domenica,Aprile 28 2024

DE GUSTIBUS | Shakerato, il caffè che piace ai giovani… e non solo

Prodotto artigianale De.Co., un mix tra “caffè e gelato” inventato dalla
pasticceria Fragomeni 25 anni fa a Reggio Calabria è una vera
istituzione

DE GUSTIBUS | Shakerato, il caffè che piace ai giovani… e non solo

Chi non conosce lo Shakerato alzi la mano. Servito, di regola, insieme alla brioche, il caffè shakerato è il “bronzo” della pasticceria reggina da un quarto di secolo. Nato alle soglie del 2000, grazie ad una
intuizione del maestro pasticciere Antonello Fragomeni, titolare dell’omonima rinomata pasticceria a Reggio, che oggi conta due punti vendita e una Shakerateria ad hoc, e presidente dell’Apar (Associazione Pasticceri Artigiani Reggini), è ormai un’istituzione, uno dei simboli della città che piace ai giovani
… e non solo.

All’origine dello shakerato: gelato o caffè?

Partiamo dallo spiegare cos’è lo Shakerato. Più gelato o più caffè? «In sostanza, caffè e gelato» spiega il maestro Fragomeni, anzi «forse più vicino al gelato perché la percentuale di caffè è molto bassa, ma soprattutto un momento di condivisione, da gustare sia d’estate che d’inverno».

L’intuizione dello Shakerato arrivò nel 1998, esattamente 10 anni dopo l’inizio del percorso intrapreso da Antonello Fragomeni e dal fratello Mario che nel 1988 partirono con un piccolo laboratorio di pasta di mandorla ed oggi, grazie alla reputazione guadagnata e ai prodotti artigianali freschi, loro “cavalli di
battaglia” hanno all’attivo tre punti vendita (di cui uno dedicato proprio allo shakerato in centro città).


Circa 25 anni fa, quindi, nasce lo Shakerato che diventa quasi subito un simbolo di Fragomeni e di Reggio. «Si è trattato di esperimenti – spiega il pasticcere – nati come esigenza di accontentare i clienti che molto spesso arrivavano con la voglia di caffè, ma non volevano esagerare perché ne avevano già presi diversi». Così, inizia, da parte sua e dei suoi collaboratori, la ricerca di un qualcosa che avesse il sapore di un caffè ma che non avesse lo stesso contenuto di caffeina.

«In una prima fase nasce una sorta di “caffè della casa”, caldo, con aggiunta di pasta e nocciola, panna, biscotti, poi ho sperimentato anche il prodotto “freddo”. Ho iniziato a fare una sorta di granita con caffè e latte, e armato di frullatore mi mettevo al bancone e facevo assaggiare questa bevanda alternativa. Ancora non aveva neanche un nome e ci si confrontava con gli stessi clienti per capire come si poteva migliorare, cosa si poteva aggiungere.
Nel tempo – aggiunge Antonello Fragomeni – cominciava ad avere sempre maggiore riscontro, la gente tornava per assaggiare questo caffè diverso, sia al pomeriggio che al mattino, i ragazzi facevano anche a gara a chi ne beveva di più. E così abbiamo stabilito dosi giuste, contenuto, bicchiere e la formula
standard dello Shakerato
».

Lo “Shakerato reggino”

È così che lo Shakerato si avvia alla sua versione “definitiva” e inconfondibile che oggi ha il marchio De.Co.. Da allora, spiega ancora Fragomeni, «è stato personalizzato, abbiamo fatto delle varianti, di gusti e di abbinamenti, c’è lo shakerato alcolico, quello alla nocciola, al pistacchio, la variante croccante, la variante senza lattosio, la variante senza glutine».


C’è persino “lo shakerato proteico”, una linea dedicata a tutti gli sportivi, perché dà la carica grazie alla presenza delle proteine.
Da non dimenticare la variante da un litro che «è sempre legata alle emozioni che nascono dallo shakerato, perché tu prendi un litro che può essere servito al tavolo con una brocca o da portare a casa in una bottiglia di vetro, da condividere con gli amici».

Poi è nata anche la “linea” di prodotti in esclusiva, di dolci quasi tutti a base di shakerato, profiteroles, panettone, uovo di Pasqua, creme spalmabili, una gamma di prodotti che hanno il gusto dello Shakerato.
La bevanda, precisa il pasticciere, «ha assunto un ruolo importante in tutti gli eventi, è stata protagonista in molte manifestazioni sul territorio e accompagna ormai le occasioni private importanti, i 18 anni, i matrimoni, perché chi vuole un compleanno, una festa di un certo livello tende ormai ad aggiungere lo shakerato nel menu».

Nel 2019, poi lo “Shakerato reggino”, ossia lo shakerato con pistacchio e bergamotto, ha ottenuto la De.Co.. Denominazione comunale d’origine, il riconoscimento prestigioso attribuito ai prodotti ritenuti tipici o legati storicamente al territorio. E lo stesso anno nasce la Shakerateria.

Shakerateria: «Luogo di condivisione e aggregazione»

Mondana ma informale. La Shakerateria, in pieno centro a Piazza Camagna, spopola tra i giovani e i giovanissimi. In pieno centro storico, a piazza Camagna, l’atmosfera che si respira è quella confidenziale, bohémienne e dandy al contempo, tipica dei locali frequentati dalle nuove generazioni. «È nata nel 2019, perché i miei figli hanno deciso di continuare il percorso che io ho iniziato 35 anni fa e hanno voluto creare una location che fosse vicino ai giovani, agli studenti che magari non potevano raggiungerci facilmente in zona Sud, ed ha conquistato subito il target dei ragazzi, ma non solo» prosegue Fragomeni.

Tutto «grazie a quello che negli anni siamo riusciti a trasmettere e valorizzare con lo Shakerato, che è più di una prelibatezza da gustare, è un momento di condivisione, l’occasione per stare insieme ad un’amica o a un amico, per incontrarsi».
Lo scopo principale «di chi fa ristorazione è quello di fare aggregare la gente attraverso il cibo – precisa il pasticciere – il bar ha questa caratteristica per eccellenza e lo Shakerato, più del gelato, è il mezzo perfetto, perché si può gustare tutti i giorni, ti aiuta a studiare, a concentrarti meglio, è come una merenda che accompagna i giovani in un momento di pausa, di tranquillità».

«Penso che lo shakerato sia diventato un qualcosa che appartiene al popolo reggino, ai giovani reggini, perché il contatto che abbiamo avuto negli anni con loro è molto importante per due motivi: intanto perché si rinnova sempre, con nuove comitive che si formano, nuovi giovani, c’è un ricambio continuo. E questo per noi è molto importante, perché i giovani sono il futuro e vedere il locale pieno di ragazzi ti fa stare bene, c’è sempre un confronto, c’è affetto, simpatia da parte loro. E poi – aggiunge il maestro – perché lo Shakerato ha questa forza di creare legami che si mantengono nel tempo, anche con chi poi
crescendo è costretto ad andare via dalla città, per motivi di studio o di lavoro». Per molti di loro, è una tappa obbligata: «Quando rientrano a Reggio – conclude Fragomeni – spesso vengono direttamente dall’aeroporto, per prendere lo Shakerato, addirittura prima di tornare a casa».

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