sabato,Maggio 4 2024

Mascherine all’aperto in Calabria, Modafferi: «Quali elementi supportano la norma restrittiva?»

Il coordinatore regionale: «Nella stessa ordinanza si evidenzia che i dati epidemiologici e di monitoraggio disponibili per l’intero territorio regionale rientrano entro i limiti fissati per la zona bianca»

Mascherine all’aperto in Calabria, Modafferi: «Quali elementi supportano la norma restrittiva?»

Mascherine all’aperto da oggi in Calabria. Sull’ordinanza del presidente Occhiuto che ha stabilito l’obbligatorietà dei presidi interviene il coordinatore regionale di Ancora Italia Calabria, Giuseppe Modafferi.

«Tale provvedimento – scrive in una nota – desta sorpresa e preoccupazione, non è chiaro quali possano essere stati gli elementi logici e scientifici a supporto di tale ulteriore norma restrittiva essendo che ad oggi non emergono valori né di contagio, né di ricoveri in terapia intensiva tali da giustificare tale atto di violenza gratuita nei confronti della popolazione calabrese. Nella stessa ordinanza, infatti, si evidenzia che i dati epidemiologici e di monitoraggio disponibili per l’intero territorio regionale rientrano entro i limiti fissati per la c. d. zona bianca.

Sia l’incidenza dei contagi ogni centomila abitanti che la percentuale di posti letto occupati con pazienti positivi al coronavirus, sia nelle terapie intensive che nelle aree di degenza medica ordinaria è ben al di sotto delle soglie di allerta.

Alla luce di questi dati oggettivi ed ufficiali e dei dubbi della comunità scientifica sia sulla diffusione del virus in zone aperte, sia dell´efficacia della mascherina nel prevenirne la diffusione, domandiamo al Presidente Occhiuto quali sono i reali motivi di tale affrettata e pericolosa ordinanza.

Da evidenziare che la Calabria è l’unica regione che ad oggi prevede una simile restrizione, a fronte di regioni con valori di contagio e di utilizzo delle terapie intensive maggiori di quelle calabresi, altro aspetto rilevante è che non vi è alcuna distinzione tra persone che hanno completato il ciclo vaccinale e non, quindi i primi nonostante essersi sottoposti alle due dosi previste si vedono obbligati ad inossare le mascherine all´aperto con un salto indietro di quasi due anni, e con i sacrifici vanificati.

Facciamo altresí notare che per le norme nazionali vigenti non esiste un esplicito obbligo di indossare la mascherina all´’aperto, bensí “è fatto obbligo di portare con sé i dispositivi di protezione individuale da utilizzare anche all´’perto nei casi in cui si verifichino situazioni di affollamento e/o assembramento”.

Un simile provvedimento sará un altro duro colpo alla giá disastrata economia calabrese, un altro divieto che non aiuta la ripresa del commercio con ulteriori danni alle piccole imprese che giá soffrono le difficoltá note determinate dalla pandemia.

Per gli argomenti suesposti invitiamo il Presidente Occhiuto di occuparsi seriamente dei gravi problemi che oggi attanagliano la Calabria, ad oggi i suoi interventi sono apparsi superficiali, demagogici e poco orientati al bene della popolazione calabrese.

Non si puó continuare a vessare un´intera popolazione solo per capriccio, per mero esibizionismo o servilismo, continuare a produrre norme restrittive che nessun effetto avranno nel contenimento della pandemia. Ci aspetteremmo provvedimenti orientati a dare un aiuto concreto al moribondo commercio, azioni che limitino paure e frustrazioni ed incoraggino al ritorno ad una vita normale.

Una classe politica inetta sta abusando della pazienza di una popolazione che subisce da due anni le follie, in una simile delirante situazione l´unica via rimane quella di resistere».

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