‘Ndrangheta, Bruzzaniti: «Siamo tra i numero uno»

«Non mi piace straparlare … Ma siamo tra i numero uno oggi … A seguito di tutto quello che si è fatto… Fatto …il 50% di questo è anche merito tuo … Giusto che lo sai». Così, il 3 dicembre 2020 Bartolo Bruzzaniti, tra i protagonisti dell’indagine della Dda di Milano su un imponente traffico di droga dal Nord Europa che oggi ha portato a una raffica di arresti, si rivolgeva a Pasquale Modaffari, uno dei 38 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Stefania Donadeo, Bruzzaniti, latitante, aveva mostrato «la soddisfazione (…) per l’alto livello raggiunto dalla propria organizzazione nei traffici di stupefacenti” operativa in Lombardia, e che si avvaleva di “un’altra organizzazione, che ritiene essere la “numero 1 in Quarto Oggiaro».

Tale organizzazione, ha scritto il giudice, «si occupa della vendita, di parte dei quantitativi importati dall’estero, nella zona milanese» alla periferia Nord e capeggiata da Michael Fasano e Antonio Giordano anche loro tra gli arrestati. Inoltre Bartolo Bruzzaniti, ritenuto «abile manager nell’importazione di stupefacente» e che aveva un accordo con la criminalità campana rappresentata da un “autorevole” esponente, Raffaele Imperiale al fine di gestire con maggiore facilità” il narcotraffico, parlando del suo ‘socio’ in relazione al narcotraffico aveva affermato che era “il più forte del mondo“. Secondo il gip «è proprio la rete criminale di Bruzzaniti e Fasano-Giordano che desta particolare allarme sociale ed impone l’applicazione della misura cautelare più severa nei confronti di tutti coloro che lavorano nell’illecito traffico di stupefacente ruotando» nella loro “orbita”: tra questi ci sono i nomi anche di Franco Barbaro, Antonio Bruzzaniti, Francesco e Santo Morabito, Francesco Musitano e Daniele Antonino e Domenico Salvatore Papalia.