domenica,Aprile 28 2024

Reggio, uno strumento in più contro le estorsioni edili: nasce Fai Antiracket

Siglato un Protocollo d’intesa in Prefettura. Tano Grasso: «Non ci sarà più solitudine per chi si espone e denuncia»

Reggio, uno strumento in più contro le estorsioni edili: nasce Fai Antiracket

«Adesso gli imprenditori di Reggio Calabria hanno un nuovo strumento che prima non c’era che è quello dell’associazione che li avvicina alle forze di polizia e all’autorità giudiziaria. Questo strumento distrugge ogni possibilità di alibi. Prima si poteva dire che era complicato e si restava soli. Adesso questo alibi è stato demolito».

Lo ha detto Tano Grasso presentando l’associazione “Fai Antiracket Reggio Calabria” presieduta dall’imprenditore Francesco Siclari, il presidente del Comitato Mezzogiorno e Isole dell’Ance nazionale che qualche anno fa ha denunciato le estorsioni subite dalla ‘ndrangheta.

Un protocollo anti estorsione

All’incontro, svoltosi questa mattina nel Salone di rappresentanza del Palazzo del Governo, è stato anche sottoscritto dal Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, dal Presidente Onorario della Fai, Tano Grasso, dal Presidente dell’Associazione Antiracket Reggio Calabria, Francesco Siclari, e dal Presidente dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Reggio Calabria, Michele Laganà, un Protocollo d’intesa per la prevenzione dell’estorsione nei cantieri edili.

Al fine di promuovere la prevenzione del fenomeno estorsivo attraverso segni tangibili e di immediata identificazione – si legge in una nota diffusa dalla Prefettura – è stata tra l’altro prevista la possibilità di esporre, da parte delle imprese aderenti, uno specifico cartello di cantiere, presentato nel corso della cerimonia di sottoscrizione.

La stipulazione dell’Intesa, inoltre, segna l’avvio di una costante attività di informazione degli operatori del settore da parte dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili, che assume, altresì, l’impegno di intervenire in eventuali procedimenti penali, in cui i propri associati siano parte offesa, con la costituzione di parte civile.

Nel corso dell’iniziativa, il Prefetto Mariani ha sottolineato che «il Protocollo rappresenta un ulteriore strumento concreto offerto dallo Stato a chi coraggiosamente desidera affrancare la propria attività e la propria città dal circuito criminale, che condiziona il tessuto sociale ed economico del territorio».

Analoghe considerazioni sono state formulate dal Procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Gaetano Paci, a conclusione di un incontro arricchito dalle testimonianze dirette di numerosi imprenditori che quotidianamente si oppongono alla morsa estorsiva, percorrendo vie di legalità.

Siclari e Grasso: «Mai più in solitudine»

«Questa giornata è il coronamento – ha detto Siclari – di un percorso iniziato più di due anni fa, quindi dopo le mie vicende. È un percorso che abbiamo affrontato con il fondatore della Fai Tano Grasso che ci ha supportato. Non è stato facile ma siamo riusciti a coinvolgere 13 noti imprenditori della città che ci hanno messo la faccia. L’associazione è aperta a chiunque ne voglia fare parte».

La missione – ha aggiunto Siclari – è quella di supportare gli imprenditori, di qualsiasi settore economico, per quando saranno pronti alla denuncia: «Li supporteremo senza forzature con un’attività da filtro nei confronti delle forze dell’ordine e della stessa Procura in modo tale da non fargli mettere la faccia e quindi tutelarli, accompagnarli in un percorso e proteggerli il più possibile. Per Reggio Calabria questa è un’opportunità».

La novità per Grasso è che imprenditori che hanno vissuto l’esperienza dell’estorsione e che hanno denunciato, si sono autorganizzati e hanno dato vita all’associazione. «Proprio perché hanno vissuto l’esperienza direttamente, questi imprenditori parleranno con gli altri per convincerli a denunciare, portando ad esempio la propria vicenda personale e assicurando gli altri operatori economici che se denunciano nessuno resta solo. È questa la cosa più importante. Non ci sarà più solitudine per chi si espone. Questo è il progetto che nasce sulla base di alcune denunce concrete che già ci sono state da parte degli imprenditori».

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