lunedì,Aprile 29 2024

Reggio è un saliscendi: la lunga estate calda di Brunetti tra rifiuti Reggina e aeroporto

La spada di Damocle della riuscita del nuovo progetto amaranto penderà comunque sulla testa del sindaco ff al Comune

Reggio è un saliscendi: la lunga estate calda di Brunetti tra rifiuti Reggina e aeroporto

«Rinnoviamo l’offerta del cero votivo da parte dell’Amministrazione alla nostra Santa Padrona, affidandoci a Maria, che possa illuminarci, per poter guidare sempre meglio alla nostra comunità». Le parole sono quelle pronunciate al Duomo dal sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, e fissano la veridicità di questo momento storico.

Un’estate non solo calda, ma lunga e difficile che Brunetti difficilmente potrà dimenticare. Sia che decida di proseguire sul cammino politico, sia in caso contrario.

«Siamo qui con la scadenza come lo yogurt». Così aveva detto Brunetti, nominato da Giuseppe Falcomatà qualche ora prima della condanna per il processo Miramare, a novembre 2021. Un ruolo che il sindaco ff aveva dichiarato di accettare solo per amore della città. Una scadenza che di sicuro il sindaco si augura possa arrivare presto. Tante le grane, dalla vicenda Arrical, a quella dell’aeroporto, fino alla Reggina caduta come ciliegina su una torta dal gusto amaro.

Nel ricoprire in precedenza il ruolo di assessore all’Ambiente, Brunetti aveva avuto solo un piccolo assaggio di ciò che potevano essere i problemi della città. Nonostante questo aveva accettato il ruolo di vice Falcomatà «solo per amore della città» aveva aggiunto, pronto a mettersi da parte nel giorno dell’auspicato ritorno del sindaco eletto.

Sappiamo come sono andate di seguito le cose. Falcomatà condannato anche in appello e il primo anno di “penitenza” per la legge Severino che prevede la sospensione dalla carica si trasforma in due fino all’eventuale termine della sospensione a novembre (salvo novità). E la sera della conferma della condanna era stato il sindaco sospeso a chiedere di resistere. A chi alla città o ai suoi?

Due sindaci sono meglio di uno?

Arrivare all’estate è stato pesante. Continui rimbrotti dentro la maggioranza, pezzi che vanno via, altri che minacciano o ancora che pensano di andare ma che poi, per prudenza, si fermano al passo ad attendere. La vita del vicesindaco Brunetti e, più in generale dei facenti funzione con Carmelo Versace a Metrocity, è dura. Sempre attenti a tenere tutti insieme anche quando forse si vorrebbe mandare via tutti. Perchè già il fatto di avere due soggetti che si dividono il ruolo che il sindaco eletto svolgeva solo non è cosa da poco. Siamo sicuri che due sindaci siano meglio che uno?

È una scissione che sì, da un lato, consente a ciascuno di essere più presente nei settori di competenza, dall’altro però porta, essendo sindaco del Comune e sindaco metropolitano due persone diverse, a silenziose tensioni, sottili non detti e inevitabili incomprensioni (come sulla vicenda dell’ex Reggina). La città, fatta di Comune e Metrocity, va avanti e cerca di tenere alta la testa di fronte alle tante difficoltà che però una visione unitaria potrebbe forse riuscire a inquadrare meglio. Il problema è però l’inevitabile visione che offre Reggio di una città scissa, quindi più facilmente “attaccabile”.

Aeroporto e rifiuti

Lo sa bene il presidente della Regione, Roberto Occhiuto che su più di una questione ha alzato i toni cercando di relegare la città dello Stretto a destinataria di provvedimenti. In primis la vicenda dell’aeroporto di Reggio e del calo a picco delle utenze e di Sacal che poco o nulla ha fatto per rivalutare del sorti dell’azzoppato scalo reggino.

