martedì,Aprile 30 2024

Non solo Covid, in oncologia aumentano i pazienti ma diminuiscono medici e infermieri

Il primario Pierpaolo Correale lancia l'ennesimo sos: «I primari non siano tagliati fuori nella realizazzione dei percorsi di sicurezza. Da noi niente focolai ma il personale è stremato»

Non solo Covid, in oncologia aumentano i pazienti ma diminuiscono medici e infermieri

All’ospedale Morelli di Reggio Calabria dopo la toccante inaugurazione della sala d’aspetto del reparto di oncologia donata dalle associazioni, il primario del reparto Pierpaolo Correale. «I pazienti sono continuati ad aumentare il che significa che da parte della cittadinanza, a parte uno sparuto numero di persone che sono contro tutti e tutto, continua ad esserci un percorso di fiducia. Ovviamente è uno sforzo enorme anche perché io mi trovo di giorno in giorno a dover tamponare l’emergenza di personale e di organizzazione interna e questo sta avvenendo regolarmente».

Non è solo il covid a dover essere gestito in riva allo Stretto dall’ospedale reggino. Tanti reparti sono in difficoltà e anche l’oncologia, nonostante gli sforzi, vede crescere il numero dei pazienti mentre diminuisce drasticamente il personale soprattutto «i medici sono ridotti all’osso, il personale infermieristico è molto molto stanco però, a prescindere da questo, mi rendo conto che ci sono delle unità operative che sono quasi ridotte al minimo in tutto l’ospedale. L’oncologia in base ai decreti ministeriali non doveva essere toccata, noi viviamo sempre nella speranza che nelle prossime settimane qualcosa possa cambiare. I medici reggini rimarranno qui ma quelli che non sono di qui iniziano a guardarsi intorno».

E a preoccupare sono anche i percorsi di sicurezza per i quali primari non sono stati interpellati. «Noi abbiamo messo in atto un sistema di prevenzione, infatti, non abbiamo avuto focolai da noi finora. Abbiamo avuto dei casi sporadici e il personale ha quasi sempre preso fuori il virus. Ma una pianificazione di prevenzione non può riguardare solo noi ma doveva riguardare tutto l’ospedale ed essere fatto a livello regionale. Doveva essere fatta una coordinazione e io non penso che i primari in quanto manager di secondo livello dovessero essere tagliati fuori dal percorso».

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