venerdì,Maggio 3 2024

Reggio, il garante Praticò: «I progetti di inclusione tengano conto del tempo deformato che ha vissuto il detenuto»

Le riflessioni del garante metropolitano per i detenuti: «Chi esce in libertà dopo un periodo più o meno lungo, trova il mondo cambiato»

Reggio, il garante Praticò: «I progetti di inclusione tengano conto del tempo deformato che ha vissuto il detenuto»

Riceviamo e pubblichiamo

L’inclusione in un progetto di vita per chi lo ha interrotto con una detenzione, non può prescindere dal considerare il tempo deformato dal quale proviene il detenuto. per colpa o per dolo non ha importanza, perché nessuno della società civile può sentirsi esente da responsabilità quando una parte di essa sbaglia o dei singoli individui sbagliano. Il bene e il male, il giusto e l’ingiusto non hanno una separazione netta ma coesistono in equilibrio dinamico la cui alterazione può far sconfinare da una parte o dall’altra e talvolta soggetti a punti di vista. Tempo deformato perché in carcere il tempo rallenta, quando, addirittura non si ferma.

Chi esce in libertà dopo un periodo più o meno lungo, trova il mondo cambiato. La tecnologia procede rapidamente, a volte, ancora in maniera più rapida della velocità di adattamento delle persone in libertà, immaginiamo perciò come potrà adattarsi chi esce da una lunga detenzione. Un detenuto mi ha raccontato come si è sentito dopo quindici anni di carcere, portando ad esempio un gattino che aveva allevato in cella e per regalargli la libertà lo fece uscire ma, non essendo abituato finì sotto una macchina appena fuori.

Un’altra detenuta mi raccontava di quanto la infastidisse il suono del telefono quando era a casa e di quale gioia provasse in carcere quando poteva telefonare. Si tratta di alcuni esempi ma, ne esistono a decine,  sui quali intervenire, sul come bisogna discutere. 

Paolo Praticò, garante detenuti Città metropolitana

top