venerdì,Aprile 26 2024

Locri, i mal di pancia dei dissidenti approdano in Consiglio comunale

Scintille in aula tra gli assessori dimissionari e la maggioranza. Il sindaco Calabrese: «No ai teatrini della politica»

Locri, i mal di pancia dei dissidenti approdano in Consiglio comunale

Un clima da separati in casa. E’ quello che si è respirato all’interno della sala del consiglio comunale di Locri, riunito a qualche settimana dalle chiacchierate dimissioni dell’ex assessore e vicesindaco Raffaele Sainato e delle sue fedelissime Anna Sofia e Anna  Baldessarro. Nel giorno in cui è stato approvato il rendiconto di gestione per l’anno 2019, a tenere banco è la crisi politica della maggioranza, risolta dal sindaco con un rimpasto di giunta e la re-distribuzione di alcune deleghe. Ma chi si aspettava fuochi d’artificio tra opposte fazioni è rimasto deluso.

«Non butteremo a mare quanto di buono abbiamo fatto in sette anni – ha espresso Sainato accendendo il dibattito in aula – ma la situazione politica si poteva gestire diversamente. Io non mi sono dimesso per altri motivi – ha precisato il consigliere regionale, fresco di passaggio nel gruppo di Forza Italia – ma perché è una norma dello Stato a prevedere questo. Sebbene siano stati commessi degli errori di valutazione, non credo ci potranno essere scossoni nella maggioranza».

E se l’ex consigliere Baldessarro ha puntato il dito contro l’assenza di dialogo con alcuni componenti della maggioranza e con il primo cittadino, reo di «Averla messa alle corde e in difficoltà attraverso l’attribuzione di deleghe non affini alle mie competenze professionali», Anna Sofia si è lasciata andare ad un duro j’accuse. «Dovevo essere fatta fuori e sono stata messa ai margini – ha tuonato – Il mio incarico di capo struttura politica del consigliere regionale Sainato non è incompatibile con un assessorato comunale».

Dal canto suo il primo cittadino Calabrese ha difeso con forza le sue scelte. «E’ il sindaco che stabilisce i componenti della giunta, in base al programma e alle determinazioni che ritiene opportune, condivise o no. Si tratta di una crisi inattesa, non voluta né cercata, giunta nel momento di massimo splendore politico per la città. Mi dispiace non aver colto il malessere di Sofia e Baldessarro in questi anni, ma dico no ai teatrini della politica. Resterò sindaco fin quando ci saranno i numeri della maggioranza, altrimenti sarò il primo a fare un passo indietro».

L’impressione, tuttavia, è che da oggi la vera opposizione Giovanni Calabrese ce l’abbia all’interno della sua coalizione. Quella ufficiale in seno al civico consesso ha preferito mantenere un profilo basso, non affondando il colpo e limitandosi a prendere atto delle crepe aperte in maggioranza. «Il virus ha intaccato gli equilibri dell’amministrazione – ha evidenziato il capogruppo Vincenzo Carabetta – e il paese ha assistito attonito a questo meccanismo. Se la frattura non si dovesse ricomporre, l’unica strada – ha chiosato – sono le dimissioni della maggioranza e il ritorno alle elezioni».

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