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Reggio, il sogno europeo di Antonio Megalizzi: una panchina per non dimenticare – FOTO e VIDEO

La parrocchia di Puzzi Armo e Aretina ha accolto la proposta di amici e parenti, e in piazza Chiesa c'è adesso un tocco d'Europa

Reggio, il sogno europeo di Antonio Megalizzi: una panchina per non dimenticare – FOTO e VIDEO

«La vita è troppo breve per non essere donata a chi ami». Con questa sua stessa citazione riportata accanto alle 12 stelle dell’Europa disposte a cerchio su una panchina blu, Antonio Megalizzi, morto a soli 29 anni nell’attentato ai mercatini di Strasburgo nel dicembre del 2018, continuerà ad essere ricordato dalla comunità di Puzzi e Armo, a Reggio Calabria.

In piazza Chiesa a Puzzi, frazione collinare di Reggio Calabria, inaugurata la “panchina europea” dedicata alla sua memoria. Una proposta che tanti amici e parenti hanno rivolto alla parrocchia che subito l’ha fatta propria.

Il dolore, la speranza e la memoria

«In passato, nei giorni che accompagnavano il Natale, la famiglia era solita fare tappa anche a Puzzi per festeggiare con i nonni, gli zii e i cugini. Sicuramente, Antonio si sarà seduto qualche volta anche su questa panchina che oggi viene a lui dedicata. Una panchina colorata di Unione europea, che racchiude l’impegno per una cittadinanza attiva, per un’informazione di qualità e per il dialogo costruttivo. Un dialogo, un confronto, una partecipazione attiva che senz’altro parte dalle scuole, ma che deve potersi sviluppare ovunque e in qualsiasi contesto, anche su una panchina mentre si chiacchiera».

In questo frangente storico risuonano come un monito di pace oltre che di memoria queste parole con cui la sorella Federica, vicepresidente della fondazione intitolata alla memoria del fratello Antonio. Sono le parole con costituiscono l’incipit della lettera inviata a Reggio per l’occasione. È stata letta dal cugino di Antonio e volontario della fondazione, Domenico Rocco Megalizzi, durante la cerimonia molto partecipata dalla comunità.

Dunque una panchina familiare ad Antonio che da oggi porta i colori dell’Europa in cui lui, da ragazzo Europeo come da tutti è e sarà sempre ricordato, credeva moltissimo.

«Per noi familiari la perdita di Antonio resterà sempre una ferita. Questi momenti, e adesso questa panchina, certamente ci sostengono, rafforzando anche nella comunità il ricordo di Antonio che per noi resta indelebile. Una mente brillante e arguta, capace di dialogare con tutti e di guardare alle questioni da tanti punti di vista. Poi di trarne una sua analisi critica. Non amava le ribalte, nonostante il suo lavoro che evidentemente intendeva come impegno». Così lo ha ricordato il cugino e volontario della fondazione, Domenico Rocco Megalizzi.

La panchina europea

«La libertà si fonda sulla conoscenza e sulla verità. Con il suo entusiasmo di giovane e di giornalista valente, Antonio ha incarnato questi valori che costituiscono per noi un monito del Signore. Inoltre la storia di Antonio è anche un invito ai giovani affinché si impegnino, abbraccino progetti e abbiano il coraggio di sognare. Sono particolarmente orgoglioso di questa panchina europea, presidio di memoria e di impegno in ricordo di Antonio. È il segno di una comunità che ancora una volta, come già avvenuto con il cimitero dei migranti, si fa strumento di servizio per la comunità». Così il vicario Generale dell’arcidiocesi Reggio Calabria-Bova, don Pasqualino Catanese.

«Quando è stato proposto di pitturare questa panchina con i colori dell’Europa e di renderla un presidio di memoria del giovane Antonio Megalizzi, la parrocchia ha subito accolto l’idea. Si tratta di una iniziativa fortemente voluta dalla comunità e che diffonde un messaggio di grande importanza e speranza. Antonio amava la verità e l’Europa. Questo è il ricordo che gli amici della fondazione hanno di lui. Un giovane che amava ciò che faceva e che alla passione univa la serietà e la determinazione nel lavoro. Siamo grati dunque per questa bellissima iniziativa che sposiamo a pieno». Così Enzo Modafferi parroco della comunità di Armo, Puzzi e Aretina, Reggio Calabria.

L’inaugurazione è stata impreziosita da un banchetto di prodotti artigianali e da una crispellata. Tutto al fine di raccogliere fondi da devolvere alla fondazione Antonio Megalizzi. La manifestazione si è conclusa con il concerto del coro dei bambini della parrocchia guidati dalla catechista Gisella Martino coadiuvata da Emilia Morabito.

Antonio, il ragazzo Europeo

Antonio era nato a Trento da Domenico e AnnaMaria originari proprio di questa frazione collinare reggina. Il suo cuore era anche un pò calabrese per i tanti affetti che qui ritrovava ogni estate e nelle tante altre occasioni in cui scendeva a trovare i nonni e i parenti.

