sabato,Aprile 27 2024

A Reggio l’incontro su comunicazione tra realtà e fake news: la sfida della responsabilità

Il caminetto del Rotary Club presso la sede dell'associazione

A Reggio l’incontro su comunicazione tra realtà e fake news: la sfida della responsabilità

La comunicazione tra realtà e fake news è stato il titolo dell’incontro, del ciclo denominato Caminetti, promosso dal Rotary club Reggio Calabria Nord presso la sede dell’associazione. Un’occasione per approfondire il tema di grande attualità. Le notizie, raccolte e verificate nell’esercizio della professione giornalistica e le informazioni artatamente ingannevoli pubblicate prevalentemente sui social e, purtroppo, non solo. Come orientarsi? Occorre fare una premessa.

Il dovere di informare e la responsabilità di pubblicare dopo avere verificato e documentato i fatti e il diritto di essere informati (non intrattenuti o impressionati) richiama il dovere di esercitare la propria facoltà di scegliere cosa e dove leggere, consapevoli che le notizie sono tali sulle testate giornalistiche e che tutto il resto è “altro”.

C’è poi anche la questione delle testate autorevoli e di altre che lo sono meno e anche questo rientra nell’esercizio di scegliere dove e cosa leggere. Ma con la velocità delle rete e l’immanenza del tempo reale, oggi sfidante è avere il tempo di scegliere cosa leggere. Ciò mentre si è già pressati da quanto l’algoritmo suggerisce o, più esattamente, impone. Ma da questo tempo e da questa scelta passa il racconto e la condivisione della verità anche in rete.


Il contesto di frenesia del click veloce e superficiale è terreno fertile delle fake news alle quali si presta solo “la disattenzione” di una condivisione frettolosa e irresponsabile, che favorisce l’inquinamento della rete, e che denuncia l’assenza di quello spirito critico necessario al pluralismo dell’informazione sana e professionale.

Il possibile e necessario cambiamento dal basso

Dunque c’è un legame diretto tra la presa delle fake news sull’opinione pubblica e l’abdicazione allo spirito critico. E ce n’è un altro ben saldo tra il dovere di informare dopo aver verificato, citando le fonti o ricorrendo alla credibilità conquistata sul campo, e il diritto ad essere informati. Quest’ultimo, in realtà, è anche un dovere da esercitare ricercando in quanto che si legge i fatti, le fonti, i dettagli, la rilevanza, l’utilità, la credibilità di chi scrive, di chi pubblica, di chi diffonde. Condividere solo dopo avere letto (e non solo il titolo), compreso e valutato. Un processo che richiede più di un attimo distratto ma che renderebbe tutti responsabili di un cambiamento possibile dal basso.

Un cambiamento che farà della rete la risorsa straordinaria, che solo in parte oggi è. Un approccio sano che renderà la rete luogo virtuale in cui la realtà possa essere raccontata in modo attendibile. Per attendibilità si intende anche la verificabilità, secondo quelli che sono i criteri che rendono un fatto (un accadimento non un opinione soggettiva) notiziabile.

I criteri della notizia

La sentenza della Cassazione 5259 del 1984 fa ancora scuola. Restano sempre validi quei criteri di verità, rilevanza pubblica ed esposizione civile dei fatti. A questi, oltre un decennio dopo il primo legislatore della Privacy aggiungeva quello dell’essenzialità. Tutti elementi che l’attività di fact-checking, anche basilare, rivelerebbe in un qualunque contenuto pubblicato in rete, definendo quello come una notizia o una fake. Occorre attenzionare i seguenti aspetti: Currency (momento della pubblicazione), Relevance (rilevanza), Authority (autorevolezza della fonte). E poi ancora Accuracy (verità del contenuto) e Purpose (scopo e utilità), compiendo anche in giro in rete per verificare che quel fatto sia stato riportato anche dalle testate giornalistiche e non solo dai social.

Informazione e cittadinanza

«Nella realtà attuale c’è una cattiva informazione, dunque una scorretta comunicazione, che non fa bene alla società democratica e all’essenziale pluralità dell’informazione. C’è, tuttavia, anche la responsabilità dei cittadini di partecipare alla società consapevolmente. Una partecipazione praticata dalla cittadinanza correttamente informata.

Dove risiedono il diritto e il dovere di informare in una comunicazione che, avvenendo ormai prevalentemente in rete, è esposta alla contaminazione di fake news? Per contribuire a dare una riposta, abbiamo voluto questo incontro. Siamo partiti dalla riflessione in cui elementi centrali per muoversi in rete restano la libertà, la responsabilità e la maturità». È quanto ha spiegato il professore Daniele Cananzi, direttore del dipartimento Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane Digies dell’università Mediterranea.

Le possibili tutele

«È un profilo molto problematico quello che riguarda le fake news. Le notizie false hanno un lungo effetto distorsivo sull’opinione pubblica. Al momento gli strumenti di contrasto sono rimessi al codice europeo contro la Disinformazione, rafforzato del 2022, e alle policy di responsabilità per gli operatori della rete. Restano il limite della punibilità limitata alla portata diffamatoria o lesiva della privacy e l’impossibilità di fermare, nonostante la rimozione, la circolazione di una fake, come del resto di qualunque altro contenuto, nella rete.

L’effetto moltiplicatore è ingovernabile e se non ci sono gli estremi di un illecito, la fake news non ha rilevanza che ne imponga la rimozione o che richieda l’irrogazione di una sanzione. Il codice europeo è già una grande cosa come il rinforzo degli obblighi dei gestori delle piattaforme. Ma il web resta una prateria sconfinata. Occorre un’azione più ferma per demonetizzare le false informazioni, contrastare la pubblicità contenente false informazioni e i comportamenti manipolatori, migliorare la cooperazione tra gli operatori, identificare i messaggi a contenuto politico, garantire maggiore trasparenza nelle piattaforme, responsabilizzare gli utenti». Così la docente di diritto Sportivo e diritto dell’Informatica presso l’università Mediterranea di Reggio Calabria, Angela Busacca.

Della necessità di una educazione digitale a tutte le età ha parlato anche il presidente del Rotary club Reggio Calabria nord, Domenico Chindemi. «Occorre riappropriarsi di una sensibilità che abbiamo smarrito e che certamente favorirebbe una comunicazione più consapevole. Siamo stati molto contenti di proporre questo incontro preceduto dall’ingresso nel club di due nuovi soci Antonino Paone e Marco Parisi. Sono stati rispettivamente presentati da Riccardo Santacroce e da Giovanni Porcelli».

Articoli correlati

top