domenica,Aprile 28 2024

BORGHI E LUOGHI DEL CUORE | Alle pendici dell’Aspromonte come un “nido di creta”, ecco San Luca

Prese il nome dell’evangelista di Antiochia, perché 57 famiglie si trasferirono nel giorno in cui la Chiesa venera l’autore del terzo Vangelo

BORGHI E LUOGHI DEL CUORE | Alle pendici dell’Aspromonte come un “nido di creta”, ecco San Luca

Corrado Alvaro, ne “La siepe e l’orto” dice: «San Luca era tutto qui : un paese di case rustiche sulla schiena di una montagna come quei nidi di creta che fanno i calabroni intorno ad uno spino indurito».
San Luca, che diede i natali allo scrittore, giornalista e poeta a Corrado Alvaro, è un paese di origini greco-bizantine che sorge alle pendici dell’Aspromonte, sul versante ionico in provincia di Reggio Calabria. Stando alla Fondazione Corrado Alvaro, è uno dei pochi comuni, tra quelli dell’Aspromonte orientale, di cui si conosce la data di nascita, ovvero il 18 ottobre 1592. Esso fu generato dall’esodo forzato degli abitanti di Potamìa, antico villaggio di origine bizantina, distrutto da un evento
alluvionale catastrofico.


Il nuovo paese prese il nome dell’evangelista di Antiochia, perché le 57 famiglie si trasferirono nel nuovo sito il giorno in cui la Chiesa venera l’autore del terzo Vangelo. Il sito scelto era tranquillo e preservato, esposto verso il mare, ma nascosto dalle colline antistanti dalla vista dei pirati saraceni, che proprio in quegli anni infestavano le coste dello Jonio. Ai piedi dell’abitato, ma stavolta a rispettosa distanza, la fiumara di Bonamico.
Il comune sanluchese ricopre una vasta area territoriale, la seconda per estensione nella provincia reggina.
La sua storia però, parte da molto più lontano. Inizia con il Neolitico. Le aree dove i primi abitanti si stanziarono furono Palazzo, Calarìa, Pietra Cappa, Cuppo e Serro Papà. I reperti trovati sono la conferma della presenza umana del neolitico: asce litiche, ossidiane, nuclei e schegge di selce, ceramiche del neolitico stentinelliano di 5600 a.C. e ceramiche grezze, avvicinabili alla seconda fase del neolitico, databili intorno al quarto millennio a.C..


Alla fine dell’ottavo sec. a. C. cominciava l’occupazione del territorio da parte dei Greci. Bisogna dire che i greci arrivavano nei territori dove in passato avevano già avuto contatti con le popolazioni locali. Alcuni eruditi locali menzionano uno dei primi siti presso il fiume Butatros, (da cui Butramo). Alcuni anni or sono, nello scavo dell’acquedotto presso il bivio di San Luca, ho potuto osservare alcune
anforette corinzie e altre ceramiche nello stile di Corinto, databili tra la fine dell’VIII secolo e l’inizio del VII secolo a.C.

Durante la Seconda guerra mondiale il cielo dell’Aspromonte fu protagonista, il 4 settembre 1943, di uno scontro tra i piloti italiani della Regia Aeronautica e quelli Alleati e che vide l’epilogo a San Luca. I piloti del 5º Stormo Tuffatori, guidati dall’asso Giuseppe Cenni, dopo aver sganciato il loro carico bellico contro i mezzi Alleati, che stavano invadendo la Calabria, furono intercettati dai caccia Spitfire. Il comandante Cenni, che era solito restare dietro, in copertura dei suoi uomini, fu attaccato da 5 caccia: cercò di trovare scampo a volo radente, ma fu sopraffatto dal numero dei velivoli nemici. Si schiantò sul letto del torrente Bonamico nel Comune di San Luca. Cenni aveva 28 anni e fu insignito della Medaglia d’oro al valor militare e 6 d’argento, la Croce di Ferro tedesca di 2ª classe e 2 promozioni per merito di guerra.

