Reggio, a rischio la scritta anarchica “Reggio Libera” degli anni Settanta in via San Pietro

Un’impalcatura e una facciata in corso di rifacimento nella zona Sud di Reggio Calabria. Situazione apparentemente comune e diffusa se non fosse che quel palazzo, proprio sulla parte che si affaccia su via San Pietro, reca la scritta “Reggio Libera” di recente attenzionata.

Una scritta con la vernice bianca, con la grafia di bambini, con accanto il simbolo inconfondibile della A cerchiata cancellata insiste infatti su quel muro. Essa oggi è già nascosta dalle inferriate dell’impalcatura e dunque con i giorni letteralmente contati.

Secondo lo scrittore e storico Fabio Cuzzola, potrebbe essere del giovane anarchico Angelo Casile, che nel quartiere Ferrovieri Pescatori in cui insiste il palazzo era nato e cresciuto. Dunque una scritta risalenti agli anni roventi del Settanta quando l’anima anarchica era palpitante e scomoda e animava a Reggio Calabria il circolo della Baracca frequentato da tanti giovani.

Tra loro anche Angelo Casile, Gianni Aricò, Franco Scordo, Anneliese Borth che, con Luigi Lo Celso di Cosenza, persero la vita in un incidente rimasto avvolto nel mistero, durante il viaggio verso Roma, la sera del 26 settembre proprio del 1970. Poco più di due mesi dopo i Moti di Reggio e il deragliamento del treno a Gioia Tauro.

Dunque una traccia storica che l’agenzia statunitense Getty Images ha ritenuto rappresentativa al punto da immortalarla e archiviarla. Una scritta che, dunque, meriterebbe approfondimento, tutela e valorizzazione. Invece proprio in questo frangente sta rischiando di essere cancellata per sempre.