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Ospedale di comunità di Oppido, Mazzeo: «C’è poco da essere orgogliosi, avremo un minus rispetto a ora»

La portavoce del Comitato spontaneo 19 febbraio smonta l’entusiasmo del consigliere regionale Giannetta: «Di ospedale resterà solo il nome»

Ospedale di comunità di Oppido, Mazzeo: «C’è poco da essere orgogliosi, avremo un minus rispetto a ora»

Con delibera del direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia, del 28 dicembre scorso, è stato approvato il progetto definitivo per l’intervento di realizzazione dell’Ospedale di comunità di Oppido Mamertina, ed è stata anche autorizzata la procedura veloce dell’appalto integrato, che prevede sia la redazione del progetto esecutivo che l’affidamento dei lavori, finanziati con il Pnrr, per un importo complessivo di oltre 2 milioni e 300 mila euro. A darne notizia per primo, nei giorni scorsi, il consigliere regionale Domenico Giannetta. Notizia che non ha certo colto di sorpresa, né entusiasmato il Comitato spontaneo 19 febbraio in difesa dell’ospedale Maria Pia di Savoia, che per diversi mesi si è battuto, attraverso un sit-in permanente, per salvare il nosocomio e per garantire anche alla popolazione della fascia pre-aspromontana della Piana di Gioia Tauro, il diritto alla salute.

«Grazie alla collaborazione costruttiva che abbiamo instaurato, non solo con i dirigenti dell’Asp ma anche con la stessa direzione sanitaria di Reggio Calabria, proprio a riprova che la nostra è stata sempre una lotta propositiva e mai una lotta strettamente campanilistica, eravamo già venuti a conoscenza del fatto che il progetto definitivo sarebbe stato approvato entro la fine dell’anno e che sarà eseguito in tempi brevi – ha affermato la portavoce Margherita Mazzeo, che abbiamo raggiunto telefonicamente -. Naturalmente non abbiamo fatto grandi proclami, dal momento che si tratta di una notizia che già si conosceva dal lontano maggio 2022, allorquando era stato reso noto che Oppido era rientrato nel canale degli ospedali di comunità che sarebbero sorti con i fondi del Pnrr.

Pertanto non c’è niente da commentare circa questa notizia, così come non c’è niente da aggiungere, in quanto ne avevamo già ampiamente discusso, rispetto al fatto che comunque l’Ospedale di comunità è un minus rispetto a quello che abbiamo oggi, visto che ora come ora abbiamo un reparto ospedaliero a tutti gli effetti, un reparto di Lungodegenza ospedaliero mentre con l’Ospedale di comunità avremo solo una struttura che verrà appellata con il nome di ospedale ma di ospedale avrà solo il nome, perché sarà gestita a livello infermieristico e il medico sarà presente 4-5 ore al giorno, per 6 giorni su 7, quindi va da sé che è un minus rispetto a quello che già c’è».

La portavoce del Comitato 19 febbraio, quindi, smonta l’entusiasmo del consigliere regionale Giannetta: «Se dopo oltre 600 giorni da quando venne annunciato che con i fondi del Pnrr sarebbe stato finanziato l’Ospedale di comunità, alla luce di quello che realmente sarà, si arriva alla fine del 2023 dichiarando di essere orgogliosi, credo a questo punto, ci sia ben poco per esserlo. Noi abbiamo sempre lottato in favore di una sanità che rispondesse ai reali bisogni dei cittadini di tutto il territorio aspromontano e preaspromontano che è disagiato per definizione. Naturalmente, non voglio fare giochi di parole come qualcuno che forse li ama fare, un Ospedale di comunità, che di ospedale avrà solo il nome, non può essere la risposta per un territorio che da sempre è bistrattato».

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