venerdì,Dicembre 6 2024

Siderno intitola due vie a Matteotti e Gramsci nel giorno della festa della Liberazione

Nel corso della celebrazione è stata letta una sintesi del monologo di Antonio Scurati non trasmesso dalla Rai

Siderno intitola due vie a Matteotti e Gramsci nel giorno della festa della Liberazione

Una celebrazione pregna di significati e dall’alto valore simbolico quella della festa della Liberazione a Siderno. La scopertura di due nuove targhe nelle vie intitolate ai due Martiri della violenza fascista Giacomo Matteotti e Antonio Gramsci, un riferimento storico al rapporto di questi ultimi con la città di Siderno, l’invito del sindaco Mariateresa Fragomeni a instillare la cultura della democrazia e il sentimento antifascista alle giovanissime generazioni e la lettura di una sintesi del monologo di Antonio Scurati non trasmesso dalla Rai, sono stati alcuni dei momenti salienti di una mattinata come sempre molto partecipata da istituzioni, associazioni, Forze dell’Ordine e sodalizi d’arma e, naturalmente, da un nutrito gruppo di cittadini.

Il corteo è partito come sempre puntuale alle 10.30 dal palazzo municipale, per dirigersi verso via Matteotti laddove, su iniziativa della sezione cittadina dell’Anpi e dell’amministrazione comunale, da parte del sindaco e del militante dell’Anpi Pasquale Muscatello è stata disvelata la targa in occasione del centenario del brutale assassinio del parlamentare socialista. Quindi, i partecipanti hanno raggiunto piazza Vittorio Veneto, laddove il trombettista Cosimo Ascioti ha eseguito il silenzio ed è stata deposta una corona di fiori alla memoria dei Caduti per la libertà.

Dopodiché, la celebrazione è proseguita con l’intervento del presidente del consiglio comunale Alessandro Archinà, che è entrato nel vivo della parte riservata ai contenuti rivolgendo un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato e contribuito alla celebrazione. Il presidente della sezione Anpi Giuseppe Oppedisano ha collocato la celebrazione di quest’anno nel più generale quadro nazionale in cui forze reazionarie stanno cercando di svilire il significato della Festa della Liberazione, mentre lo storico Domenico Romeo, della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, ha ricordato un episodio della degenza ospedaliera di Antonio Gramsci, quando venne affidato alle cure di un’infermiera di origine sidernese e quella volta che l’amministrazione socialista degli anni ’20 a Siderno venne pubblicamente elogiata da Giacomo Matteotti.

Nel suo intervento, Mariateresa Fragomeni si è soffermata sul concetto di dittatura, legato a doppio filo a quello di violenza, odio e privazione della libertà personale, stigmatizzando le scorciatoie istituzionali tese a indebolire il sistema democratico figlio delle lotte di Liberazione e concepito dai Padri Costituenti, come il Premierato e l’Autonomia Differenziata, invitando i cittadini a non disperdere il valore della partecipazione democratica al dibattito pubblico, impegnandosi attivamente in politica e nell’associazionismo, evitando di disperdere il patrimonio di valori e spazi di democrazia ereditati dalle generazioni passate. Quindi, dopo aver spiegato alla figlia Benedetta la differenza tra dittatura e libertà, ha concluso invitando tutti a prendere per mano i propri figli e a instillare loro il significato dei valori dell’antifascismo e dell’importanza del vivere in democrazia.

Un messaggio che è giunto forte e chiaro alla piccola Giorgia, che ha raggiunto il sindaco per raccogliere un foglio del suo discorso che le era caduto per terra, conservandolo gelosamente in tasca. Prima di disvelare la targa intitolata da Antonio Gramsci insieme al presidente Anpi Oppedisano e allo storico militante Cosimo D’Agostino, il primo cittadino ha raccolto l’appello lanciato nei giorni scorsi dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori e la cerimonia si è conclusa con la lettura, da parte dei consiglieri comunali Fabrizio Figliomeni, Martina Bizzantini, Vittoria Luciano, Maria Elvira Brancati, Anna Maria Felicità e Carmelo Scarfò, di un’ampia sintesi del monologo dello scrittore Antonio Scurati, non andato in onda sulle reti Rai.

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