venerdì,Aprile 26 2024

Reggina, dalla Samp al Südtirol: bilancio positivo e alcuni errori da correggere

L'analisi dei dieci mesi di stagione degli amaranto. Ecco perchè si deve essere soddisfatti di quanto fatto e coscienti che qualche sbaglio si dovrà evitare

Reggina, dalla Samp al Südtirol: bilancio positivo e alcuni errori da correggere

A mente fredda, anzi freddissima. Ragionare sulla stagione 2022-23 della Reggina richiede nervi saldi. È stato un campionato lungo, per certi versi estenuante, intrecciato a doppio filo con le vicende extracalcistiche, che hanno animato le giornate amaranto, persino quando il pallone non rotolava. Di fatto si è trattato di vivere un tour de force, un’immersione costante, chiusa dalla sfortunata rete subita ad opera di Casiraghi nella notte del Druso. E con un futuro in via di definizione, è necessario fermarsi e ragionare su ciò che è stato.

Dal 5 agosto al 26 maggio

Dalla Sampdoria al Südtirol. Un arco narrativo di dieci mesi densi, fitti. Un’altalena di emozioni che, nel suo epilogo, ha regalato l’emblema della gioia e dell’amarezza. L’una rappresentata dalla folle felicità del gol di Canotto contro l’Ascoli al minuto 95; l’altra dalla delusione del veder gonfiare la porta di Bolzano sbagliata.

In mezzo un girone d’andata da record. Tanta illusione ha inebriato Reggio, convinta che il digiuno di Serie A potesse spezzarlo una squadra sì forte, ma decisamente inferiore rispetto a Frosinone, Genoa, Cagliari, Bari e Parma, per citarne cinque che, di certo, sono a un livello più alto. Il 2023 ha insegnato tanto: a mister Inzaghi, alla squadra, alla dirigenza. Le sconfitte in serie hanno fatto male, rischiando di privare gli amaranto di un traguardo che sarebbe stato meritatissimo e che, parafrasando Superpippo, il Dio del calcio ha poi deciso di riconoscere.

Andare in A, quest’anno, era oggettivamente impensabile: in una B così competitiva, per fare il salto ci vuole una struttura societaria decisamente più robusta di quella della Reggina e, possibilmente, una rosa più lunga e completa. Ma quanto fatto deve lasciare in bocca al tifoso un sapore d’orgoglio, speranza e voglia di tornare dove Reggio ha dimostrato di poter stare nei primi anni duemila.

«La gente ti segue come sempre»

In tutto questo, peraltro, si inserisce un discorso di appartenenza che mai come quest’anno si è avvicinato all’epopea d’oro della Reggina. Oltre 212mila tifosi hanno frequentato il Granillo nella Serie B 2022-23, per una media di 11.161 a partita; ma tantissimi l’hanno accompagnata in trasferta: i picchi di Modena e Parma, con oltre 2mila supporters al seguito, sono ancora impressi nella mente. Solo piazze come Palermo, Bari e Genoa hanno fatto meglio, a testimonianza di un fuoco di passione che arde forte in riva allo Stretto.

Cos’ha funzionato

Bene, nonostante il girone di ritorno, la squadra. Inzaghi ha commesso degli errori, perdendo delle partite anche in maniera incredibile (Cosenza e Cittadella). Però si è sempre rialzato: ha portato i suoi giocatori ai playoff tanto quanto i suoi giocatori hanno portato lui. Non era facile, visto quanto successo fuori dal campo: mollare sarebbe stato facile, quasi comprensibile. La speranza migliore per il futuro è proprio Pippo, la sua ambizione, la sua voglia di vincere e correggere gli sbagli. Hanno funzionato i prestiti: Fabbian, Hernani e Pierozzi, i migliori giocatori della stagione. Saluteranno a giugno, e questo è un problema, ma hanno dimostrato che si può far bene anche senza spendere, se si è bravi a pescare.

Cosa non ha funzionato

A tratti, soprattutto nel nuovo anno, la Reggina è sembrata sfilacciata fuori dal campo. Uscite discutibili, da Inzaghi a Cardona, passando per il tombale silenzio in cui è piombato Massimo Taibi, sia prima che dopo il rinnovo di contratto. Da rivedere, forse, anche la gestione di alcune situazioni come quelle legate a Ménez e Cionek, in scadenza di contratto, il cui finale di stagione è stato evidentemente influenzato dall’incertezza.

Futuro

L’annata 2023-24 sarà tutta da scoprire. Sicuramente sarà influenzata dall’approvazione del concordato, al cui interno è prevista una riduzione significativa dei costi (si parla di quattro milioni di euro). Come spiegato, comunque, non sono i soldi a far sempre la differenza, ma le idee: ne serviranno di fresche, alla Reggina, per vivere una stagione ventura ad alti livelli. Del resto, si sa, la Serie B è strana: il playoff conquistato quest’anno non dev’essere un punto d’arrivo ma di partenza. Sarebbe pericoloso il contrario: per info, chiedere a Perugia e Benevento.

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