domenica,Aprile 28 2024

Lfa Reggina, Brunetti: «È stata scelta tecnica e anche politica»

Ripepi in commissione Controllo e Garanzia: «Tentativo di giustificare una scelta politica scellerata ha rovinato la città»

Lfa Reggina, Brunetti: «È stata scelta tecnica e anche politica»

Dopo settimane di attesa arriva nell’aula commissioni l’atteso confronto tra il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti e la commissione Controllo e Garanzia al Comune di Reggio Calabria sulla scelta caduta dopo la manifestazione d’interesse sulla Fenice. Toni tutto sommato moderati con il presidente Massimo Ripepi, nonostante la grande attesa.

Dopo l’audizione del direttore generale Demetrio Barreca, oggi al sindaco viene chiesto di relazionare sul percorso di scelta. «Il Comune non assegna titoli .- afferma il sindaco preliminarmente – dovevamo individuare una società che poteva far ripartire la Reggina. Ho scelto la manifestazione d’interesse per dare l’opportunità a tutti gli interessati di partecipare. Per questo motivo, i consiglieri e io stesso, avevamo iniziato a interloquire con i potenziali soggetti che potessero ade per intercettare più imprenditori».

Nell’ordine primo incontro con Antonino Tramontana, poi videoconferenza con Nick Amoruso, ma in questi casi le risorse non lo hanno convinto, il terzo è stato Ballarino, il quarto un imprenditore lametino Rocco Aversa (eEcosystem) che non ha trovato accordo con MyEnergy. E poi è stata la volta di Bandecchi.

Sottolinea il sindaco che «La commissione (da lui creata) non aveva poteri decisionali ma – afferma – ho ritenuto di sentirli per avere una valutazione più ampia possibile perchè non siamo non siamo onniscienti. Sulla proposta economica non c’erano grandi differenze. Nell’analisi del progetto sportivo e dei contenuti e delle evoluzioni il Coni, nella persona di Condipodero, ha individuato un progetto già valido e sostenibile in quello della Fenice, qui si concludono le consultazioni.

La Fenice il progetto più valido

Ancora una volta «Ho scelto la Fenice perchè secondo me era il progetto più valido, più attendibile, credibile, economicamente sostenibile dal punto di vista delle carte: c’era la documentazione più completa, c’era lo statuto, i componenti, la società , la compagine, progetto più completo, anche per la valutazione del Coni per la valorizzazione dello sport della nostra città».

Il focus poi si sposta sulla proposta di Bandecchi che risultava incompleta, poche paginette, una scritta su 4 pagine bianche mostrate tra l’altro in commissione: «L’altro – dice Brunetti in riferimento al sindaco di Terni . – indicava alcuni componenti ma il progetto non era articolato, forse per il poco tempo a disposizione, era carente nell’aspetto dei particolari e dei dettagli rispetto ai componenti della cordata. Il business plan di entrambe spiegava che avrebbero portato la squadra in serie B in tre anni».

La valutazione politica

Nelle tante dirette da consigliere comunale d’opposizione Ripepi più volta aveva imputato la scelta su Ballarino come una scelta politica di Brunetti il quale ammette candidamente che eventi che si sono verificati in quei giorni hanno potuto condizionare la sua scelta.

«A bando in corso – aggiunge – sono successe una serie di cose, dichiarazioni della compagnie di Bandecchi hanno influito. Al telefono l’ho sentito una volta e mi ha spiegato: “Sai partecipo alla manifestazione per metà, gradirei che ci fossero imprenditori reggini”, poi non l’ho sentito più. Ma ci sono state sue dichiarazioni la scelta: “Sto un anno e me ne vado”, o ancora “Vengo a Reggio butto un milione e vi porto in serie C e poi vi lascio”, perchè a Reggio c’è la necessità di ricostruire dal basso, un progetto serio, valorizzando al massimo lo sport. Non avevamo bisogno di risorse economiche stratosferiche. È chiaro che Bandecchi ha risorse economiche importanti, Ballarino ha una solidità economica non indifferente, ho preferito la Fenice che ha riportato all’interno le figure del direttore sportivo e del direttore generale, con un’organizzazione completa».