Dal 1996 un monumento sul lungomare di Reggio Calabria ricorda il sacrificio del comandante Cenni e i fatti del 4 settembre 1943.

Tracce di storia


Significative tracce del passato sono rappresentate da ciò che resta del castello medievale, dei monasteri di S. Stefano, San Costantino, San Giorgio e San Giovanni e dell’abbazia normanna di San Nicola di Butramo. Ma il vero elemento attrattivo della zona, cuore pulsante della religiosità dell’intero territorio provinciale, è senza dubbio il Santuario di Polsi. Luogo di culto mariano e meta di pellegrinaggi per migliaia di fedeli.
Altro luogo di culto è la chiesa di Santa Maria della Pietà al cui interno sono custoditi un dipinto della Deposizione del ‘600, alcune statue originarie di Potamìa quali San Luca, la Madonna Addolorata, San Francesco Saverio e quelle di gran pregio di San Giovanni e del Cristo risorto. Testimonianza dell’eredità bizantina sono i ruderi della chiesa di San Giorgio, del X secolo circa, collocata nell’omonima frazione e luogo di ritrovo, in passato, per religiosi ed eremiti.
Il territorio di San Luca offre tanto anche da un punto di vista naturalistico e paesaggistico. Un esempio di tale prosperità è l’area del lago Costantino, specchio d’acqua formatosi in seguito all’alluvione del 1973 e alla successiva frana che creò una vera e propria diga naturale ostruendo il corso del torrente Bonamico.

Pietra Cappa

Emblema del Parco Nazionale d’Aspromonte, l’autentico monumento naturale la cui bellezza lascia sempre senza fiato. Pietra Cappa, tra i monoliti più alti d’Europa, fonde insieme il fascino del paesaggio incontaminato al mistero legato alle leggende che avvolgono questo territorio e tutta la Vallata delle Grandi Pietre. Fra i tanti racconti leggendari esiste quello di Atì, contessina di Potamìa, il cui spirito, si narra, pare sia ancora intrappolato nella valle tanto che abitanti e pastori del luogo
hanno riferito di averla vista, specie nelle notti di luna piena, in lontananza intenta a scrutare l’orizzonte e placare il suo animo tormentato.


Il paese


Il borgo si sviluppa, come la maggior parte dei centri medievali, intorno ad un centro costituito dalla Piazza Umberto I°. La struttura cittadina è sviluppata seguendo la morfologia del terreno, pertanto ha un andamento a gradoni. La struttura dei fabbricati antecedenti al 1900 risulta costituita da muratura di pietrame e argilla, successivamente si fa uso di muratura in pietrame, laterizi e calce, o malta cementizia. Le costruzioni erano dotate di tetto a falde inclinate con copertura in coppi, caratteristica che in gran parte delle abitazioni viene ancora mantenuta. Il centro storico si caratterizza per le sue stradine strette e lastricate abbastanza larghe per essere percorse con animali da soma, i dislivelli erano superati con ampi gradoni.
La parte più antica del paese è quella attorno alla piazza Umberto I° dove è ubicata la casa natale di Corrado Alvaro.


Casa natale di Corrado Alvaro


Figlio illustre di San Luca è Corrado Alvaro, maggiore tra gli scrittori calabresi, e tra i più importanti del Novecento italiano. Aperta al pubblico è la sua casa natale, situata nei pressi della chiesa matrice in un edificio a tre livelli del XVIII secolo circa. L’abitazione si presenta ancora oggi con l’arredamento dell’epoca, la stanza da letto e i libri dello scrittore di “Gente d’Aspromonte”. Sempre all’interno dell’edificio ha sede la Fondazione Corrado Alvaro, nata per valorizzare la memoria e il patrimonio culturale dell’illustre scrittore, giornalista e poeta e affermatasi nel tempo come luogo di studio, ricerca e promozione dell’opera “Alvariana” e dell’intera letteratura meridionale.

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