giovedì,Maggio 9 2024

Sanità malata, Giovanni diabetico e cardiopatico resta senza medico: «Chi chiamo per salvarmi la vita?»

L’appello di un artigiano di Bianco quasi 80enne, all’Asp: «Per un ammalato tutto questo non è giusto»

Sanità malata, Giovanni diabetico e cardiopatico resta senza medico: «Chi chiamo per salvarmi la vita?»

Richieste bloccate e carenza di dottori. Così la ricerca di un medico per Giovanni Casile, artigiano pensionato di Bianco quasi ottantenne, è diventata una vera e propria odissea. Da due mesi il suo sanitario di famiglia è andato in pensione e lui, che soffre di patologie cardiache e diabetiche, si ritrova senza nessun dottore che gli prescriva i farmaci e le visite specialistiche.

«Se mi sento male durante la notte a chi devo chiamare per salvarmi la vita? – è il suo amaro sfogo – Prima andavamo da diversi medici che ci prescrivevano i farmaci, adesso vengo a sapere che i medici non fanno più le ricette. Ci hanno detto di andare alla guardia medica, che però apre alle 8 di sera. E perchè dobbiamo aspettare a quell’ora per avere le ricette?».

Nella cittadina della Locride tutti i medici condotti hanno infatti le liste già piene e non possono più accettare nuovi pazienti. La soluzione più vicina è rappresentata da dottori attivi nei comuni di Bovalino e Brancaleone, impossibilitati però ad intervenire in tempo in caso di emergenza. E così Giovanni, che negli uffici locali dell’Asp è conosciuto per i modi garbati e le buone maniere, si è rivolto a noi. «Io non posso andare a comprare tutti i medicinali o andare di nuovo a fare tutti i piani terapeutici – ha evidenziato – Per un ammalato tutto questo non è giusto».

Il caso di Giovanni non è isolato. La mancanza di un medico di base aumenta i disagi di un territorio dalla popolazione in prevalenza anziana, che ha la necessità del presidio sanitario di medicina generale. E che sia possibilmente raggiungibile anche a piedi. La categoria dei medici condotti in servizio in questi ultimi anni si è progressivamente ridotta perché una intera generazione di professionisti ha raggiunto i limiti di età ed è andata in quiescenza, sguarnendo i ruoli e determinando una situazione ormai insostenibile in termini di qualità di servizi resi.

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