Brunetti si sofferma sulla figura di Banchecchi «Sulla università Unicusano e il sequestro di 20 milioni riconfermato di recente. Bandecchi va ringraziato a prescindere dalle intenzioni, dalle finalità politiche perchè si è reso disponibile. Però uno che ha sputato ai tifosi delle Ternana non so se potesse essere il bene della città, uno che si è alzato a inveire contro un consigliere. Ci fosse stato solo Bandecchi forse lo avrei scelto».

Il lavoratori

Ripepi preme sul sindaco per sapere il destino dei tanti lavoratori che ruotavano nella Reggina calcio, chiedendo lumi al sindaco. «Ho visto che una parte sono stati assunti, ma non posso entrare nelle vicende di società private, certamente però ci potremo informare»

La gestione Saladini

«Le precedenti gestioni avevano soldi, siamo sicuri che sono messi questi soldi? Bandecchi ha solidità economica ma non sempre avere enormi risorse coincide con l’essere capaci di portare avanti un progetto sportivo. Ne è un esempio il lavoro con la Ternana che doveva portare in serie A e che invece è scesa in C».

Marchio e risarcimento danni

Il consigliere Saverio Pazzano chiede anche come si intende procedere nei confronti di Saladini che ci ha portato la società a questo punto. Il sindaco ha spiegato che si sta cercando di riportare la titolarità del marchio della Reggina in capo al Comune. C’è allo studio la possibilità che il marchio rimanga in capo al Comune in modo che chi subentri non abbia il problema del cambio nome. Anche per quanto riguarda la richiesta di risarcimento danni per tutelare la città nei confronti della Reggina 1914 e chiedere il risarcimento danni nei termini che stanno studiando gli avvocati adesso poiché «all’atto dell’iscrizione di seri B ci siamo costituiti con Saladini per dargli forza, ora invece dobbiamo chiedere il risarcimento danni. Nello specifico ci sono anche i canoni per lo stadio non pagati da Saladini, mancano all’appello circa 140 mila euro».

Il controllo sulla società e il caso Latella

«Non rifaremo gli errori già fatti con Saladini e con Ilari. Nella società è prevista una figura del Comune nel Cda della società per essere a conoscenza delle scelte. Sono io adesso, e poi, dalla prima riunione sarà il consigliere delegato Latella. L’ipotesi di utilizzo di risorse per la società o la vendita delle stessa deve passare da noi, dobbiamo essere messi al corrente». E su Latella interviene Demetrio Marino secondo il quale al delegato in disaccordo avrebbero dovuto essere ritirate le deleghe.

Il sindaco è fermo: «Non mi sognerei mai di ritirare le deleghe per ciò che fa quotidianamente Gianni Latella per lo sport, per lo sforzo profuso. Poi non so come intendete la politica: uno che non è d’accordo con me non è contro di me, con Gianni abbiamo condiviso obiettivi per la città. Il fatto che ha esternato il suo disaccordo dovrebbe essere un vanto per la città. Non siamo in una dittatura e io non sono un dittatore, ma in una democrazia lui è stato chiamato a esprimere il suo pensiero, ci siamo messi a lavorare per lo stesso obiettivo».

Scelta senza ambiguità

«Non c’è stata nessuna ambiguità – afferma Ripepi tirando le fila della discussione – noi abbiamo fatto il nostro dovere e tu il tuo. Tu hai fatto una scelta legittima ma politica. Quando hai raccontato le cose hai parlato di gesti di Bandecchi che non si potevano coniugare. Dopo la scelta politica ti sei dovuto arrampicare sugli specchi per spiegare. Il tuo tentativo di giustificare una scelta politica scellerata ha rovinato la città. Hai mischiato tante cose che non andavano mischiate. Voglio credere alla tua buona fede».

Brunetti: «Io non mi dimetterò»

E in conclusione Brunetti: «Non ho la voglia e la forza per di giustificarmi di cose che non ritengo di aver fatto e ci sono problemi che mi vedono impegnato per la città. Ho assunto le mie decisioni, valide dal punto di vista tecnico. Ora speriamo che la Fenice faccia un campionato fantastico. Dobbiamo stringerci intorno alla maglia che dovremmo indossare per accompagnare questi ragazzi con tutte le difficoltà del caso. La città deve ragionare su questo. Se lo state usando dal punto di vista politico vi voglio rassicurare: io non mi dimetto da nessuna parte, resto solido nella sedia che con onore mi è stata data l’opportunità di sedermi, arriverà Falcomatà e deciderà lui. Io ho il compito di traghettare la città. Volevo tranquillizzare tutti».

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