Solo qualche settimana fa l’intervento da mediatore di Antonino Tramontana, presidente di Unioncamere Calabria e della Camera di Commercio di Reggio, ha cercato di ricucire gli intenti e aprire i presupposti per un dialogo tra Sacal, Regione e istituzioni reggine, affinché si arrivi a un piano o a soluzioni concordate. A partire dall’aeroporto, le scintille di Brunetti con Occhiuto si sono tramutate in fuochi d’artificio con l’avvento di Arrical. Un cambiamento, quello del gestore unico, accettato a denti strette dai Comuni che però ha comportato non poche difficoltà per l’impossibilità nei conferimenti dei rifiuti per Reggio. Con rimbrotti del commissario Gualtieri (in teoria organo non politico, ma deputato a raggiungere un obiettivo) che si è preso la briga di preparare un comunicato stampa per tirare le orecchie a Reggio e a Brunetti.

Il sindaco facente funzioni non era però l’ultimo arrivato, anzi sull’argomento estremamente ferrato per aver partecipato e condiviso, quando aveva la delega comunale all’Ambiente, tutto il percorso del nuovo trattamento dei rifiuti. Brunetti non le ha mandate a dire e ha risposto punto per punto alla gratuita polemica del commissario regionale.

La Reggina

Non bastava la querelle aeroporti e la questione dei rifiuti. Le ultime settimane è stata l vicenda della Reggina a tenere tutti col fiato sospeso. Negli stessi giorni in cui infiamma la polemica sui conferimenti un’altra vicenda travolge e rischia di fare sparire Reggio come realtà calcistica: dai fasti della serie A alla cancellazione. Ai sindaci Brunetti e Versace viene imputato il troppo lungo silenzio, le parole fuori luogo di lettere inviate per chiedere giustizia prima ancora che il danno sia fatto. “Non c’è cattivo più cattivo di un buono che divento cattivo” recitava Bud Spencer in una celebre battuta. Perchè è stata proprio la vicenda della Reggina la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Prima in diretta telefonica su Antenna Febea, insieme al proprietario Manuele Ilari, i due sindaci cercano di comprendere le intenzioni presentate in maniera poco convincente sulla squadra. Poi la frattura. Veramente è una delle poche volte in cui poco ci vuole a far perdere le staffe a Brunetti, che chiede a gran voce chiarezza e che i calciatori “ritornino lunedì al Sant’Agata perchè non ci possiamo più permettere di stare fermi”. Del giorno successivo la svolta: l’incontro coi sindaci e il passo indietro di Ilari.

Brunetti, dopo la bocciatura del Consiglio di Stato, diventa l’uomo chiave che deciderà le sorti future dei colori amaranto. Manifestazioni d’interesse già pronta per trovare dei proprietari della squadra da cui ricominciare dalla serie D e la scelta da fare alla velocità della luce fra i due interlocutori: Bandecchi sindaco di Terni, personaggio inquieto ma solido (almeno parrebbe) dal punto di vista economico e la cordata catanese del presidente Minniti. Una grande responsabilità che Brunetti si accolla da solo, lasciando cadere la scelta su questi ultimi, andando in conferenza stampa senza Versace (che la scelta non ha evidentemente condiviso), col solo Latella al fianco, ma solo fisicamente. Anche dalle parole del delegato allo Sport si comprende che anche lui non ha condiviso la scelta.

Il penultimo capitolo dell’estate thriller per la Reggina la costituzione della nuova società Lfa Reggio Calabria sul filo del rasoio. Mentre l’ultimo, si spera, capitolo è il tentativo del consigliere Massimo Ripepi di sollevare un polverone sulla scelta di Brunetti prima, cercando convincerlo a ritrattare per Bandecchi domenica sera, quando l’iscrizione era prevista per il successivo lunedì mattina. E i carabinieri chiamati a palazzo San Giorgio venerdì, sempre su sollecitazione di Ripepi che denunciava la clamorosa mancanza di verbali e documenti della manifestazione d’interesse. Di qualche giorno fa l’esposto ai carabinieri dello stesso Ripepi. Ora la nuova società è al lavoro, per buona pace di tutti, per portare in campo una squadra dignitosa, come quella D del campionato che quest’anno vedrà gli amaranto.

E, forse, per buona pace di Brunetti e il sollievo di pensare che tra un mese, comunque vada, dopo lo slalom delle ultime settimane, potrà smettere di tirare la carretta, sotto un mucchio di responsabilità che ha deciso di prendersi.

Però la spada di Damocle della riuscita del nuovo progetto amaranto penderà comunque sulla sua testa…

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