domenica,Maggio 5 2024

Ponte sullo Stretto, il fronte del “no” parla ai sindaci: «Le istituzioni prendano posizione. È solo uno spot politico»

I sindaci si sono confrontati sul “Ponte non praticabile” ed è stata confermata la necessità di realizzare altre opere e non un «feticcio»

Ponte sullo Stretto, il fronte del “no” parla ai sindaci: «Le istituzioni prendano posizione. È solo uno spot politico»

La questione Ponte sullo Stretto è arrivata anche a palazzo San Giorgio. La sala consiliare del comune di Reggio Calabria, infatti, ha ospitato un incontro pubblico dal titolo incontrovertibile: “Ponte non praticabile”. Il consigliere di minoranza Saverio Pazzano ha riunito i sindaci interessati dall’opera ponte. Hanno partecipato il primo cittadino di Reggio Giuseppe Falcomatà, il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti e Sandro Repaci del comune di Campo Calabro.

«Il Ponte è una chimera che avrebbe da tempo fatto il suo tempo se non ci fossero continuamente fiumi di soldi per aggiornarne plastici, foto, simulazioni». Pazzano non ha dubbi il ponte «è uno spot elettorale». Per questo esiste «l’enorme bisogno del dibattito pubblico, di un dibattito pubblico che si realizzi. È un processo ingovernabile, non può essere gestito, non può esser accomodato. Va rifiutato in toto, rigettato senza esitazioni. Agli amministratori locali sta decidere se ricevere amministratori delegati e portatori di interessi privati legati al Ponte come ospiti graditi dai quali si attende disponibilità al dialogo e compensazioni o come ospiti obbligati (per semplice ruolo istituzionale) di un progetto devastante e che va respinto con ogni mezzo democratico».

Un no al ponte che ha visto il sostegno del Pd, presente, e delle associazioni ambientaliste calabresi e siciliane. Pazzano sulle richieste è stato chiaro rivolgendosi proprio a chi amministra i territori dello Stretto «che ad ogni fase, ad ogni incontro, siano presenti i portatori di interessi collettivi, i movimenti, le associazioni, i partiti che hanno ragioni fondatissime per dire Si allo Stretto e No allo scempio, al disastro, alla distruzione che l’opera Ponte ha già portato e continuerà a portare. Vogliamo che la voce del No entri dalla porta principale dei rappresentanti eletti dal popolo e che sia chiaro se le amministrazioni locali vogliono o non vogliono il Ponte. Che la diplomazia avvenga a partire da una visione, da un orizzonte. Il nostro orizzonte è senza Ponte, questo è l’orizzonte dello Stretto che vogliamo».

A partire da questo orizzonte si passa dalle richieste alle pretese. Le priorità sono «le opere pubbliche essenziali per il territorio. La messa in sicurezza, e aree interne, tanto più in un territorio fragile per conformazione e, in più, disastrato dalle incompiute e dall’abusivismo. La messa in sicurezza, la valorizzazione del patrimonio ambientale, la mobilità come elementi in grado – loro sì – di generare e distribuire lavoro in prospettiva. A porre definitivamente una visione che guardi al Paesaggio come elemento di unione. Oggi si tratta di riempire il grande vuoto lasciato dal Ponte con contenuti che guardino diversamente al territorio, all’integrazione dell’area dello Stretto, alla tutela del Paesaggio come infrastruttura da preservare ad ogni costo».

E da Messina l’associazione “Invece del Ponte” per bocca di Elio Conti Nibali ha ribadito che bisogna fare «rete a favore dello Stretto. A favore dei territori che si affacciano in questo posto meraviglioso e unico. È importantissimo perché le istituzioni devono prendere coscienza di quello che potrebbe avvenire. Noi siamo uniti ma in questo momento stanno lavorando per questo e le istituzioni devono avere un ruolo importantissimo. Non è il momento di accettare decisioni. È il momento di essere invece cittadini attivi e istituzioni attive, partecipi. Questo è il momento decisivo, determinante per il futuro. Noi abbiamo bisogno di tutto. Il ponte è un’opera inutile. Si devono fare altre cose e questo non significa farle a condizione che si costruisca il ponte. Questo è solo un ricatto perché le opere si potevano e si possono fare anche senza questo feticcio perché il ponte non è alto che un feticcio».

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