Si tratta della seconda panchina europea intitolata alla memoria di Antonio in Calabria, dopo quella di Pizzo. Tante sono sparse in Italia dopo quella inaugurata a Trento. Quest’anno una è stata anche collocata a Messina.  

«Le panchine europee che si stanno diffondendo in Italia e in Europa per onorare il lavoro di Antonio possono essere un punto di incontro e di scambio civico, un posto in cui leggere, studiare e approfondire, uno spazio in cui partono riflessioni, domande e soluzioni per le sfide che ci attendono e per le opportunità che abbiamo. Si pensi, tra gli altri, all’importanza del nostro coinvolgimento civile al voto in occasione delle elezioni europee che si terranno il prossimo giugno. Possa anche questa panchina essere stimolo di partecipazione, di approfondimento, di costruttività. Ancora una volta vi ringraziamo per averla dedicata ad Antonio e siamo contenti che il suo sogno europeo possa lasciare il segno anche qui», scrive ancora la sorella Federica Megalizzi.

11 dicembre 2018 a Strasburgo

Proprio in quel luogo pulsante, dal quale e del quale instancabilmente raccontava, Antonio rimase vittima del fuoco aperto, nello storico mercatino natalizio, dal suo coetaneo Cherif Chekatt, ventinovenne francese di origini algerine, l’11 dicembre 2018. Un attentato terroristico in cui con lui persero la vita altre cinque persone, compreso il responsabile. Raggiunto da un proiettile alla testa, Antonio era parso subito in gravissime condizioni.

Nulla poté essere fatto per salvarlo. Morì tre giorni dopo, il 14 dicembre 2018. Antonio aveva 29 anni e tanta voglia di vivere, di raccontare, di mettere la sua voce al servizio di una identità europea sempre più forte, sempre più consapevole, sempre più condivisa. Così faceva nella redazione italiana di Europhonica per conto dell’associazione delle radio italiane RadUni.

La voce di Antonio

L’eterno ragazzo Europeo oggi ha ancora molto da dire e raccontare. Grazie all’impegno della Fondazione costituta dai familiari, la sua voce non si è spenta nel dicembre del 2018 a Strasburgo, nel cuore di quell’Europa che lo aveva conquistato e al racconto della quale aveva con successo dedicato la sua viscerale passione radiofonica, la sua intensa attività di reporter, il suo vivo interesse per la comunicazione e la scrittura, la sua insaziabile sete di conoscenza.

La lettera della sorella Federica

«Antonio era un giornalista, un comunicatore, il cui primo strumento di lavoro era la voce. Saper dialogare, via radio o di persona, era parte della sua arte, della sua capacità di interagire con spirito critico, coltivando il suo senso civico per un bene più grande. Ispirato da valori importanti che ha fatto propri grazie alla famiglia, alla scuola e alle persone con cui si confrontava; valori che ha ritrovato in quell’Europa tanto desiderata dagli autori del Manifesto di Ventotene, che con coraggio e ambizione hanno immaginato un continente di pace dopo secoli di conflitti e vi hanno dato forma. Valori che continuano a camminare sulle gambe di tanti giovani che, come Antonio, sanno di poter fare la differenza e rendere veramente questo mondo migliore.

Da quattro anni la Fondazione Antonio Megalizzi, grazie anche a tutti i volontari che ne fanno parte, continua a dare seguito al lavoro e ai progetti di Antonio, camminando su due strade che si incrociano: formazione e informazione. In particolare, dal 2021 la Fondazione ha dato il via a un progetto ambizioso, il Progetto Ambasciatori, che si è rivelato un grande successo per gli studenti delle scuole e dell’università, nonché per i docenti. Un progetto attraverso il quale selezioniamo ogni anno 30 studenti e studentesse universitari e neolaureati, ai quali offriamo una formazione completa dedicata ai temi dell’Unione europea, dell’attualità e della comunicazione».

Il Progetto Ambasciatori

«Dopo aver ricevuto – prosegue la sorella Federica nella sua missiva – anche tutti gli strumenti didattici per riuscire a comunicare in maniera corretta e interessante per specifici target di età grazie anche a dei volumi realizzati appositamente, i nostri Ambasciatori entrano nelle scuole elementari, medie e superiori di tutta Italia per restituire qualcosa alla comunità.

È emozionante conoscere bambini e ragazzi curiosi e interessati che sono stati travolti dall’entusiasmo e dalla passione dei nostri Ambasciatori. Questo progetto è ormai giunto alla sua terza edizione: abbiamo incontrato circa 6000 studenti tra bambini, adolescenti e giovani adulti. Riconosciamo l’importanza dell’Unione europea, vista con le sue opportunità, ma senza ignorare le criticità, anzi esercitandoci a riconoscerle e affrontarle. Sensibilizzare all’importanza dell’idea di comunità, di unione e di dibattito per la costruzione di una società più equa e più sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico».

Un progetto che occorre radicare anche in Calabria, iniziando già dal prossimo bando rivolto alle università e che sarà pubblicato in primavera.

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