domenica,Aprile 28 2024

Coronavirus, è arrivata in Italia la nuova variante Omicron 2. Gli esperti: «Molto più contagiosa»

A preoccupare gli scienziati la sua «non rilevabilità e un’alta contagiosità»

Coronavirus, è arrivata in Italia la nuova variante Omicron 2. Gli esperti: «Molto più contagiosa»

È arrivata anche in Italia la nuova variante Omicron 2, destando molta preoccupazione tra gli epidemiologi. La sotto variante di Omicron è stata identificata in quaranta paesi e si sta diffondendo soprattutto in Danimarca, dove è già presente in un sequenziamento Covid su due. Le sue caratteristiche sono la non rilevabilità e un’alta contagiosità.

Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e diagnostica di immunologia della struttura della Santa Sede, intervistato dal Messaggero ha spiegato che «la sotto-variante BA.2 è stata osservata già qualche settimana dopo l’emersione del ceppo base Omicron. In Italia questa sotto-variante della variante Omicron di Sars-CoV- 2 c’è. Al momento, che io sappia, è ancora largamente minoritaria, tenendo sempre presente che questo è un campo in tale evoluzione che il dato cambia rapidamente. In altri Paesi ce n’è un po’ di più. Ma per quel poco che sappiamo non c’è una selezione evidente che privilegia BA. 2 rispetto a BA.1 e alla variante originaria».

Secondo il professor Flahault, epidemiologo e direttore dell’Istituto di Salute Globale dell’Università di Ginevra, si tratterebbe di una variante «molto contagiosa di cui per il momento abbiamo pochi dati sulla sua virulenza». A preoccupare gli studiosi, il fatto che questa sotto variante sia poco rilevabile. «Questa impossibilità di individuarla sarebbe dovuta alla differenza che comporta rispetto alla varietà “standard” di Omicron», si legge sul quotidiano francese La Dépêche.

«Dal momento che la nuova variante BA.2 sembra sostituire BA.1, si potrebbe presumere che abbia una migliore capacità di diffusione. Il tempo ce lo dirà», ha spiegato in un’intervista all’Adnkronos Salute Seppo Meri, docente di Immunologia all’Università di Helsinki. «Probabilmente – ha continuato – non è molto più preoccupante di BA.1, ma abbiamo potuto seguirne gli effetti solo per un tempo molto breve. Anche in Italia è plausibile che cresca. Le varianti di Omicron si diffondono più velocemente perché sembrano essere migliori nello sfuggire all’immunità indotta dal vaccino (e in parte anche dalle infezioni). E questo perché le varianti di Omicron hanno molte più mutazioni nella proteina Spike rispetto alle varianti precedenti.

Le differenze tra BA.1 e BA.2 non sono così grandi, sebbene ci siano alcuni cambiamenti di amminoacidi nella proteina S. La maggiore differenza tra BA.1 e BA.2 è stata riportata nel gene ORF1ab. Cosa significhi è ancora una questione aperta. Il grande complesso proteico codificato da ORF1ab è coinvolto nella replicazione del virus e nell’elaborazione proteolitica delle proteine virali. BA.1 sembra causare una malattia leggermente meno grave rispetto alla variante Delta, il che è un segno positivo». Per l’infettivologo Massimo Galli «finché non vacciniamo a fondo i paesi più poveri, avremo sempre il rischio di nuove varianti».

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