Falcomatà torna al Comune? Tre udienze in un mese e il conto alla rovescia

Salutato settembre, il prossimo mese di ottobre sarà fondamentale per i futuri assetti politici della città dello Stretto. Sono state calendarizzate da tempo tre udienze che possono confermare o cambiare la direzione della politica reggina.

3 ottobre

Si comincia il tre ottobre con l’udienza, fissata al Tribunale di Reggio Calabria, per chiarire se si andrà a processo per il caso “Miramare bis”. Il procedimento nasce dalla denuncia del movimento Reggio Futura, presieduto dall’avvocato Italo Palmara, per la mancata costituzione del Comune come parte civile proprio nel processo Miramare. Secondo l’esposto alla Procura, il sindaco già sospeso (difeso dagli avvocati Lorenzo Gatto e Marco Panella) con comportamento omissivo, avrebbe impedito la costituzione del Comune di Reggio come parte civile, arrecando a se stesso e agli altri imputati nel primo processo un ingiusto vantaggio patrimoniale. L’accusa è ancora di abuso d’ufficio. Il procedimento prende il nome “Miramare bis”, proprio perchè derivato dal primo, per il quale il sindaco sospeso è stato condannato in primo grado e in appello. Il rinvio a giudizio di Falcomatà potrebbe essere un’altra spada di Damocle che pende sulla sua testa, in attesa di conoscere la ben più importante decisione del 25 ottobre.

12 ottobre

Decisione finale se procedere o meno col rinvio a giudizio anche per il caso dei “Brogli elettorali”. L’udienza, dopo mesi di rinvii per vari motivi, è stata fissata al 12 ottobre prossimo sempre al Tribunale di Reggio Calabria. Nell’udienza preliminare davanti al Gup i pm Stefano Musolino e Nunzio De Salvo avevano chiesto nuovamente il rinvio a giudizio per il consigliere comunale Antonino Castorina e per gli altri imputati che avevano scelto il rito ordinario. L’ex presidente del consiglio comunale Demetrio Delfino risponderebbe solo di un abuso d’ufficio in relazione all’autonomia di Castorina come componente della commissione elettorale.

Il procedimento vede Castorina come principale imputato dopo un’inchiesta da cui è emerso che alle elezioni comunali del 2020 avrebbero votato un centinaio di anziani che in realtà non si erano mai recati al seggio. In alcuni casi si trattava persino di persone decedute.

Secondo la Procura, i brogli sarebbero stati messi in atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali da Castorina e dal suo gruppo. Da qui l’accusa al consigliere di essere stato «promotore, organizzatore e capo indiscusso “di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere più delitti in materia elettorale». Secondo l’accusa Castorina avrebbe dato «personalmente direttive in ordine al modus operandi da porre in essere per la materiale contraffazione dei registri e delle schede elettorali».

Nel frattempo ieri un’altra tegola sulla situazione del consigliere di maggioranza, rientrato battagliero nelle commissioni e nel civico consesso. La Procura di Locri ha notificato avviso di conclusione indagini al primo cittadino di Platì Rosario Sergi, al presidente del Consiglio comunale Paolo Antonio Ferrara, al consigliere comunale ed ex candidato a sindaco Pietro Marra, al consigliere Castorina, al sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri e al consigliere della Città Metropolitana Filippo Quartuccio. L’accusa è di ave falsificato e autenticato le firme dei sottoscrittori delle liste che si sono presentate alle elezioni comunali di Platì del 20 e 21 settembre 2020, poi vinte con la lista “Liberi di Ricominciare” dal sindaco Rosario Sergi.

25 ottobre

L’ora “X” per il Comune di Reggio scatterà invece il 25 ottobre. Quel giorno è stata fissata l’udienza della Sesta sezione della Corte di Cassazione che potrebbe chiudere definitivamente il processo Miramare che ha come imputati Falcomatà e gli assessori della prima giunta: Saverio Anghelone, Armando Neri, Rosanna Maria Nardi, Giuseppe Marino, Giovanni Muraca, Agata Quattrone e Antonino Zimbalatti, il segretario comunale Giovanna Antonia Acquaviva, la dirigente comunale del settore “Servizi alle imprese e sviluppo economico” Maria Luisa Spanò e l’imprenditore Paolo Zagarella. Il processo era nato dalle accuse di abuso d’ufficio e falso per presunte irregolarità nelle procedure di affidamento del Grande Hotel Miramare, assegnato a Paolo Zagarella e all’associazione “Il sottoscala”.

Lo scorso 8 novembre 2022 la conferma della condanna per abuso d’ufficio anche in appello. Nella decisione la Corte d’appello aveva riformato la sentenza di primo grado del Tribunale di Reggio che, nel novembre 2021, aveva condannato il sindaco a un anno e 4 mesi, ed ha condannato il primo cittadino alla pena di un anno. Il 22 aprile era scaduto il termine previsto per fare valere i motivi di legittimità davanti alla Suprema Corte e i difensori avevano presentato i vari ricorsi.

Il futuro di Reggio nelle mani della Cassazione

La Suprema corte preliminarmente verrà chiamata a decidere sull’ammissibilità del ricorso. Nel caso di inammissibilità per il Comune reggino si aprirebbero scenari mai verificatisi finora, con la decadenza dell’Amministrazione e il ritorno alle urne, presumibilmente in primavera, in coincidenza con le elezioni europee.

In caso di ammissibilità gli avvocati delle difese faranno valere la prescrizione del processo, essendo trascorsi ormai i termini previsti dalla legge. Giuseppe Falcomatà potrebbe quindi, scaduti i tempi di sospensione della Severino, tornare ad amministrare la città con lo sguardo di chi, in questi mesi, da lontano, ha visto meglio e ha valutato l’operato di chi c’era sul campo.

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