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Gli angeli venuti dal mare, a Reggio ricordato il primo soccorso dei marinai russi dopo il terremoto del 1908 – FOTO e VIDEO

Le comunità bielorussa, georgiana, kazaka, armena, russa, ucraina hanno voluto commemorare il tragico evento invitando il console Franco Milasi e il sindaco Giuseppe Falcomatà

Gli angeli venuti dal mare, a Reggio ricordato il primo soccorso dei marinai russi dopo il terremoto del 1908 – FOTO e VIDEO

Un messaggio di pace in questo tempo di guerra, ricordando una pagina tragica della storia del nostro territorio, nel 115° anniversario del terremoto del 1908 che distrusse Reggio Calabria e Messina. A promuovere questo momento di memoria sono state le comunità della diaspora sovietica, allora unite e oggi appartenenti alle diverse nazionalità bielorussa, georgiana, kazaka, armena, russa, ucraina, residenti nella città calabrese dello Stretto. Comunità legate a quanto avvenne anche a Reggio in quel giorno di distruzione e morte.

Il primo soccorso alle popolazioni stremate fu offerto dai giovani militari della Marina Russa zarista che si trovavano a bordo di quattro navi in sosta nella rada di Augusta. Un’azione che, oltre ogni dovere formale, ha incarnato uno slancio di umanità verso le popolazioni tramortite dalla catastrofe.
A ricordo, nel centenario del terremoto nel 2008, presso la villa comunale Umberto I è stata posta una stele.

Davanti a essa oggi le comunità bielorussa, georgiana, kazaka, armena, russa, ucraina hanno voluto commemorare in modo pubblico quel soccorso che fu il primo reso alla città, allora devastata da morte e distruzione, nella quale oggi sono integrate. Un desiderio nato dalle comunità e accolto da Franco Milasi, console della Repubblica di Bielorussia per Calabria e Sicilia, e dal sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.

«Erano i nostri nonni»

«Ogni anno in modo riservato siamo qui per ricordare il gesto compiuto dai nostri nonni e antenati per aiutare la popolazione di Reggio Calabria in quel tragico giorno. In questo luogo dove insiste questa stele, di cui abbiamo rinnovato la targa, ogni anno in questa data, e anche il 9 maggio (giornata della vittoria di Mosca sui nazisti ndr), ci ritroviamo per ricordare insieme. Quest’anno abbiamo voluto condividere il ricordo con la cittadinanza reggina. Siamo contenti della loro partecipazione.

Questo è un momento difficile per noi tutti. Ancora una volta vogliamo ricordare che tra tutti i popoli deve esserci la pace». Così Tatiana Potapova, vicepresidente dell’associazione Paspartu. Con sede proprio a Reggio Calabria il sodalizio riunisce persone delle varie comunità dell’ex Unione sovietica ormai residenti qui.

«Al grande cuore dei marinai russi, la città di Reggio Calabria in ricordo dell’eroico intervento della Marina Russa durante il terremoto in Calabria e Sicilia, il 28 dicembre 1908».
I popoli di Reggio e di Messina sono la gente dello Stretto unita in quell’alba infernale del 28 dicembre 1908 nel dramma del terremoto e nella gratitudine alla Marina Russa.

La precedente versione della targa recitava: «Al grande cuore dei marinai russi. La gente dello Stretto riconoscente. In ricordo dell’eroico intervento della Marina Russa durante il terremoto calabro-siculo del 28 dicembre 1908».
Un momento di condivisione e preghiera guidato dal viceparroco della chiesa ortodossa San Paolo dei Greci di Reggio Calabria, padre Sergej Tikhonov. È stato lui l’autore del disegno poi trasposto a Mosca su metallo che comporre la stele apposta a Reggio Calabria.

La memoria che unisce

«Nel 2008 l’allora Console generale della Federazione Russa a Palermo, Vladimir Korotkov, mi chiese di realizzare un disegno in sole 48 ore. Esso fu inviato a Mosca e lì trasposto sulla lamina di metallo che vediamo apposta su questa stele. L’elemento caratterizzante sono proprio il viso e il busto di questo marinaio russo. Sul cappello si legge il nome in slavo di una delle quattro navi, Gloria.

Nel mio disegno avevo ritratto il marinaio che tirava fuori dalle macerie una bambina. Lo scultore ha poi sviluppato l’idea ponendo la bimba già tra le braccia del marinaio. Sullo sfondo ci sono i famosi incrociatori russi a bordo dei quali si trovavano i giovani ufficiali della marina zarista poi arrivati in soccorso. Importante coltivare insieme i valori della memoria e della solidarietà, sentendoci come oggi uniti nella preghiera e nella condivisione». Così ha spiegato padre Sergej Tikhonov, che ha guidato il momento di preghiera davanti alla stele, alternando la lingua italiana e lo slavo ecclesiastico.

Giovani russi a mani nude tra le macerie

«Sono stati chiamati gli “angeli venuti dal mare“, giunti sulla terraferma a bordo di scialuppe, visto che tutto era distrutto e non era possibile attraccare. Arrivarono il giorno dopo la scossa, quando la popolazione non aveva ancora ricevuto alcun soccorso. Erano passate già 30 ore.

La protezione civile in Italia ancora non c’era. I giovani ufficiali erano a bordo di quattro navi della Marina imperiale russa dello zar Nicola II ed erano alla fonda ad Augusta. Avuto sentore di quello che era successo, subito raggiunsero lo Stretto e si divisero fra Reggio e Messina, trovando le popolazioni stremate.

A mani nude scavarono tra le macerie per prestare soccorso. Per ricordare quel momento abbiamo scelto questo luogo per riunirci come persone, perché è dalle persone che è nata questa iniziativa, in un momento in cui occorre più che mai che ci sia pace e armonia tra i popoli». Così Franco Milasi, console della Repubblica di Bielorussia per Calabria e Sicilia.

Posizionata dentro la villa comunale Umberto I di Reggio Calabria ricorda questo momento drammatico e questo slancio di grande solidarietà che arrivò da militari stranieri prima che dall’Italia. Accadde a Reggio come a Messina dove sul lungomare un altro monumento ritrae il soccorso prestato dai russi, definiti «eroi di misericordia e abnegazione», donne e bambini rimasti sotto le macerie.

La Villa Umberto I, presidio di memoria

«L’amministrazione comunale e metropolitana di Reggio Calabria ha voluto rispondere presente all’invito del console Milasi e delle comunità oggi presenti per onorare in questo giorno a 115 anni dalla tragedia del terremoto il 1908. Doveroso per noi tutti onorare anche l’impegno della marina militare russa che trovandosi a poca distanza dallo Stretto, poté intervenire per prima per alleviare le sofferenze della comunità reggina e messinese, e quindi essere quell’embrione dal quale poi partirono i soccorsi.

Siamo particolarmente contenti che questo giardino della Biodiversità che la nostra villa comunale Umberto I, con questa stele accanto a quella del Partigiano, sia sempre più vivo presidio di memoria della nostra storia». Così il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.

La testimonianza

«Sono particolarmente contento di questa iniziativa che ricorda i marinai russi e l’aiuto prestato alla popolazione di Reggio Calabria dopo il dramma del terremoto. Sono nato nel 1987 a San Pietroburgo, allora Leningrado, e sono poi stato adottato da una famiglia di Reggio Calabria dove sono arrivato nel 1993, ormai trent’anni fa. Ormai mi sento anche calabrese e reggino. Dunque oggi mi coglie l’emozione propria di chi si sente parte di chi ha salvato e di chi è stato salvato». Questa la testimonianza dell’artista Alessandro Allegra.

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