venerdì,Aprile 26 2024

Presepe vivente a Pietrastorta: costruire la comunione partendo dalla famiglia

La rappresentazione della natività, promossa dalla parrocchia Sant'Elia Profeta di Condera, si è svolta lo scorso 5 gennaio dalle 17.30

Presepe vivente a Pietrastorta: costruire la comunione partendo dalla famiglia

Presepe vivente a Pietrastorta: costruire la comunione partendo dalla famiglia. Questo l’intento del parroco di Condera, don Paolo Ielo. Un obiettivo per il quale si è lavorato tutti insieme. E così è stato, un successo di pubblico ma, soprattutto, com’era negli intenti, un successo che fa aggregazione e promuove la famiglia come primo segmento che valorizzi il cuore e la presenza dei suoi partecipanti.


La rappresentazione del presepe vivente, promossa dalla parrocchia Sant’Elia Profeta di Condera, si è svolta lo scorso 5 gennaio dalle 17.30. Significativo ed evocativo il titolo: «Adventum Lucis», due sole parole che sintetizzano la grande attenzione all’aspetto religioso di un evento che ha messo insieme la comunità parrocchiale.
«Un evento che la parrocchia ha atteso – racconta don Ielo – a cui la parrocchia si è preparata particolarmente, cercando di vivere la comunione l’uno accanto all’altro, cercando di lavorare in sinergia». Certamente il lavoro è stato tanto: l’allestimento, la regia, tutto ciò che l’evento richiedeva, ma «nonostante il freddo ed il vento siamo riusciti ad accendere i riflettori sull’evento – ha proseguito il parroco – c’erano un centinaio di comparse tra bambini e grandi, sono state coinvolte le famiglie perché il mio obiettivo era ripartire dalla famiglia per creare la rete, la famiglia si deve riappropriare della funzione nella pastorale della parrocchia e devo dire che si sono fatti tanti passi in avanti». Da questo punto di vista «Le famiglie sono molto più coinvolte, più partecipi: famiglie intere hanno creato i quadri, le comparse. Si è trattato di un evento che ha visto coinvolti non solo i bambini ma la maggior parte erano grandi ed eroici anziani. Tante persone hanno lavorato nel silenzio, nell’accoglienza ed hanno dato una testimonianza vera di comunione, se si crede le cose si possono realizzare nella semplicità».

E, in conclusione, «L’evento non voleva essere un richiamo alle folle oceaniche, ma vivere l’intento di costruire la comunione partendo dalla famiglia. Anche il titolo che portava ha voluto far sì che le famiglie godessero di questa verità».La prossima domenica alle 18 si svolgerà una messa di ringraziamento per tutti i partecipanti e coloro che hanno dato il loro contributo alle realizzazione del presepe vivente.

top