Reggio, il Giorno del ricordo senza Giovanni Carlini esule dalmata e orgogliosamente italiano
Scomparso a dicembre, aveva risieduto in riva allo Stretto per 60 anni, testimoniando l’orrore della guerra che aveva conosciuto. Era nato 1936 nella bellissima isola di Lagosta dove ad un certo punto della storia rimanere italiani non fu più possibile. Lo stesso dolore conosciuto dall'esule istriana Lidia Muggia. Le iniziative in città e a Catanzaro
«Solo dopo l’arrivo in Italia, nel 1949, seppi delle foibe e delle uccisioni di massa che tra il 1943 e il 1945 si erano consumate in quelle fosse scavate nel Carso», raccontava commosso Giovanni Carlini. Negli infernali inghiottitoi scavati nella regione comune ad Italia, Slovenia e Croazia, e in altre gole in territorio istriano, erano stati gettati migliaia di militari e civili italiani (secondo alcune fonti 5000 secondo altre 11000).
Tra loro anche numerosi calabresi. Mentre nelle foibe si uccideva nella sua Dalmazia, Giovanni Carlini e la sua famiglia avevano conosciuto la persecuzione e la privazione di ogni libertà. Una storia a lungo taciuta. Una persecuzione che nelle foibe ha toccato l’acme più tragico. Ascoltare Giovanni Carlini ha dimostrato come essa sia stata perpetrata anche costringendo persone a sentirsi braccate in patria. Costrette a patire stenti, a nutrire paura e terrore e fuggire dal paese di origine.
Classe 1936, Giovanni Carlini se n’è andato lo scorso dicembre, circondato dall’affetto della sua famiglia e dei nipoti, tra i quali il suo omonimo, che hanno pubblicato per il nonno pensieri di grande affetto.
Ci aveva parlato anche della sua grande famiglia, della moglie Clelia, dei figli Michele e Luigi, delle nuore Aurora e Lucia che gli avevano regalato quattro splendidi nipoti: Clelia, Gianluca, Giovanni e Alessandra.
Per 60 anni aveva vissuto a Reggio Calabria, città sul mare che gli ricordava la sua bellissima isola natia Lagosta. L’isola improvvisamente diventata dopo la fine della Seconda Guerra mondiale una terra in cui non poter essere più italiani senza rischiare la vita.
Qui era sempre pronto a denunciare i disagi e disservizi che impedivano a una città bella come Reggio di essere anche pienamente vivibile per i suoi cittadini. Qui, generosamente, aveva condiviso con noi la sua storia di esule, il suo dolore per le guerre in atto ancora oggi. Quell’orrore era ancora vivo nella sua memoria, bruciava nella sua anima. In questo giorno del Ricordo in cui resta il suo messaggio di pace e fratellanza, vogliamo ricordare Giovanni Carlini proprio attraverso la sua testimonianza di Italiano orgoglioso.
Il giorno del Ricordo
Nel giorno del Ricordo delle vittime delle foibe, istituito con legge in Italia nel 2004, oggi 10 febbraio, con molto ritardo si recupera la memoria di una tragedia a lungo dimenticata e addirittura negata. La data richiama il 10 febbraio 1947 in cui fu firmato a Parigi anche il Trattato di Pace che definì i confini di quelle terre tra Italia e Jugoslavia. La si salva da un oblio in cui è rimasta avvolta per oltre sessant’anni. Si tenta di ricucire uno strappo che ancora sanguina. A Reggio Calabria da oltre 50 anni c’è anche un’altra testimone generosa. È Lidia Muggia, nata a Canfanaro in Istria nel 1938, fuggita a Trieste nel 1946.
La sua storia, raccontata ai microfoni di LaCNews24, tra le testimonianze al centro di due iniziative promosse a Catanzaro per commemorare le vittime delle foibe.
La testimonianza di Lidia Muggia a Catanzaro
«Stamane – spiega Fabio Lagonia referente del comitato 10 febbraio di Catanzaro – l’aula magna del Convitto Nazionale Galluppi ha ospitato la conferenza a tema dedicata agli studenti. La presentazione storica dei fatti riguardanti le foibe e l‘esodo giuliano-dalmata aprirà l’incontro. Seguiranno la testimonianza di Silvano Scherl, esule da Fianona d’Istria che oggi vive a Roccella Jonica. Sarà proiettata la testimonianza di Lidia Muggia, residente a Reggio Calabria, rilasciata ai microfoni di LaCNews24. L’iniziativa, organizzata dalla scuola su impulso dell’Ufficio Scolastico Regionale, ha previsto anche un dibattito con gli studenti.
Sabato 17 febbraio in programma un altro evento più istituzionale organizzato dal Comitato 10 Febbraio di Catanzaro al Musmi. Saranno presenti autorità civili, militari, religiose. L’uditorio è composto da studenti delle scuole superiori. La relazione storica sarà affidata al professore Spartaco Pupo, politologo della Unical. Seguiranno le testimonianze di Lucilla Crosilla, esule da Canfanaro, Silvano Scherl, esule da Fianona, e di Lidia Muggia, sempre tramite la proiezione del video di LaCNews24». Così conclude Fabio Lagonia, referente del comitato 10 febbraio di Catanzaro.
A Reggio la fiaccolata e l’omaggio a Norma Cossetto
A Reggio Calabria la commemorazione promossa dal comitato 10 febbraio territoriale, avrà luogo oggi pomeriggio. Da Piazza San Giorgio al Corso, la fiaccolata verso l’area Griso-Laboccetta di Via Torrione, dove insiste la targa che ricorda il sacrificio di Norma Cossetto. La giovane studentessa istriana fu uccisa dai partigiani slavi nell’ottobre 1943. Fu insignita nel 2005 della Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria. Questa la motivazione: «Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio, 5 ottobre 1943 – Villa Surani (Istria)».
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