mercoledì,Maggio 1 2024

Reggio, le scelte future e il peso del Pd in cerca della quadra a Palazzo San Giorgio

Un partito di maggioranza frammentato che ha perso e perderà ancora altri pezzi

Reggio, le scelte future e il peso del Pd in cerca della quadra a Palazzo San Giorgio

Lo aveva lasciato in un modo il suo gruppo del Partito democratico in consiglio comunale. Al ritorno, in caso di rivalsa della prescrizione il prossimo 25 ottobre, il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà si troverà di fronte altri scenari. Scenari che pongono una serie di interrogativi.

A proposito di cambiamenti nella giunta, al momento ci sono ben quattro assessori di matrice Dem: Rocco Albanese, Mimmo Battaglia, Angela Martino e Lucia Nucera. Troppe figure a cui si aggiunge un presidente del consiglio comunale del Pd, Enzo Marra. Difficile pensare che tutte le pedine, al netto del lavoro svolto o meno fino a ora nel mandato, possano continuare a occupare un numero così alto di poltrone dopo le scelte di ritorno del sindaco sospeso.

È vero che nella coalizione di centrosinistra il Pd è il partito del sindaco eletto e che è l’unico partito strutturato in maggioranza. Se si guarda a come si è evoluta la storia e chi sono i consiglieri rimasti i dubbi sono più d’uno. Antonino Castorina non si è dimesso dai Dem ma praticamente è un battitore libero, controcorrente rispetto alla maggioranza che bacchetta in continuazione. Come più volte evidenziato da più mesi non si firma come consigliere del Pd. E per il futuro avrà in serbo sorprese. Quel che è certo è che il Pd perderà un altro pezzo all’interno del civico consesso.

Nancy Iachino, presente nei collegamenti in commissione, solo raramente partecipa ai consigli comunali a Reggio e per gli impegni lavorativi che la vedono lontana ha rinunciato agli incarichi nelle commissioni stesse. Restano il consigliere Franco Barreca, delegato all’idrico e la consigliera Teresa Pensabene. A fare da capogruppo a questo sparuto numero c’è Francesco Sera.

Con queste posizioni e questi numeri l’immagine del Partito democratico, sindaco a parte, non ostenta di certo forza e compattezza all’interno della composizione del consiglio stesso. L’interrogativo è, con queste pedine, cosa potrà chiedere il Partito democratico per il futuro assetto del Comune? Con quale forza i Dem e con quali numeri, potranno avanzare pretese in vista di un rimpasto di giunta?

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