Ripristinare gli Sprar per i richiedenti asilo, domani le associazioni in piazza
La manifestazione di Arci, Nuvola Rossa e Comitato solidarietà migranti per chiedere di garantire un’accoglienza dignitosa nel nostro Paese
Ripristinare gli Sprar per tutti i richiedenti asilo, domani le associazioni in piazza. Domani mattina alle 10 il comitato territoriale dell’Arci, il centro sociale Nuvola Rossa e il comitato solidarietà migranti saranno a Piazza Italia, davanti la Prefettura, per chiedere di ripristinare lo Sprar e garantire un’accoglienza dignitosa a tutti i richiedenti asilo e rifugiati presenti nel nostro Paese. Nei giorni scorsi, due circolari del Viminale hanno fatto piombare nell’incertezza migliaia di titolari di protezione umanitaria e richiedenti asilo attualmente ospiti nei progetti Siproimi (ex Sprasr), mettendo in discussione la loro permanenza all’interno dei progetti che si apprestano a concludere l’ultimo triennio il 31 dicembre.
«I
provvedimenti recentemente adottati dal Viminale – si legge in una nota – non
sembrano tenere conto né della recente sentenza della Cassazione a sezioni
unite, che ha sancito l’irretroattività della legge 132/2018, né della
contraddizione di prorogare fino a giugno 2020 i progetti Siproimi chiedendo
però agli stessi la cessazione dell’accoglienza di richiedenti asilo e titolari
di protezione umanitaria entro il 31/12/2019, anche con il parziale ricorso a
soluzioni alternative. Come già espresso da molti nei giorni scorsi, le
associazioni del Tavolo Asilo pensano che la via maestra sia il ritiro delle
due circolari, che si basano su un’interpretazione erronea e illegittima del
primo decreto sicurezza, di cui peraltro da tempo il terzo settore chiede
l’abolizione. Permane la nostra preoccupazione per la sorte di migliaia di
persone, principalmente in stato di vulnerabilità, e del sistema nel suo
complesso.
Noi chiediamo dunque il ritiro immediato delle due circolari diramate dal
Viminale e l’abolizione dei due Decreti Sicurezza. Quando l’ingiustizia diventa
legge, la resistenza diventa dovere».
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