Giudice Scopelliti, oltre la memoria serve la verità. La figlia Rosanna: «Dopo 30 anni non vedo il lavoro fatto dai magistrati» – VIDEO
Presentati gli eventi per il 32esimo anniversario dall'uccisione. La presidente della Fondazione non avrebbe voluto più fare la commemorazione alla stele
«Non ho dubbi che la magistratura stia lavorando, ma sono passati 30 anni e non vedo quello che stanno facendo». Le parole di Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso il 9 agosto del 1991 a Campo Calabro, sono delle pietre. Parole che arrivano nel giorno della presentazione degli eventi di commemorazione del giudice, insieme a una confessione.
«Non avevo più nessuna intenzione di commemorare papà. Ogni anno, davanti alla stele, a me viene richiesta fiducia nelle istituzioni, mi si chiede di aspettare, tra gli abbracci e le corone che vengono depositate. Ma dopo 32 anni inizia a diventare pesante tutto ciò perchè non viene dato seguito a questa memoria con la verità. Non voglio creare problemi ai magistrati che stanno lavorando sul caso. So come sia difficile fare il giudice. I sindaci hanno voluto organizzare la commemorazione. Io non l’avrei fatto perché sono stanca. Ma vi dico che non posso che essere al vostro fianco da semplice spettatrice per questo momento che è quello più sentito».
I sindaci
A fare gli onori di casa, insieme al sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, stamattina a palazzo San Giorgio c’è l’assessore alla legalità Giuggi Palmenta che chiarisce «Tre giorni, dal 7 al 9 agosto, in sinergia coi comuni di Villa, Campo e Reggio. Memoria e cultura riguardano qualcosa che si è avviato e che non vuole finire. Dobbiamo fare qualcosa perché le parole si possano mutare in azioni. La legalità è l’esercizio quotidiano di trovarsi da una parte e non dall’altra. Questo tipo di iniziativa ci può aiutare».
Il sindaco Brunetti ricorda Scopelliti: «Un figlio di questa terra, ucciso in circostanze poco chiare. Queste occasioni ci permettono di spiegare ai più giovani che si può scegliere, che si deve scegliere da che parte stare. Chi non sceglie sta nella parte nera. Questa tre giorni fa parte percorso intrapreso con la fondazione e sono nfelice che tre amministrazioni si siano unite per rinnovare il messaggio».
Giusy Caminiti, sindaco di Villa San Giovanni spiega «Ci sentiamo teatro della nascita del giudice Scopelliti e delle scomparsa del tragico 9 agosto. Cultura è legalità e cultura è civiltà. È arrivato il tempo che non serve dire dopo, servono i fatti, una comunità educante che si metta in cammino, serve un agire, un esempio. Il nostro è un territorio di speranza con l’indignazione del momento che poi si affievolisce. Per organizzare la speranza serve metterci in cammino nel segno di Scopelliti, un grande uomo che sapeva essere riferimento di tutte le sue comunità».
Simona Bellantoni, presidente del consiglio comunale di Campo Calabro, ricorda che «Sono i rapporti che abbiamo che ci rendono degni di ricordare un uomo dello stato, operando nella correttezza in una terra difficile che offre opportunità ma che ha anche brutture».
Le mostre
Per tutta la giornata del 9 agosto la galleria di palazzo San Giorgio ospiterà la mostra fotografica di Michele Furci, “Caro diario”, curata da Massimo Monorchio, gli scatti dei ragazzi dell’Accademia di Belle Arti e della scuola Panella Vallauri. «L’idea – evidenzia il fotografo – era di stimolare i ragazzi a raccontare il concetto di accoglienza, mostrando la visione del mondo, le fragilità». Alle 21.30 a piazza Italia il premio Scopelliti.