lunedì,Maggio 20 2024

Reati di ‘ndrangheta, “Un mondo di mondi”: «Non utilizzare l’informazione etnicizzata ai danni dei Rom»

Il presidente Giacomo Marino: «Tale informazione, coniugandosi con i pregiudizi storici esistenti verso questa minoranza, costituisce un forte ostacolo al percorso di inclusione sociale»

Reati di ‘ndrangheta, “Un mondo di mondi”: «Non utilizzare l’informazione etnicizzata ai danni dei Rom»

«Questa Associazione considerando l’importante azione di lotta alla ‘ndrangheta condotta dalla Procura di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, e dai mass media, chiede a entrambi di non utilizzare l’informazione etnicizzata dei reati ai danni della comunità rom». È quanto afferma il presidente di “Un mondo di mondi” Giacomo Marino. «Questa informazione – spiega – anche se involontariamente, produce come effetto la “criminalizzazione mediatica” di tutti i cittadini rom non coinvolti nei fatti di reato, in quanto non segue le regole della corretta notizia ed il principio costituzionale secondo il quale la responsabilità penale è personale.

Il meccanismo, purtroppo, molto diffuso è questo: quando delle persone rom vengono accusate di reati di ‘ndrangheta o di reati comuni la notizia viene data sottolineando non tanto la loro identità personale ma la loro provenienza etnica e in questo modo si mette in relazione diretta l’intera comunità rom con i reati di cui sono accusate queste persone. Questo modo di informare fa diventare “colpevole” dei reati non solo i singoli accusati ma, soprattutto, l’intero gruppo rom che chiaramente non ha alcuna responsabilità per i reati contestati ai singoli soggetti e non è in grado di difendersi dalle “accuse mediatiche”.

Tale informazione, coniugandosi con i pregiudizi storici esistenti verso questa minoranza, costituisce un forte ostacolo al percorso di inclusione sociale nel quale la comunità rom si sta impegnando da tempo e quindi favorisce lo sviluppo di analisi errate secondo le quali la comunità rom costituirebbe la “causa principale” dei problemi di interi quartieri e di alcune scuole. Con queste analisi in cui il capro espiatorio è la comunità rom si nascondono le reali responsabilità dei problemi sociali. Tutto questo ha conseguenze pesantissime sulla vita delle famiglie rom ma pure sull’intera città. Per questo riteniamo sia necessario e urgente eliminare l’informazione etnica dei reati nel rispetto delle regole vigenti.

Difatti nonostante la radicata e forte presenza storica della ‘ndrangheta nella città di Reggio Calabria, nella quotidiana informazione sui gravissimi reati di ‘ndrangheta di cui sono accusati dei reggini la comunità reggina, com’è corretto, non viene mai messa in relazione ai reati di ‘ndragheta, anche se a questa comunità appartengono tutti gli accusati dei reati di cui sopra. Per la comunità reggina l’informazione dei reati rispetta il Codice deontologico del Giornalismo e il dettato Costituzionale. Ma la comunità rom è costituita da persone reggine che hanno gli stessi diritti delle altre persone e quindi anche per questa comunità, come anche per le comunità dei migranti, andrebbero rispettate le regole della corretta informazione. Concludiamo con l’auspicio che questo nostro appello venga accolto dal Procuratore Bombardieri e dalle redazioni giornalistiche come una critica costruttiva e per questo speriamo anche in un confronto sereno».

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