martedì,Maggio 7 2024

Sanità, “Oppido è morta”: un manifesto condanna il mancato riconoscimento di zona disagiata

Il Comitato spontaneo 19 febbraio indignato sottolinea: «Non si dispensa dalle visite e si invita la cittadinanza alla partecipazione»

Sanità, “Oppido è morta”: un manifesto condanna il mancato riconoscimento di zona disagiata

Un manifesto funebre, sul quale campeggia la scritta “Oppido è morta”, è apparso per le vie di Oppido Mamertina. A darne il triste annuncio, il Comitato spontaneo 19 febbraio a difesa dell’ospedale Maria Pia di Savoia, a seguito del Piano di riordino della rete ospedaliera, dal quale risulta l’esclusione del nosocomio cittadino, dai presidi dichiarati “Ospedale di zona disagiata”, vanificando quindi tutti gli sforzi fatti finora, tra i quali il presidio permanente che insiste davanti alla struttura ospedaliera ormai da 5 mesi.

«Ci hanno privato di tutti i diritti. Ci hanno condannato definitivamente alla morte civile – si legge nel manifesto -. Oppido deve alzare la testa e pretendere spiegazioni. Non siamo stati riconosciuti come zona disagiata nonostante le rassicurazioni del maggio scorso. O con chi lotta per la difesa del diritto alla salute dei cittadini o contro. È il momento di prendere una posizione! Non si dispensa dalle visite e si invita la cittadinanza alla partecipazione. Venite in ospedale! Adesso! Andiamo a chiedere spiegazioni».

Un fulmine a ciel sereno per il Comitato, che era tornato a casa ben fiducioso e speranzoso dopo l’incontro avuto con il direttore generale dell’Asp Lucia Di Furia, martedì. «Abbiamo avuto nuovamente, il piacere di dialogare con una persona estremamente sensibile e disponibile – scriveva sulla sua pagina Facabook – che, nel riconoscere il fondamentale ruolo del Comitato, ha recepito anche la nostra nuova proposta, consapevole dell’importanza di dover gestire l’emergenza urgenza in un territorio disagiato, per definizione, come quello che ospita il nostro presidio sanitario. Con pazienza e perseveranza, abbandonando la rassegnazione, si stanno mettendo insieme i tasselli necessari e complementari alla costruzione della rete dell’emergenza urgenza in grado di tutelare il diritto alla salute dei cittadini dell’entroterra aspromontano in tutte le ore del giorno e della notte.  Oggi è dunque un giorno importante per il nostro ospedale, ma la lotta per il diritto alla salute deve continuare».

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