De Luca come ha dimostrato di saper fare in Sicilia mette in campo la buona amministrazione. Nel Mezzogiorno d’Italia ci sono tanti sindaci coraggiosi credo che serve mettere insieme queste risorse e parlare col linguaggio del Mezzogiorno: non andando a chiedere ma innanzitutto mettendo a frutto quello che abbiamo e facendo in modo che le nostre ragioni vengono ascoltate soprattutto portando classe dirigente del Mezzogiorno nel governo del Paese».

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