lunedì,Maggio 27 2024

Bovalino, il ricordo del brigadiere Marino ucciso dalla ‘ndrangheta

Trentatré anni fa l’omicidio del militare nel corso della festa di paese in cui rimasero feriti la moglie incinta e il figlio di due anni; ieri la cerimonia nella piazza a lui intitolata

Bovalino, il ricordo del brigadiere Marino ucciso dalla ‘ndrangheta

di Tonino Raco – Una cerimonia sobria ma dal grande valore simbolico, morale e civile. È quella svoltasi a Bovalino nel ricordo di Antonino Marino, brigadiere dei carabinieri ucciso a colpi d’arma da fuoco nella notte tra l’8 e il 9 settembre del 1990, mentre si trovava a Bovalino Superiore in occasione della festa patronale, in compagnia della moglie incinta e del figlio di soli due anni che rimasero entrambi feriti dai colpi esplosi dalla mano criminale di un uomo che approfittò dello spettacolo pirotecnico per compiere l’omicidio e dileguarsi tra la folla, facendo perdere ogni sua traccia.

La piazza di Bovalino intitolata proprio al sottufficiale originario di San Lorenzo, nel reggino, questo mattina ha visto stringersi attorno al suo ricordo, con la deposizione di una corona d’alloro, i familiari di Marino e autorità civili, militari e religiose del territorio. «È importante, come ogni anno, ricordare e stringerci con tutta la comunità in un abbraccio rivolta alla memoria del brigadiere Marino» – ha commentato il primo cittadino di Bovalino Vincenzo Maesano -. Abbiamo voluto che il suo ricordo vivesse anche con questa piazza a lui intitolata e che deve essere il segno di lotta continua contro la criminalità e contro ogni tipo di sopraffazione».

La cerimonia è poi proseguita con una messa nella Chiesa di San Nicola di Bari, officiata dal vescovo di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva e dai cappellani militari don Aldo Ripepi e don Vincenzo Ruggiero. Presenti, tra le varie autorità, oltre al sindaco Maesano anche il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani e il comandante provinciale del Comando dei carabinieri di Reggio Calabria, il colonnello Marco Guerrini.

«Questo è un momento molto importante di esercizio della memoria – ha sottolineato il colonnello Guerrini – ricordiamo la figura di un militare dell’arma barbaramente ucciso qui a Bovalino dopo aver prestato servizio in importanti sedi come Platì e San Ferdinando di Rosarno. Quindi è un momento che ci riporta a riflettere anche sulla violenza che queste terre hanno subito nel tempo e che ci ispira come esempio per continuare nell’attività di contrasto ai fenomeni criminosi e alla ‘Ndrangheta, che tutt’oggi è presente».

Al brigadiere Marino è stata conferita, il 2 settembre del 1993, la Medaglia d’oro al valor civile in quanto: «Comandante di Stazione impegnato in delicate attività investigative in aree caratterizzate da alta incidenza del fenomeno mafioso, operava con eccezionale perizia, sereno sprezzo del pericolo e incondizionata dedizione, fornendo determinati contributi alla lotta contro efferate organizzazioni criminali fino al supremo sacrificio della vita, stroncata da vile agguato. Splendido esempio di elette virtù civiche e di altissimo senso del dovere». L’omicidio di Marino rimase per quindici lunghi anni avvolto nel mistero. Soltanto nel 2014, a seguito delle rivelazioni di un pentito, furono condannati a trent’anni di carcere per l’omicidio di Antonino Marino, Francesco Barbaro e Antonio Papalia. 

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